“Per amore di Sion non tacerò”. Il grido di Isaia visto dalle persone queer
Riflessioni tratte dal sito del gruppo Kairos, cristiani LGBT+ e i loro genitori di Firenze
«Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché la sua giustizia non risplenda come aurora e la sua salvezza come lampada che brucia» (Isaia 62,1)
Queste parole di Isaia raccontano di un Dio che non smette di lottare finché la sua amata comunità non riceve piena dignità. È un’immagine potente che parla di riscatto, di un nuovo nome e di una terra che finalmente trova la sua identità.
Se riletta in chiave queer, questa profezia risuona come un annuncio di liberazione per le persone LGBT+, e in particolare per le persone transgender, spesso costrette a giustificare la loro esistenza o a combattere per il riconoscimento della loro identità.
Un nuovo nome, una nuova dignità
Nel testo, Gerusalemme viene chiamata con un “nuovo nome” dato da Dio (Isaia 62,2). Questa immagine è straordinaria se pensiamo alle persone transgender, che spesso vivono un percorso di affermazione della loro identità, scegliendo un nome che rispecchi chi sono veramente.
Il processo di transizione, sia sociale che medica, è un cammino di autenticità e rinascita, e in questa promessa di Dio possiamo vedere il riconoscimento della sacralità di ogni persona nel suo essere più profondo².
Isaia descrive inoltre Gerusalemme come una “corona di gloria” nelle mani di Dio (Isaia 62,3). Questa immagine richiama la preziosità di ogni vita e ci invita a vedere le persone LGBT+ e transgender non come individui da tollerare o correggere, ma come esseri umani pieni di bellezza e valore³.
Dall’esclusione alla benedizione
Isaia proclama che il popolo di Dio non sarà più chiamato “terra desolata” né “abbandonato” (Isaia 62,4), ma riceverà un nome che esprima amore e accoglienza. Le persone transgender, che spesso subiscono il rifiuto familiare o religioso, possono vedere in queste parole una speranza radicale: Dio non abbandona, non rifiuta, ma al contrario si compiace della verità di ogni individuo.
In molte tradizioni cristiane, purtroppo, le persone trans vengono escluse o costrette a nascondere chi sono. Eppure, se seguiamo la logica di Isaia, Dio non solo accoglie, ma celebra chi trova il coraggio di vivere autenticamente la propria identità⁴ (Bourg, 2007).
Il testo suggerisce anche una visione nuziale tra Dio e il popolo: “Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” (Isaia 62,5). Questo è un messaggio di amore incondizionato che supera i confini imposti dalle norme sociali: Dio non impone schemi rigidi su chi possiamo essere o chi possiamo amare, ma gioisce della nostra autenticità⁵.
Una voce che non tace
“Per amore di Sion non tacerò” (Isaia 62,1), questa grido profetico può essere interpretata come un appello alla giustizia anche per le persone LGBT+ e transgender. Troppo spesso le istituzioni religiose hanno imposto il silenzio a chi chiedeva dignità e rispetto. Ma Isaia ci ricorda che Dio non tace di fronte all’oppressione e che la giustizia deve brillare come l’aurora⁶.
La storia della Bibbia è attraversata da racconti di trasformazione: da Abramo, che riceve un nuovo nome, a Sara, che concepisce contro ogni aspettativa, fino alla conversione di Paolo. In questo stesso dinamismo, possiamo leggere il cammino delle persone transgender come una testimonianza di vita nuova, in cui la loro identità viene finalmente riconosciuta e celebrata.
Isaia 62 ci invita a vedere la realtà con occhi diversi: a riconoscere che la dignità non è concessa dall’alto, ma è già parte integrante di ogni persona. Dio non chiama nessuno a vivere nella vergogna o nella paura, ma invita ogni essere umano a brillare con la luce della verità. E questa luce non può essere spenta.
_____
1. Dunnavant, Kaleb (2020). Queering the Prophetic: Rethinking Gender in Biblical Interpretation (Queerizzare la profezia: ripensare il genere nell’interpretazione biblica). Fortress Press.
2. Stuart, Elizabeth (2003). Gay and Lesbian Theologies: Repetitions with Critical Difference (Teologie gay e lesbiche: ripetizioni con differenze critiche). Ashgate.
3. Althaus-Reid, Marcella (2001). Indecent Theology: Theological Perversions in Sex, Gender and Politics (Teologia indecente: perversioni teologiche su sesso, genere e politica). Routledge.
4. Bourg, Florence (2007). Where Two or Three Are Gathered: Christian Families as Domestic Churches (Dove due o tre sono riuniti: le famiglie cristiane come chiese domestiche). University of Notre Dame Press.
5. Tamez, Elsa (2018). Through Her Eyes: Women’s Theology from Latin America (Attraverso i suoi occhi: la teologia delle donne in America Latina). Wipf and Stock.
