Papà, mamma sono lesbica! Volete vedermi per come sono?
Testimonianza di Marta Serrano pubblicata sul sito della rivista lesbica MIRALES (Spagna) il 1 maggio 2011, liberamente tradotta da Sole
Alla maggior parte degli adolescenti risulta difficile andare d’accordo con i propri genitori; si sentono incompresi e così le discussioni e i litigi sono all’ordine del giorno.
Nel mio caso, il rapporto con i miei è … difficile da definire. Non abbiamo proprio un cattivo rapporto; certo, bisticciamo come tutti ma, dal punto di vista della comunicazione, fra noi le cose non vanno affatto bene. I miei genitori, specialmente mia madre, temono l’opinione che gli altri hanno di loro e della loro famiglia. Allora, si mettono una benda sugli occhi per non vedere quello che non vogliono.
Sanno come mi chiamo, di che giorno sono nata, cosa faccio la sera e che vivo con loro (questo lo hanno ben presente). Ma poi, a parte questo, cosa sanno veramente di me?
Non sanno niente di me. Non conoscono i miei gusti, i miei hobby, non sanno quali materie ci insegnano a scuola e quindi, in pratica, cosa facciamo; non sanno che voti ho preso, che compiti ho fatto, a meno che non lo sappiano da me. Non sanno che ora vi sto scrivendo e neanche se ho una ragazza o un ragazzo, non sanno che sono lesbica. Non sanno cosa voglio fare tra qualche anno, qual è il mio obiettivo nella vita. Non conoscono nemmeno la metà dei miei amici. Non sanno i problemi che ho affrontato finora, né quali siano stati i giorni più felici della mia vita.
Inoltre, quando parliamo e io cerco di difendere le mie idee e le mie opinioni, cercano di nascondere la propria ignoranza con la frase: “Marta, hai tanti grilli per la testa!” Questo mi lascia di stucco perché, in realtà, i miei professori e le persone a me vicine mi dicono esattamente il contrario, ossia che ho le idee ben chiare, e mi ritengono in grado di battermi per raggiungere i miei scopi.
Ad ogni modo, non credo che sia così strano volermene andare a studiare fuori e nel frattempo lavorare e sostenere che per me sarebbe uno smacco se, a 25 anni, avessi abitato con i miei genitori e se questi avessero dovuto mantenermi. Penso davvero che si sbaglino; e che lo sappiano che si sbagliano.
Quest’anno so di aver loro dimostrato senza dubbio di fare tutto quello che mi sono prefissata di fare: andare a scuola la mattina, andare a lezione di lingua il pomeriggio, andare a letto alle cinque del mattino tutti i venerdì per tenere i corsi di ripasso, in modo da non chiedere soldi ai miei genitori.
Quello che mi fa più male, mi fa davvero male, è non poter dir loro che sono lesbica; mi fa male sapere che non hanno fiducia in me, mi fa male sapere che non si informino su di me, sulla mia vita, ma che sia più importante per loro quello che pensa la gente, anziché dare importanza alle proprie opinioni.
Comunque, ho la fortuna di avere degli zii e dei cugini che apprezzano i bei voti che prendo a scuola, che sono orgogliosi di me così come sono, che mi fanno i complimenti se vinco una competizione, che mi sostengono quando mi batto per ottenere quello che voglio …
E so che se un giorno avrò mai un problema, qualunque esso sia, saranno al mio fianco per aiutarmi, senza dar peso a quello che pensano gli altri.
Sto raccontando tutto questo perché ci sono molti adolescenti là fuori che non hanno alcun sostegno, che non hanno nessuno con cui parlare, in famiglia; ci sono ragazzi e ragazze i cui genitori non li accettano, che si nascondono e vivono un’altra vita, per la paura che si portano dentro.
Dal mio punto di vista, avere una zia, un cugino o una cugina a cui raccontare con chi sei stata, cos’hai fatto la sera prima e con cui sfogarti quando ti succede qualcosa, sicura che saranno sempre con te, succeda quel che succeda, è molto importante.
Per tutto questo, grazie…!
Testo originale: Papá, mamá, ¿nos conocemos?