“Parlerò al suo cuore” (Osea 2,16). Noi cristiani nel deserto del coronavirus
Riflessioni* inviateci da don Giovanni di Milano
“Perciò io la sedurrò e la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Osea 2,16).
Nel nostro paese e nella nostra società, l’azione del coronavirus, si diffonde … E così noi siamo giunti a Milano ad un altro giorno di deserto forzato. Scuole, università, luoghi di divertimenti e di cultura sono chiusi o hanno orari limitati; attività lavorative e commerciali ridotte. Perfino il duomo della nostra città e le chiese rimangono aperte solo per la preghiera personale, precluse le celebrazioni delle messe. Vietato ogni assembramento di persone, perfino lo sport nazionale, il calcio, lo si gioca da noi a Milano, a porte chiuse!
Nella città poco trafficata e popolata, i mezzi pubblici col loro scorrazzare nelle strade e sotto terra ad orario normale fanno di tutto per ricordare ai cittadini che, nonostante tutto, la vita continua anche se sono pochi i passeggeri. Le persone che incontri van di corsa, alcuni con le mascherine (assenti forzate le maschere di carnevale!) .
Ma la Parola di Dio – Giacomo 4,13-16 -, nel silenzio, si fa sentire, basta mettersi in ascolto e cercare cosa mi/ci dice in un simile contesto, non solo per se stessi, ma per gli altri, amici e no e possa gettare il suo fascio di luce in una inedita situazione sociale.
Una parola rivolta a noi, a me, a te e a tutti coloro che si lasciano guidare da Essa e vogliono avere una risposta ai vari perché: come mai che tutte le nostre programmazioni sono andate in frantumi? E l’attività economica ridotta, con ripercussioni non felici sul futuro: perché?
Qualcuno la può scambiare per una punizione, a causa del nostro vivere civile un po’ immorale o altro.
Mentre io mi sono messo in ascolto, Dio non ci può abbandonare in una simile situazione: “E ora a voi, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni», mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare…”.
È bastato un virus, un’entità che non può essere vista ad occhio nudo per poter influire sul nostro modo di vivere, relazionarsi e, quel che peggio, gettare nel dolore e nella morte alcuni, in modo particolare le persone anziane. Incontri e convegni (così importanti ed interessanti) sospesi sine die, viaggi annullati e voli cancellati … All’estero, appena sanno che veniamo dall’Italia, ci rimandano indietro! Dovreste dire invece: «Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello».
Avendo vissuto in un paese islamico per anni, si era soliti sentire questa interiezione pure sulla bocca dei politici, inshallah, se Dio vuole o a Dio piacendo, prima di tutte quelle azioni e progetti da realizzare in futuro. Non è questo un richiamo anche per noi cristiani, a rimettere al centro Dio e non trastullarsi nelle varie mondanità, illudendoci del contrario?
Ma noi, trovandoci in una società alla quale non dà importanza alle Scritture, è naturale che si vada alla ricerca di individuare la prima persona colpita dal Covid-19, rendendosi responsabile di tutto il pandemonio, venendo ad infrangere una routine collaudata e ponendo fine ad una esistenza, almeno da noi, tranquilla, per vedere da dove il tutto ha avuto inizio.
Tuttavia, se per caso si trovasse la causa umana prima, rimarrebbe l’interrogativo di fondo: ”Perché tutto questo?” è logico che ognuno darà la sua risposta sulla base della propria convinzione e fede. Ed è questa domanda ultima che dovremmo porci!
“Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo“. Ricordiamocelo e facciamone tesoro. Che il Signore ci aiuti!!
* Essendo stato impossibilitato a celebrare la messa delle ceneri col popolo, per divieto vescovile, ho letto e meditato ciò che proponeva il lezionario feriale del mercoledì della 7a. settimana per annum, che mi ha detto, ciò che ho cercato di condividere coi “miei centro lettori”.