Papa Francesco sono un frocio cattolico e ti dico…
Lettera aperta di un frocio cattolico a Papa Francesco
Ciao Francesco, mi presento: mi chiamo Ennio e sono un frocio cattolico. Faccio parte della parrocchia dell’Unità Pastorale Centro Storico di Salerno, dove frequento anche la chiesa della SS. Annunziata. Pratico meditazione cristiana con la WCCM e faccio parte del gruppo campano cristiani LGBT+ “Ponti da Costruire”.
Da vent’anni faccio lo psicoterapeuta, sono funzionario regionale e didatta, e non di rado ho a che fare con “frociaggine” varia, di questo e dell’altro mondo, quello clericale. Sono contento di poter utilizzare questi termini con te: sono termini che solo noi gay siamo autorizzati ad usare tra di noi in maniera ilare e autoironica, ma adesso che anche tu hai fatto uso di tale gergo goliardico, sei uno di noi! Più o meno. Passo avanti o passo indietro. Come nel tango argentino. Come nelle tue posizioni sul tema.
Ma veniamo ai fatti di Chiesa. Come già pensai l’8/12/2016, quando la tua Congregazione per il clero pubblicò la Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis – con la quale il mio cammino di discernimento francescano ebbe termine – anche oggi vorrei convincermi che uno dei significati di questa esclusione degli omosessuali dagli ordini sacri (ieri latina, oggi volgarissima) sia un altro.
Quest’esclusione forse vuole esortare, e indirettamente promuovere ed accettare che un uomo omosessuale affronti con coraggio il suo cammino nel mondo, che viva la sua affettività e non la nasconda mai. Per non rifugiarsi magari in un illusorio e inautentico ruolo sociale prestigioso, all’interno di luoghi privilegiati, santi e fuori da ogni sospetto. La stessa sana esortazione da dare a un gay che pensasse di sposare una donna, rovinando la propria e l’altrui vita per sempre.
Questa mia interpretazione potrebbe essere un’illusione o quantomeno una forzatura, in quanto non sostenuta da cambi di dottrina, che non ci sono stati. Certo, da psicologo ti suggerirei di utilizzare un altro livello di comprensione: ci sono dinamiche pesanti che portano noi gay a non avere sempre tutta la forza necessaria per affrontare un mondo di cui siamo ospiti minoritari e spesso o quasi sempre sgraditi.
La Chiesa cattolica ha già il suo ruolo atroce e condizionante in queste dinamiche. Questa tua “indelicatezza” dei giorni scorsi potrà essere stata la decisiva mossa suicida per la credibilità spirituale, umana e culturale della Chiesa cattolica nel mondo (e che ciò accada alle soglie della Terza guerra mondiale è raccapricciante). Per evitare lo scisma interno, è stato perpetrato lo scisma più terribile: quello tra il popolo laico di Dio ed il popolo del clero e dell’Istituzione. “Meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera” (Giovanni 11,50).
Ma io che di professione interpreto le parole e faccio l’ottimista per mestiere, voglio leggere la tua uscita come se rappresentasse veramente un simile messaggio: “Coraggio, vivete liberi nel mondo, fuori dalle mura dell’insospettabilità, del nascondimento, della finzione e dei privilegi”. E se non sei tu, il Papa, a dirmelo, so che il mio Signore me lo dice, anche se certamente utilizzerebbe parole da gentiluomo e da convinto anticlericale.