Papa Francesco: “i vescovi non appoggino le leggi che criminalizzano l’omosessualità”
Riflessioni di Irene Agovino
In un’intervista Papa Francesco ha parlato di molti argomenti, come suo solito. Il primo ad essere affrontato è stato l’omosessualità.
Il Pontefice ha così esordito: “I vescovi che appoggiano leggi che criminalizzano l’omosessualità devono convertirsi”, ricordando che anche il Catechismo si batte contro le discriminazioni sessuali e senza lasciar replicare, ha continuato: “Si, ma è peccato. Bene, allora distinguiamo tra peccato e crimine. Anche mancare di carità gli uni gli altri, lo è”.
Un modo per dire: ammesso che sia così, va confessato il secondo (la mancanza di carità) e non solo e sempre la lussuria e un pastore non può appoggiare chi vuole trasformare un “peccato” in un vero e proprio crimine con pene anche pensanti.
Ha poi continuato ricordando Papa Benedetto che ha definito: “Un gentiluomo”. E non ha gradito le frecciatine dietro le spalle di molti in Curia: “L’unica cosa che chiedo è che me lo dicano in faccia, così cresciamo tutto, giusto?”.
Anche qui, come per dire, la correzione fraterna ci sta, ma che sia fatta apertamente. Altrimenti è calunnia, ben peggiore di qualsiasi peccato fatto nel letto.
Con uomo o donna che sia. E a ricordarlo non è un Papa più o meno friendly, ma il Vangelo stesso.