Per la chiesa cattolica è il tempo della vergogna e dell’espiazione
Lettera aperta del Gruppo del Guado, cristiani LGBT+ di Milano, dopo la bocciatura del DdL Zan da parte del Senato della Repubblica Italiana
Dopo che il Senato ha di fatto bocciato una legge che cercava di arginare l’omofobia e la transfobia, dimostrando ancora una volta che i nostri senatori sono incapaci di dare una risposta valida e tempestiva ai bisogni concreti delle persone, sono due gli episodi che ci hanno maggiormente ferito come omosessuali credenti.
Il primo sono le parole, diffuse proprio ieri, con cui la Congregazione per la Dottrina della Fede ha risposto a una lettera inviata dall’associazione Pro vita & famiglia in cui si chiedeva se «i fedeli di religione cattolica debbano coerentemente opporsi all’approvazione di leggi anti omotransfobia come il disegno di legge Zan». In questa risposta prima si ringrazia questa associazione legata all’estrema destra «per il lavoro e il contributo che svolge», poi si sostiene, con il linguaggio involuto a cui ci hanno purtroppo abituato le congregazioni vaticane, che i fedeli e i politici cattolici hanno il «grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza» [1].
Il secondo sono state invece le parole con cui il presidente della CEI Gualtiero Bassetti ha commentato la bocciatura del DdL Zan [2], definendo “ambiguo” e “intollerante” un testo che aveva come unico obiettivo quello di estendere a omosessuali, transessuali, disabili e donne le tutele già assicurate dalla legge italiana per chi subisce reati legati alla razza, alla nazionalità e alla religione.
Tra l’altro vale la pena sottolineare, in merito alle parole del cardinal Bassetti, che quel era in origine molto chiaro e molto semplice (solo tre articoli) e che si è pian piano complicato proprio per tenere conto delle osservazioni che alcuni settori del mondo cattolico avevano fatto nel corso di un lungo percorso caratterizzato da quella «riflessione diretta» e da quel «confronto franco» che il cardinal Bassetti sembra non aver visto (forse, lui e i suoi colleghi, erano troppo impegnati nel sostenere, contro ogni evidenza, che una legge contro l’omotransfobia era inutile, come recitava il comunicato che avevano diffuso il 10 giugno del 2020).
Questi due episodi ci feriscono perché rappresentano l’ennesima entrata a gamba tesa della gerarchia cattolica contro qualunque riconoscimento del fatto che l’esperienza degli omosessuali e dei transessuali debba essere non solo tollerata, ma anche riconosciuta, tutelata e valorizzata nella sua diversità.
Ci viene in mente quello che ha scritto monsignor Pierangelo Sequeri, commentando il 6 ottobre scorso, la notizia il dossier dedicato agli abusi compiuti nella Chiesa francese, quando ha affermato che: «il tema non è come chiedere perdono, ma come espiare».
In quei giorni ci eravamo chiesti come la Chiesa universale (e quindi la Chiesa particolare che sta in Italia) potesse “espiare” i tanti crimini che, in nome di un’autorità che si chiama clericalismo, ha imposto agli uomini e alle donne nel corso dei secoli. E la risposta l’abbiamo trovata in quattro scelte fondamentali: pregare, ascoltare, rinunciare alla pretesa di essere in qualche modo “maestra di umanità” e fare silenzio per un po’ di tempo.
Solo se vivendo con fedeltà queste quattro opzioni di fondo, la Chiesa potrà ritrovare quell’autorevolezza che ha ormai definitivamente perso come dimostra il fatto che i nostri vescovi e i nostri preti si ritrovano sempre più soli in chiese sempre più vuote, mentre la vita germoglia e fiorisce in luoghi inaspettati, come le tantissime piazze in cui all’inizio dell’estate scorsa, centinaia di migliaia di persone, in prevalenza giovani eterosessuali, hanno chiesto che venisse approvato subito quello stesso Disegno di Legge la cui bocciatura i vertici della gerarchia cattolica oggi salutano con favore.
[1] Cfr. Evangelium Vitae, 73 cit. in provitaefamiglia.it/blog/ecco-la-lettera-del-vaticano-contro-il-gender
[2] Cfr. chiesacattolica.it/ddl-zan-comunicato-del-cardinale-presidente-dopo-il-voto-al-senato/
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