Per amore dei loro figli LGBT+
Articolo di Joe Borg* pubblicato sul sito di Times of Malta il 7 luglio 2024, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata
Alcune cose che leggi vengono rapidamente dimenticate. Ma altre rimangono impresse nella mente. Niente le cancella. Alcune ti rendono migliore. Altre ti lasciano un sapore amaro che nulla può addolcire.
Un esempio di quest’ultimo tipo di letture è l’intervista rilasciata dal cardinale Raymond Burke, acerrimo nemico di papa Francesco, nel 2014 al sito LifeSiteNews.
Il cardinale disse, in quella occasione, che i genitori non dovrebbero permettere che a Natale un figlio gay porti a casa il suo partner per una riunione di famiglia in cui sono presenti i nipoti. Burke aggiunse che le relazioni tra persone dello stesso sesso rendono le persone «profondamente infelici».
La mancanza di compassione e di rispetto per la verità continua a sconvolgermi.
Fortunatamente, Burke non rappresenta l’indirizzo pastorale della Chiesa guidata da papa Francesco e orientata all’accompagnamento e all’inclusione piuttosto che all’abbandono e all’esclusione.
La recente controversia a proposito dell’uso, da parte del Papa, di un termine offensivo – per il quale si è scusato – è un inconveniente molto spiacevole, che però non annulla l’atteggiamento di fondo del Papa, caratterizzato dalla cura pastorale delle persone.
Questo atteggiamento positivo si riflette nel lavoro dell’associazione Drachma Parents. Si tratta di un gruppo composto da genitori, parenti e amici cattolici di persone LGBT+ che pregano insieme, si incoraggiano a vicenda e accompagnano i loro figli e figlie per «creare maggiore consapevolezza dei benefici e delle opportunità che l’unità, l’inclusione e l’amore possono offrire». Uniscono la loro profonda fede all’amore premuroso per i loro figli. L’atteggiamento gelido di Burke è in netto contrasto con l’atteggiamento affettuoso e fecondo di questi genitori.
Nel 2016 hanno pubblicato il libro Uliedna Rigal (I nostri figli sono un dono). Recentemente ne hanno pubblicato una seconda edizione riveduta, insieme a una versione inglese dello stesso libro.
La dedica del libro mostra come quell’atteggiamento giudicante che porta all’esclusione non solo fa male ma può anche uccidere. Eccola: «A quei genitori che hanno perso uno dei loro figli o figlie lesbiche, gay, bisessuali o transgender a causa del suicidio».
Il libro risponde a cinquanta domande pratiche ed esistenziali affrontate dai genitori di persone LGBT+. Ci sono tante storie, vere e commoventi, raccontate da chi ha dovuto fare i conti con il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere o da genitori che hanno dovuto affrontare questo percorso fatto dai propri figli.
Ecco alcuni esempi delle domande alle quali il libro dà risposta: come è meglio reagire quando un figlio ti informa di essere omosessuale o transgender? Ho fallito come genitore? Devo scegliere tra mio figlio e la Chiesa? Come posso sostenere il mio bambino transgender?
Il libro è tutt’altro che polemico o giudicante. È chiaro, ben spiegato, basato sull’esperienza e, dove necessario, sugli studi scientifici. Ma soprattutto è intessuto di accoglienza e amore incondizionato. Quell’amore di cui si è sentita tanto la mancanza, in molte nazioni e istituzioni, compresa la Chiesa.
Nel 2016, il cardinale tedesco Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha invitato la società nel suo insieme e la Chiesa cattolica a chiedere scusa alle persone gay e lesbiche.
«La storia delle persone omosessuali nella nostra società è una storia terribile, perché abbiamo fatto di tutto per emarginarli. Come Chiesa e come società dobbiamo chiedere scusa».
Purtroppo alcuni cattolici, ad esempio diversi vescovi africani, invece di chiedere scusa, sostengono leggi omofobe. Nel gennaio 2023, papa Francesco, pur attribuendo tali atteggiamenti a specifici contesti culturali, ha commentato dicendo che «questi vescovi devono fare un processo di conversione», applicando «la tenerezza, per favore, quella che Dio ha con ciascuno di noi».
Il libro I nostri figli un dono è pieno di questa tenerezza.
*Padre Joe Borg è un ex redattore di diversi media, docente presso l’Università di Malta e il primo vincitore del Gold Award per il giornalismo.
Testo originario: For the love of their children