Papa Francesco e la Chiesa ospedale da campo
Riflessioni* dell’arcivescovo di Chicago cardinale Blase J. Cupich pubblicate sul sito del settimanale gesuita America (Stati Uniti) il 29 dicembre 2017, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
A Jorge Mario Bergoglio sono bastati solo pochi minuti per dare un orientamento radicalmente nuovo alla Chiesa Cattolica. Nei giorni che precedono un conclave i cardinali pronunciano dei discorsi, più o meno lungimiranti, che dovrebbero incoraggiare i loro confratelli a discernere la direzione che lo Spirito indica alla Chiesa. Nel suo intervento pre-conclave del 2013 il cardinale Bergoglio non perse tempo; disse colui che entro pochi giorni sarebbe stato Papa: “Nel libro dell’Apocalisse Gesù dice che sta alla porta e bussa”. L’idea è che Gesù bussi stando al di fuori della porta, ma il cardinale Bergoglio invertì l’immagine e (secondo le note da lui lasciate al cardinale Jaime Ortega) invitò i suoi confratelli, e assieme a loro l’intera Chiesa, di prendere in considerazione “i tempi in cui Gesù bussa dal di dentro, in modo che noi possiamo lasciarlo uscire”. Quando la Chiesa si tiene Cristo per sé e non lo lascia uscire, diventa “autoreferenziale, e poi si ammala”. Per evitare questo la Chiesa deve uscire da se stessa per andare verso le periferie ed evangelizzare i bisognosi.
Questa è evangelizzazione. Questa è la missione affidata alla Chiesa da Gesù Cristo, ed è proprio in quel momento che Bergoglio diede un’anticipazione della sua definizione della Chiesa Cattolica come “ospedale da campo” pieno di feriti, quell’immagine profonda e sconvolgente esposta nell’intervista a sorpresa con il gesuita Antonio Spadaro poco dopo la sua elezione a Papa.
Definendo la Chiesa “ospedale da campo”, papa Francesco ci invita a ripensare in modo radicale la vita ecclesiale. È un invito pressante, rivolto a tutti noi, a dare la priorità ai feriti e a porre le esigenze del prossimo prima delle nostre. La “Chiesa ospedale da campo” è l’antitesi della “Chiesa autoreferenziale”; è un’espressione che stimola l’immaginazione e ci obbliga a ripensare la nostra identità, la nostra missione e la nostra vita comune di discepoli di Gesù Cristo.
I medici sono inutili se i feriti non sono in grado di raggiungerli. Chi ha il necessario per medicare va da chi è ferito, non se ne sta seduto in un ufficio aspettando che chi ha bisogno vada da lui. L’ospedale da campo fa appello a tutte le sue risorse istituzionali per servire chi, in questo momento, ha più bisogno d’aiuto.
Quando la Chiesa diventa un ospedale da campo, il modo in cui consideriamo la nostra vita di comunità può cambiare radicalmente. Invece di venire definiti come insieme di persone che vivono nello stesso quartiere, che hanno in comune l’origine etnica o la classe sociale, che vanno regolarmente a Messa o sono membri della parrocchia, definiamo noi stessi come persone che si accollano l’opera di guarigione e di condivisione delle sofferenze del prossimo. Noi siamo una comunità che legge le esigenze del prossimo e condivide i suoi talenti per trovare modi creativi per aiutare i più bisognosi. Sappiamo già che è così, in quanto Gesù ci ha offerto questa verità proprio all’inizio del suo ministero, quando ha annunciato di essere stato mandato “per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore” (Luca 4:18-19).
È questa la sfida di Cristo per la Chiesa di oggi: essere un ospedale da campo per i feriti, annunziare un lieto messaggio, non stare seduta ad aspettare che chi ha bisogno si faccia vivo; uscire verso le periferie, lì dove abitano gli oppressi; stare al fianco dei feriti sul campo di battaglia. Questo è l’anno di grazia del Signore. È qualcosa di radicale, e la misericordia è sempre radicale. Papa Francesco continua a rammentarci questa verità e ci riporta alle nostre radici cristiane, aiutandoci a comprendere che questa è una sfida eterna per noi.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: Cardinal Cupich: Pope Francis’ ‘field hospital’ calls us to radically rethink church life