Papa Francesco elogia i sacerdoti e le suore che hanno scelto di prendersi cura delle vittime dell’AIDS
Articolo di Christopher White* pubblicato sul sito del quindicinale cattolico progressista National Catholic Reporter (Stati Uniti) il 12 novembre 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Papa Francesco, in una nuova lettera, ha lodato l’opera dei sacerdoti, delle suore e dei laici cattolici che sono rimasti vicini alle persone colpite dall’HIV in un’epoca in cui il mondo cattolico era in conflitto con la comunità LGBTQ.
“Grazie per aver illuminato la vita e aver testimoniato i tanti sacerdoti, religiose e laici, che hanno scelto di accompagnare, sostenere e aiutare i loro fratelli e sorelle malati di Hiv e Aids a grande rischio per la loro professione e reputazione” ha scritto Francesco al giornalista cattolico Michael O’Loughlin, autore del libro Hidden Mercy: AIDS, Catholics, and the Untold Stories of Compassion in the Face of Fear (Misericordia nascosta. L’AIDS, i cattolici e le storie mai raccontate di una compassione che ha affrontato la paura), di prossima pubblicazione [negli Stati Uniti].
La lettera del Papa, pubblicata il 15 novembre scorso sul New York Times, è datata 17 agosto, ed è la risposta a una lettera di O’Loughlin che accompagnava il dono del libro.
La lettera cita poi un passo del Vangelo di Matteo: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete assistito, in carcere e mi avete visitato”; parole secondo le quali “un giorno saremo giudicati”.
“Grazie per aver illuminato la vita e aver testimoniato i tanti sacerdoti, religiose e laici, che hanno scelto di accompagnare, sostenere e aiutare i loro fratelli e sorelle malati di Hiv e Aids a grande rischio per la loro professione e reputazione. Invece dell’indifferenza, dell’alienazione e persino della condanna, queste persone si sono lasciate muovere dalla misericordia del Padre e hanno permesso che diventasse l’opera della propria vita; una misericordia discreta, silenziosa e nascosta, ma ancora capace di sostenere e ridare vita e storia a ciascuno di noi” continua poi il Pontefice.
Nel suo libro O’Loughlin documenta quasi vent’anni di lavoro di sacerdoti, suore e laici cattolici che hanno assistito i malati terminali di AIDS, in un’epoca in cui i leader cattolici più in vista, sia negli Stati Uniti che a Roma, si opponevano ferocemente all’omosessualità e si opponevano all’uso del preservativo per prevenire la trasmissione dell’HIV.
Una recensione del Publishers Weekly descrive il libro come “un racconto che colpisce in pieno”, che “pone molto giustamente sotto i riflettori quei cattolici che al posto della paura hanno scelto la compassione”.
Papa Francesco è noto per il suo approccio accogliente e pastorale verso le persone omosessuali, ma anche per il suo sostegno alla dottrina tradizionale quando sono in gioco le relazioni omosessuali: lo scorso marzo, per esempio, ha emanato un decreto che proibisce ai sacerdoti di benedire le unioni fra persone dello stesso sesso.
Nel 2008, quando era arcivescovo di Buenos Aires, ha lavato e baciato i piedi di dodici persone sieropositive durante la Messa del Giovedì Santo; più di recente, nel 2019, durante una visita a Panama, ha visitato una struttura che ospita persone sieropositive e ha invocato la fine dello stigma che le circonda.
* Christopher White è il vaticanista del National Catholic Reporter. Il suo indirizzo email è cwhite@ncronline.org . Seguitelo su Twitter: @CWWhiteNCR
Testo originale: In new letter, Pope Francis praises priests, nuns who cared for AIDS victims