Parte dall’Italia l’appello perché il 17 maggio tante veglie di preghiera ricordino a noi cristiani le troppe vittime dell’omofobia
Anche quest’anno nella settimana che precede il 17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia, in tante città italiane e stati europei e del sud america avranno luogo tante veglie di preghiera per ricordare le vittime dell’omofobia.
L’iniziativa è partita dall’Italia 5 anni fa, in maniera del tutto estemporanea, ha avuto negli anni un seguito sempre crescente coinvolgendo un sempre un maggior numero di gruppi di omosessuali credenti, comunità cristiane (cattolica, valdese, battista) e tante associazioni e realtà ecclesiali nelle varie città italiane.
Così i rapporti con le comunità dei credenti e si sono rinforzati e ampliati riuscendo a dare frutti molto positivi.
Basti pensare che nel 2007 furono 13 i gruppi a rispondere all’appello, mentre l’anno scorso le veglie in Italia sono state ben 22, inoltre per la prima volta le veglie ecumeniche per le vittime dell’omofobia si sono svolte anche in Spagna (Madrid, Bilbao, Murcia, Valencia, Ciudad Real, La Coruna), in alcune città dell’America Latina e a Monaco di Baviera (Germania).
La cosa la cosa più bella è stato vedere che anche nella Chiesa Cattolica qualcosa si sta muovendo: nel 2010 in 6 città italiane la veglia è stata celebrata per la prima volta in una parrocchia cattolica; tra queste a Cremona dove il Vescovo Dante Lanfranconi ha presenziato alla celebrazione con una sua omelia.
Considerando che l’Italia è un paese molto chiuso da questo punto di vista a volte specialmente all’inizio non è stato possibile trovare una chiesa o una comunità che potesse dare ospitalità per accogliere una veglia pubblica.
L’esperienza di questi anni è da giudicarsi molto positiva e ha dimostrato che non bisogna stancasi di bussare alla porta, anche se all’inizio sono in pochi a capire. Ricordate l’amico inopportuno di cui ci parlano le scritture?
Occorre solo un po’ pazienza e di buona volontà tenendo presente che lo scopo non è convincere nessuno e neanche andare alla conquista del mondo, ma cercare di condividere un po’ di quella speranza che è in noi.
Se ce l’abbiamo fatta noi possono farcela anche gli altri! Quindi se nella nostra città anche per quest’anno saremo riusciti a riunirci in preghiera, pochi o tanti non importa, questo sarà già un risultato grande.
Saremo riusciti a portare nella nostra città la prova tangibile per tanti omosessuali cristiani che la Chiesa non è solo quella che li esclude.
Sarà’ un modo per dire insieme che la Chiesa anzi le Chiese ci sono, nonostante tutto, e per ricordare che Dio insegna a “non chiamare impuro alcun uomo” (Atti 10,28) .
E, come ricordano alcuni organizzatori, “Se vi unirete con noi nella preghiera questo segno di speranza sarà ancora più forte e significativo e riusciremo a gettare così solide basi per costruire un futuro diverso in cui gay e lesbiche possano essere maggiormente accolti nelle chiese”.
In Italia le veglie di preghiere per ricordare le vittime dell’omofobia saranno organizzate con il sostegno di Gionata, il progetto italiano su Fede e omosessualità, e in Europa con la collaborazione del European forum of lesbian, gay, bisexual & transgender christian groups (Forum europeo dei gruppi cristiani di Lesbiche, gay, bisessuali & transgender).
Per maggiori informazioni e per comunicare la realizzazione di una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia nella tua città puoi visitare il sito web www.gionata.org o scrivere a gionatanews@gmail.com