Perché è importante parlare apertamente di questioni LGBT
Testo tratto dal progetto Straight for Equality (Eterosessuali per la parità), pubblicato sul sito dell’associazione LGBT PFLAG (Stati Uniti), liberamente tradotto da Chiara Spasari, quarta parte
Punto due: parlarne. Ci sono passati tutti. Che fossero a sfondo razzista, sessista o omofobo, tutti abbiamo sentito battute che sapevamo essere offensive, ma per un motivo o per l’altro non abbiamo ribattuto niente.
Che non volessimo essere i poliziotti del web, che ci sentissimo imbarazzati e senza le parole giuste, o non volessimo fare la parte dei guastafeste, sapevamo di dover dire qualcosa… ma non l’abbiamo fatto.
Ci sono battute di spirito e commenti chiaramente tabù (la maggior parte delle persone non oserebbe fare una battuta razzista ad una festa del personale), ma le barzellette sulle persone LGBT continuano a circolare senza trovare molte opposizioni.
Le parole fanno male, e alzare la voce fa la differenza. Significa richiamare chi ti sta intorno e dimostrare che ti importa di come queste “battute” fanno sentire le persone.
Pensate a quel gay non dichiarato che ha sentito quel commento e ha provato vergogna, non potendo rispondere. O pensate a quella donna che ha una figlia lesbica, che non se la sentiva di ribattere perché aveva paura del giudizio dei colleghi.
Il tuo coraggio parla anche per loro.
Problema: “Non volevo farla sentire a disagio”
Pat, 42, dice “Ogni venerdì mattina ci troviamo intorno alla cucina dell’ufficio, a prendere il caffè e parlare di quanto è fantastico Grey’s Anatomy .
La mia collega Mary osservava quanto fosse ingiusto che Isaiah Washington fosse stato licenziato per i suoi commenti sugli omosessuali.
Voglio davvero bene a Mary, lei è mia amica e non volevo farla sentire in imbarazzo o in difficoltà di fronte ad altre persone, ma sentivo davvero il bisogno di dire qualcosa, così ho risposto, ‘E se avesse detto ‘negro’? Saresti così contrariata per il suo licenziamento?’ In un primo momento sembrava infastidita, ma più tardi ne abbiamo parlato meglio, e lei ha ammesso di non averci mai pensato da questo punto di vista”.
Quindi sai che devi dire qualcosa, vuoi dire qualcosa, ma cosa dici?
“L’aiuto da casa”
Come dire “obiezione!” senza arroganza.
Usa l’umorismo.
“Non vorrei passare per guastafeste, ma…”
Usa i fatti.
“Non so se lo sai, ma…”
Facilitare l’empatia.
“Come ti sentiresti se…”
Ma non si tratta solo di barzellette.
Le persone tendono sempre molto a generalizzare, spesso sbagliando, sulla comunità LGBT. Quante volte avete sentito “Si veste bene, deve essere gay”, o “Non le piaccio, deve essere lesbica”? (Non ti viene in mente che magari non le piaci per la battuta che hai appena fatto?)
Disinformazione e stereotipi sono pericolosi e dannosi quanto le battute di spirito, soprattutto quando non incontrano recriminazioni e alla fine vengono comunemente accettati come “dati di fatto.”
L’invito
Sii parte della causa, se non sei parte della comunità LGBT.
La comunità LGBT ha bisogno del tuo aiuto per combattere gli stereotipi, denunciare il carattere offensivo di questo umorismo e impedire l’uso di insulti “accettabili”.
Che sia intorno al ventilatore, in un ristorante, o per strada mentre accompagni i tuoi figli agli allenamenti di calcio, dare voce ai tuoi pensieri può far cambiare idea.
E più lo fai, meno necessario diventerà il tuo intervento, perché le persone cominceranno a cambiare.
La prossima volta che qualcuno fa una battuta sarcastica sulle persone LGBT, o fa un commento basato su uno stereotipo, usa uno dei suggerimenti visti nell’Aiuto da casa per formulare la tua risposta.
Dicevo ad una mia amica che mia sorella sta per sposarsi. Elettrizzata, lei mi ha chiesto “E il fidanzato… cosa fa?”.
Non volevo farla sentire in imbarazzo, così ho sorriso e ho detto “Nessun fidanzato: sposa una ragazza!”. Siamo amici da anni, e sapevo che farla ridere un po’ sarebbe stata la risposta migliore. Osservavo il suo sguardo mentre ponderava quello che avevo detto, e ho capito che aveva dato per scontato che mia sorella fosse etero. Allora ha riso e detto: “Quindi, cosa fa questa ragazza?”. Parlando apertamente, lei ha potuto sapere della mia famiglia, nessuno era a disagio, e sono stato soddisfatto di essere sincero. (Ernesto, 38 anni)
Testo originale (PDF): Guide to being a straight ally