Papa Francesco ai genitori con figli LGBT: «La Chiesa ama i vostri figli come sono”
Articolo pubblicato su “Noi, famiglia & Vita”, supplemento mensile del quotidiano Avvenire del 25 ottobre 2020, pp.16-17
Quando mercoledì 16 settembre (2020), al termine dell’udienza generale, Mara Grassi vicepresidente dell’associazione “Tenda di Gionata” insieme al marito Agostino Usai, ha donato a papa Francesco il volumetto “Genitori fortunati” e una maglietta colorata d’arcobaleno con la scritta “Nell’amore non c’è timore” (1Gv. 4, 18), non poteva immaginare una risposta tanto semplice quanto impegnativa: “Il Papa ama i vostri figli cosi come sono, perché sono figli di Dio. E anche la Chiesa li ama”.
Mara e Agostino hanno sentito un tuffo al cuore. Qualche giorno prima, sul sito dell’associazione, avevano scritto: «Per tanto tempo abbiamo pensato che le parole di Gesù: “Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me” (Mt 10,38) si riferissero alla sofferenza di avere un figlio gay che con rassegnazione dovevamo accettare. Invece il cammino che stiamo facendo con la rete dei genitori cattolici con figli LGBT, ci ha fatto capire che solo accogliere genera vita e futuro”.
La risposta del Papa è apparsa loro come una conferma indiretta del sentirsi in viaggio in una comunità ecclesiale capace anche di rivedere gli schemi del passato per aprirsi a nuovi sguardi di accoglienza e di integrazione.
Come quelli auspicati da un’altra mamma, Anna Battaglia, del Punto d’ascolto Agedo e della Tenda di Gionata di Ragusa, che scrive: “Mio figlio era “sbagliato”, poteva continuare essere amato solo se soffocava il suo essere sé stesso e nel silenzio di tutta la famiglia vivesse la sua croce. Di nuovo il silenzio mi veniva gentilmente imposto. Non ho potuto accettarlo. Quale dei ministri del Dio Vivente gli avrebbe continuato a rivelare l’amore incondizionato del Padre?
Restavo solo io la testimone di questo amore per lui, ma mio figlio scelse di essere agnostico per salvaguardarsi da questa mancata accoglienza, gli studi di tutti i documenti ecclesiali ufficiali approfonditi per la sua tesi di laurea in Antropologia culturale furono la sua corona di spine e si allontanò. lo ho vissuto giorni, mesi, anni dibattuta in questo contrasto insanabile tra il messaggio e il suo viverlo, tra il Dio Pensato e il Dio Vissuto”.
Speranze deluse, speranze che rinascono, rabbia e voglia di non fermarsi anche nelle parole di Lucia, un’altra mamma con figli Igbt, che ha fatto parte del progetto “La verità rende liberi” della Tenda di Gionata: “Ero la sola in famiglia a sapere e questo mi distruggeva, non mangiavo più e piangevo tutto il giorno. E mio marito non ne capiva il motivo. Mi sono rivolta al parroco del mio paese e ho raccontato il tutto. Mi ha risposto che questo era la conseguenza di alcune vicende che erano avvenute in famiglia e che poi sarei guarita! E allora mi sono rivolta a una psicologa. Ne ho cercato una nella mia zona su Internet e ci sono andata. Era la mia unica valvola di salvezza.
Qualche giorno dopo, la sera prima di partire per le vacanze, mia figlia ha fatto coming out con suo padre, da sola e lui l’ha presa molto meglio di me (…). Tutto questo per dire che non tutti reagiamo allo stesso modo. Io sono cattolica praticante, suono in Chiesa e di conseguenza il mio primo aiuto l’ho richiesto li ma non ho trovato conforto. Ma ne avevo bisogno. Non ero forte in quel momento. Ora il mio rapporto con mia figlia è ottimo, non vive più in casa ma ci vediamo regolarmente…”
Per questi genitori le parole del Papa all’udienza del 16 settembre (2020) sono state conforto e consolazione. La nostra associazione – ha detto Mara Grassi al Papa – vuole far dialogare la Chiesa e le famiglie con figli Igbt. Prendendo spunto dal titolo del libro che gli abbiamo presentato, ho spiegato che noi ci consideriamo fortunati perché siamo stati costretti a cambiare lo sguardo con cui abbiamo guardato sempre i nostri figli.
Uno sguardo nuovo che ci ha permesso di vedere in loro la bellezza e l’amore di Dio. Vogliamo creare un ponte con la Chiesa – ha proseguito la vicepresidente della Tenda di Gionata, che fa parte del Gruppo della parrocchia Regina Pacis di Reggio Emilia e del Gruppo Davide di Parma – perché anche la chiesa possa cambiare lo sguardo verso i nostri figli, non escludendoli più ma accogliendoli pianamente”.