Papa Francesco mi ha detto: “Dio ama i figli gay per come sono”
Articolo di Paolo Rodari pubblicato sul qotidiano ”La Repubblica” del 17 settembre 2020, pag.19
«Ci ha detto che il Signore e la Chiesa amano i nostri figli perché sono tutti figli di Dio. Per me e per tutti noi è stata una grande luce dopo anni difficili e bui».
Mara Grassi è una donna credente, madre di Giovanni, 40 anni, omosessuale.
Ieri, dopo l’udienza generale del mercoledì, ha potuto incontrare brevemente il Papa e a nome dell’associazione “Tenda di Gionata“. E consegnarli il libro Genitori fortunati nel quale sono raccolte le testimonianze di genitori cattolici con figli Lgbt. È la prima volta che l’associazione è convocata per un seppur breve incontro con il Papa.
Che sensazioni ha provato ieri?
«Molto forti. Per anni sono stata come cieca. Dopo che ho saputo dell’ omosessualità di mio figlio ho sofferto a lungo perché le regole della Chiesa mi facevano pensare che lui fosse escluso dall’ amore di Dio. Nessuno mi ha aiutato».
Poi cosa è capitato?
«Ho partecipato per caso a Reggio Emilia a una veglia contro l’omofobia nella parrocchia Regina Pacis.
Ho conosciuto altri genitori credenti con figli omosessuali e, attraverso in particolare l’ incontro con un prete, don Paolo Cugini, ho compreso che fede e omosessualità non sono in contrapposizione, che Dio ama mio figlio così com’ è».
Sono anche le parole che il Papa le ha detto. Se le aspettava?
«Lo speravo. Volevo dire al Papa che quello che abbiamo capito noi, la Chiesa deve far sì che lo capiscano tanti altri genitori come me, affinché non soffrano quanto ho sofferto io».
Lei cosa ha detto a Francesco?
«Sono una mamma di un ragazzo gay che ha lasciato la Chiesa perché non si è sentito accolto nella sua diversità. Ho detto al Papa che, grazie a mio figlio, ho cambiato il mio punto di vista.
Quando ho incontrato altri genitori e giovani Lgbt sono riuscita a vedere anche in mio figlio la bellezza e l’ amore di Dio.
Gli ho detto che siamo genitori fortunati perché la scoperta dell’ omosessualità dei nostri figli, seppure all’ inizio destabilizzante, ci ha fatto cambiare sguardo e vedere cose che non eravamo in grado di vedere. E ne siamo rimasti arricchiti. Abbiamo scoperto che Dio supera regole e norme, il suo amore è totalizzante verso tutti».
E Francesco ha risposto che Dio ama i vostri figli come sono?
«Prima ci ha detto che Dio ama i nostri figli perché sono tutti figli di Dio. Poi, quando gli ho spiegato che vogliamo aiutare la Chiesa a fare un cammino che porti a far sì che nessuno si senta escluso al suo interno, che vogliamo abbattere le barriere per una strada più accogliente e inclusiva, ha risposto di essere d’accordo e che la Chiesa ama i nostri figli così come sono».
Quando ha saputo dell’ omosessualità di suo figlio?
«Quindici anni fa. Gliel’ ho chiesto io perché avevo captato segnali inequivocabili. Si era allontanato dalla Chiesa per questo e ancora oggi ne è lontano.
Per anni ho continuato a frequentare la mia parrocchia tenendo per me questo peso. Poi alla veglia contro l’ omofobia, per grazia di Dio ho aperto gli occhi e ho smesso di soffrire. Pensavo che la sua omosessualità fosse sbagliata, mi sbagliavo io».
La Chiesa ha un atteggiamento di chiusura con i gay?
«Ancora sì, in molte sue parti. Per molti fede e omosessualità sono termini in contrapposizione. Nella testa di molti un gay non può essere credente. Tanti ragazzi e ragazze Lgbt ci dimostrano il contrario».