Pastorale LGBT: gli incontri sorprendenti in una parrocchia cattolica canadese
Articolo di padre Yves Côté pubblicato su La Vie, bollettino della parrocchia cattolica di Saint Pierre Apôtre-Sainte Brigide di Montréal (Canada) nel settembre 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Ecco che la festa del Pride di Montréal è terminata. Anche quest’anno abbiamo vissuto delle belle cose. Queste riflessioni vogliono essere un ringraziamento. Prima di tutto, grazie a tutti gli organisti che hanno partecipato al festival organistico l’Art en Ciel (della parrocchia Saint Pierre Apôtre-Sainte Brigide di Montréal); i concerti sono stati molto apprezzati e hanno permesso a molti di conoscere la nostra chiesa. Ecco, a proposito, un piccolo aneddoto legato a uno dei nostri concerti. Mentre sorvegliavo la chiesa, entrò un giovane, che rimase scioccato nel vedere i drappi arcobaleno (raimbow) che ornavano la chiesa. Dopo qualche minuto si diresse verso di me:
Giovane: “Peccato che la Chiesa Cattolica non sia così aperta ed accogliente.”
Io: “Questa è una chiesa cattolica, giovanotto.”
Giovane: “Romana?”
Io: “Ne esiste forse un’altra? Ma lei è di Montréal?”
Giovane: “No, io sono romeno e sono in visita per il Gay Pride.”
Io: “Allora le do il benvenuto a Montréal e la invito a visitare con tutto comodo la nostra chiesa, che si è fatta bella per accoglierla.”
Due lacrime iniziarono a rigargli le guance. Gli spiegai la nostra pastorale inclusiva e lo invitai a restare da noi, perché di lì a 15 minuti sarebbe iniziato il concerto d’organo. Fece il giro della chiesa e assistette al concerto. Alla fine, mi misi presso l’uscita con un cestino in mano per raccogliere le offerte. Si diresse verso di me e vi depose due banconote, una da venti dollari e una da dieci. Essendo straniero, forse non conosceva il valore della sua offerta; mi affrettai quindi a chiedergli: “Ha presente il valore di questi biglietti?” e lui mi rispose, con l’emozione nella voce: “Carissimo, lei ha presente il valore del momento che ho appena vissuto entrando qui?”.
In seguito, abbiamo avuto la giornata comunitaria. Sono già quattordici anni che andiamo per strada ad annunciare la Buona Novella. Molti e molte di voi hanno risposto all’appello e hanno passato del tempo con noi per accogliere le persone che si sono fermate al nostro stand. Per timore di dimenticare qualche nome, non ne farò nessuno, ma sappiate che siete tutti e tutte ringraziati. Grazie alla nostra presenza in strada, molte persone hanno potuto sentire da noi di essere amate da Dio e che non devono mai dubitarne.
È così che ho incontrato Sarah e Reda, due giovani di vent’anni che hanno trascorso più di un’ora con me e sono state liete di constatare che la Chiesa è capace di uscire dalle sue mura e andare incontro all’altro. L’indomani, grande sorpresa: eccole arrivare per la messa delle 10.30, ostentando orgogliosamente i pesciolini arcobaleno che si erano procurate alla vigilia (del Pride).
A proposito della messa, era da molto che non ascoltavo un’omelia tanto rappresentativa della nostra pastorale. Tendiamo a volte a dimenticare ciò che ci ha resi famosi. La nostra parrocchia ha i suoi colori e la sua specificità e, grazie all’omelia pronunciata dal nostro parroco, tutti e tutte si sono sentiti veramente accolti e invitati a condividere la cena del Signore. E se giudichiamo dagli applausi alla fine, padre Jean-Claude ha saputo toccare più di un cuore.
Penso, tra gli altri, a quella giovane donna che è venuta a trovarmi dopo la messa, tenendo la sua figlioletta per mano, che piangendo mi ha detto: “Vado a messa tutte le domeniche ed è la prima volta che mi sento accolta come madre lesbica. È la primissima volta che ho la gioia di sentire la parola ‘lesbica’ in una chiesa e l’ho sentita proprio quando mia figlia mi ha accompagnata. Grazie. Ecco la Chiesa che voglio far conoscere a mia figlia. Ecco i valori che voglio trasmetterle”.
Presto si rientrerà dalle vacanze, ma intanto godiamoci le ultime belle giornate.
Testo originale (PDF): Salmigondis estival