Well-Chosen Words. Parole per diventare delle comunità cristiane inclusive
Testo tratto da Well-Chosen Words, brochure* a cura della Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti, terza edizione, pubblicata il 30 giugno 2021, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Questa guida a un linguaggio rispettoso, che possa costruire una comunità fondata sull’amore, è inclusiva nel linguaggio che si riferisce al Popolo di Dio, e cerca di espandere il linguaggio che si riferisce a Dio.
La guida è nata dalla collaborazione con l’Office of Gender & Racial Justice (Associazione per la Giustizia Razziale e di Genere), i Racial Equity & Women’s Intercultural Ministries (Ministeri Interculturali per l’Uguaglianza Razziale e delle Donne), Compassion Peace, & Justice Ministries (Ministeri per la Compassione, la Pace e la Giustizia), la ACWC (Conferenza delle Donne della Chiesa Asiatica), Presbyterian Women (Associazione delle Donne Presbiteriane) e la Presbyterian Mission Agency PC(USA) (Missione Presbiteriana degli Stati Uniti).
Linguaggio inclusivo ed espansivo
Utilizzare il linguaggio inclusivo ed espansivo è l’unico modo di riconoscere e celebrare ogni persona, e di includere anche chi è stato storicamente emarginato nella società e nelle Chiese. Questa brochure ha l’obiettivo di rendere più ampie le nostre espressioni che si riferiscono a Dio, e le nostre riflessioni umane sul/la nostro/a Creatore/Creatrice nel contesto di una comunità amorevole.
L’Assemblea Generale della Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti negli anni 1971, 1973, 1975, 1976, 1978, 1980, 1984, 1985, 1986, 1987, 1998, 2000, 2001, 2002 e 2010 ha raccomandato l’uso del linguaggio inclusivo nel culto, nell’istruzione religiosa, nell’editoria, nella riflessione teologica e biblica. Nel 2018 ha approvato la celebrazione dei doni di tutti gli orientamenti sessuali e le identità di genere nella vita della Chiesa, e della piena dignità e umanità di tutte le identità di genere.
Le parole hanno un peso
Il linguaggio non è certo neutrale: ogni parola ha un valore e un significato. Le parole che scegliamo di utilizzare comunicano le nostre credenze, i nostri pensieri e i nostri sentimenti. Il nostro linguaggio è portatore di cultura, e riflette la cultura; può creare sistemi in cui c’è chi è dentro, e c’è chi è fuori. Noi, discepoli di Gesù Cristo, siamo chiamati a camminare in novità di vita e di parola, e siamo quindi chiamati ad avere coscienza che “morte e vita sono in potere della lingua” (Proverbi 18:21a).
Ogni volta che parliamo abbiamo la possibilità di dare la vita scegliendo un linguaggio che dia forza, che sia sensibile al grido degli oppressi, che onori tutti gli esseri umani in quanto Creazione buona di Dio, come ha dimostrato l’evoluzione del linguaggio stesso attraverso le varie epoche. Le parole ben scelte hanno il potere di costruire, invece che di distruggere. L’uso del linguaggio inclusivo ed espansivo evidenzia la nostra capacità di riformare i nostri pensieri su Dio e sul Suo popolo.
Il linguaggio espansivo in riferimento a Dio
Il linguaggio che usiamo per parlare di Dio dovrebbe essere, alla stregua del linguaggio biblico e di quello della nostra tradizione teologica, molto vario e sfaccettato, e questa varietà dovrebbe poi riflettersi nel linguaggio e nella vita della Chiesa.
Invece di utilizzare un ristretto numero di termini per riferirsi a Dio (come per esempio Padre, Creatore, Signore, Onnipotente), dovremmo cercare di attingere al ricco repertorio di immagini che troviamo nel Nuovo e nell’Antico Testamento.
Madre – Numeri 11:12-13; Deuteronomio 32:18; Isaia 42:14; Isaia 46:3–4; Isaia 49:15
Io sono – Esodo 3:14
Donna – Matteo 13:33; Luca 15:8–10; Salmo 123 (122):2
Chioccia – Matteo 23:37; Luca 13:34; Salmo 57 (56):1; Salmo 61 (60):4
Rocca – Isaia 17:10
Sorgente – Geremia 17:13
Aquila – Deuteronomio 32:11–12; Esodo 19:4
Il linguaggio inclusivo per il Popolo di Dio
Parole che escludono —–→ Parole che includono
Fratelli e sorelle, sorellanza, sororità, fratellanza, fraternità —-→ usare Popolo di Dio, umanità
Madre e padre —-→ usare Genitore
L’uomo, uomini e donne, signore e signori —-→ usare Umanità, genere umano, gente
Congregazione —-→ usare Comunità, amicizia, “koinonia”
Laiche e laici —-→ usare Laicato, membro
I nostri padri —-→usare I nostri antenati, i nostri vecchi
Alzatevi in piedi, se potete —-→ usare Elevatevi con il corpo o con lo spirito
Minoranza —-→ usare Gente di colore, popolazione emarginata
Terzo mondo —-→ usare Paesi in via di sviluppo
Costruito dall’uomo —-→ usare Manufatto, costruito dall’umanità, artificiale, sintetico
Straniero, irregolare, clandestino —-→ usare Immigrato, persona senza documenti
Marito e moglie —-→ usare Compagni, sposi, partner
Figli di Dio, figlie e figli di Dio —-→ usare Popolo di Dio
Parole indelicate o offensive con cui ci si riferisce alle persone —-→ usare la sigla “persone LGBTQIA+, queer o altri nominativi con cui vogliono essere chiamate”.
Termini relativi al genere, alla sessualità e all’identità
Alleato/a: persona che sostiene le persone LGBTQIA+, e in vari modi promuove i loro diritti.
Androgino/a: persona che si identifica (o che si presenta) come né particolarmente maschile, né come particolarmente femminile, né con altri contrassegni di genere.
Asessuale: persona che prova scarsa o nulla attrazione/desiderio sessuale per le altre persone.
Attratto/a dallo stesso genere (same-gender-loving): termine preferito da alcuni invece di lesbica, gay o bisessuale per esprimere l’attrazione e l’amore per le persone dello stesso genere. Affonda le radici nella comunità nera, dove è usato molto spesso.
Bisessuale: persona che prova attrazione emotiva, romantica o sessuale per più di un sesso, genere o identità di genere, anche se non necessariamente nello stesso momento, allo stesso modo o con la stessa intensità.
Cisgender: persona la cui identità di genere è coerente con quella associata al sesso assegnato alla nascita.
Coming out (venire fuori, uscire allo scoperto): il processo per cui una persona riconosce e accetta di buon grado il proprio orientamento sessuale o identità di genere, e inizia a informarne gli altri.
Demisessuale: persona che prova attrazione sessuale solamente per colui/lei con cui ha stabilito un’intesa emotiva.
Disforia di genere: condizione clinica per cui una persona non si identifica con il genere che le è stato assegnato alla nascita.
Espressione di genere: modo esteriore di esprimere la propria identità di genere, che può essere o non essere conforme ai comportamenti socialmente definiti e alle caratteristiche normalmente associate alla mascolinità o alla femminilità.
Gay: persona che si identifica come maschio e che prova attrazione emotiva, romantica o sessuale verso altre persone che si identificano come maschio.
Gender-expansive: identità e/o espressione di genere ampia e flessibile, non riconducibile al binarismo di genere.
Gender-fluid: secondo il Dizionario Oxford della lingua inglese, “persona che non si identifica con un singolo genere in maniera fissa; persona che ha o esprime un’identità di genere fluida, non fissata”.
Genderqueer: persona che rifiuta la staticità delle categorie di genere, e la cui identità di genere (e spesso anche il proprio orientamento sessuale) ha la caratteristica della fluidità. Le persone che si identificano come “genderqueer” possono sentirsi sia maschi che femmine, né maschi né femmine, oppure sentirsi completamente al di fuori di tali categorie.
Identità di genere: l’idea interiore che ogni persona ha di se stessa come maschio, femmina, un misto dei due, oppure nessuno dei due; come la persona percepisce, e chiama, se stessa. L’identità di genere di una persona può corrispondere, o non corrispondere, al sesso assegnato alla nascita.
In ricerca (questioning): termine usato per descrivere chi sta esplorando il proprio orientamento sessuale o identità di genere.
Intersessuale, intersex: termine usato per descrivere una vasta gamma di variazioni corporee naturali. In alcuni casi tali tratti sono visibili alla nascita, in altri non sono visibili fino alla pubertà; alcune variazioni cromosomiche di questo tipo, invece, non sono visibili all’esterno.
Lesbica: persona che si identifica come femmina e che prova attrazione emotiva, romantica o sessuale verso altre persone che si identificano come femmine.
LGBTQIA+: acronimo che sta per “lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali”. Il segno + si riferisce al fatto che tale termine si arricchisce sempre di nuove identità.
Non binario/a (non binary): persona che non si identifica in via esclusiva come uomo o donna. Una persona non binaria può identificarsi come uomo e donna al tempo stesso, in un punto tra i due estremi, o ricadere completamente al di fuori di tali categorie. Alcune persone non binarie si identificano anche come transgender.
Non conformità di genere (gender-nonconforming): termine che si riferisce a un’ampia categoria di persone che non si conformano alle tradizionali aspettative sul loro genere, o lei cui espressioni di genere non rientrano in una categoria ben definita.
Non dichiarato/a, velato/a (closeted): persona LGBTQIA+ che non ha rivelato il proprio orientamento sessuale o identità di genere.
Omofobia: la paura, l’odio o il disagio verso le persone che provano attrazione per lo stesso sesso, e verso i loro comportamenti.
Orientamento sessuale: attrazione emotiva, romantica o sessuale, innata, immutabile e persistente per le altre persone.
Outing: divulgare l’identità di qualcuno senza il suo permesso. Fare l’outing di una persona può avere gravi ripercussioni sul suo lavoro, le sue finanze, la sua sicurezza personale, la sua salute mentale ed emotiva, la sua situazione religiosa e famigliare.
Pansessuale: il termine descrive chi prova attrazione emotiva, romantica o sessuale verso persone di qualsiasi genere, non necessariamente nello stesso tempo, allo stesso modo o con la stessa intensità.
Queer: termine spesso usato per descrivere identità e orientamenti fluidi. Sovente usato anche come sinonimo di LGBTQIA+.
Sapiosessualità: orientamento proprio di chi prova attrazione fisica, emotiva o mentale per le persone particolarmente intelligenti.
Transfobia: la paura, l’odio o il disagio, comunque espressi, rivolti verso le persone transgender.
Transgender: termine molto ampio, che si riferisce a coloro la cui identità e/o espressione di genere differisce dalle aspettative culturali legate al sesso loro assegnato alla nascita. Essere transgender non implica uno specifico orientamento sessuale: le persone transgender possono identificarsi come etero, gay, lesbiche, bisessuali etc.; inoltre, il termine non implica necessariamente dei trattamenti medici.
Transizione di genere: il processo attraverso il quale alcune persone cercano di rendere la loro apparenza esteriore coerente con l’identità di genere che sentono interiormente appartenere loro. Alcune persone compiono una transizione sociale, vale a dire che iniziano a vestirsi secondo il genere che sentono proprio, cambiano nome e pronomi e/o vengono socialmente riconosciute come appartenenti a un genere diverso da quello di nascita; altre intraprendono la transizione fisica, modificando il proprio corpo attraverso interventi medici.
Vivere apertamente: condizione in cui una persona LGBTQIA+ si sente a suo agio nell’esserlo pubblicamente, anche se magari non in tutte le situazioni.
* Il versetto biblico è tratto dalla versione Nuova Riveduta.
Testo originale (PDF): Well Chosen Words