Per le donne nella Chiesa cattolica è suonata l’ora del cambiamento
Testo di Mary McAleese* letto al convegno «Why women matter» (Perché le donne contano) organizzato a Roma da Voices of faith l’8 marzo 2018, pubblicato sul sito de Le comite de la jupe (Francia) il 18 aprile 2018, libera traduzione di finesettimana.org
Gli Israeliti sotto il comando di Giosuè hanno girato attorno alle mura della città di Gerico, il settimo giorno al suono della tromba, lanciarono un grande grido di guerra e le mura crollarono (Giosuè 6,1-20). Noi non abbiamo trombe, ma abbiamo voci, voci di fede e siamo qui per gridare, per far cadere le mura della misoginia della nostra Chiesa. Giriamo attorno a queste mura da 55 anni, da quando l’enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII ha sottolineato per la prima volta che la promozione delle donne era uno dei più importanti «segni dei tempi».
[…] Eravamo allora convinte che la Chiesa postconciliare avrebbe stabilito la piena uguaglianza per i suoi 600 milioni di membri femminili. È vero che, dopo il Concilio, sono stati aperti nuovi ruoli e impieghi ai laici, comprese le donne, ma questo ha aumentato la visibilità delle donne in maniera molto marginale e solo in ruoli subalterni, anche nella Curia. E nulla è stato modificato per quanto riguarda il loro potere e la loro possibilità di prendere la parola. Sorprendentemente, dopo il Concilio, i ruoli designati espressamente come appropriati per i laici sono stati deliberatamente esclusi per le donne. I ruoli ufficiali di accolito e di lettore e di diacono permanente sono stati aperti solo ai laici maschi […].
Nel 1976, ci è stato detto che la Chiesa non si considerava autorizzata ad ammettere le donne all’ordinazione presbiterale. Ciò ha impedito alle donne di svolgere un ruolo importante nella leadership, nello sviluppo dottrinale e nella struttura della Chiesa, dato che tali funzioni sono sempre state riservate o filtrate da uomini ordinati. […]
Immaginate questo scenario normativo: papa Francesco convoca un sinodo sul ruolo delle donne nella Chiesa e 350 maschi celibi consigliano il papa su ciò che le donne vogliono realmente! È in questo modo che la nostra Chiesa è diventata ridicola. Per quanto ancora la gerarchia può mantenere la credibilità di un Dio che voglia le cose in questo modo, che voglia una Chiesa in cui le donne sono invisibili e senza voce nella governance della Chiesa, nel discernimento giuridico e dottrinale e nell’assunzione di decisioni?
[…] All’inizio del suo pontificato, papa Francesco ha dichiarato: «Dobbiamo creare ancora più occasioni per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa», affermazione che un erudito della Chiesa descrive come prova della «magnanimità» di Francesco! Siamo chiari, il diritto delle donne all’eguaglianza nella Chiesa deriva essenzialmente dalla giustizia divina. Non dovrebbe dipendere da una benevolenza ad hoc del papa.
Papa Francesco ha descritto le teologhe come “le ciliegine sulla torta”. Si è sbagliato. Le donne sono il lievito nella torta. Sono le principali trasmettitrici della fede ai loro figli. Nel mondo occidentale, la torta della Chiesa non lievita. Le donne se ne vanno dalla Chiesa cattolica in gran numero, perché quelle che si ritiene siano le persone chiave nella formazione della fede dei loro figli non hanno alcuna possibilità di essere delle persone chiave nella formazione della fede cattolica. Non è più accettabile. Solo quattro mesi fa, l’arcivescovo di Dublino, Diamuid Martin, si è sentito obbligato a riconoscere che «lo scarso peso delle donne nella Chiesa cattolica è la principale ragione del sentimento di alienazione nei suoi riguardi in Irlanda oggi».
Eppure, papa Francesco ha detto che «le donne sono più importanti degli uomini perché la Chiesa è donna». Santo Padre, perché non chiedere alle donne se si sentono più importanti degli uomini? Temo che molte risponderanno che vivono la Chiesa come un baluardo maschile di paternalismo condiscendente a cui papa Francesco ha aggiunto il suo contributo.
Giovanni Paolo II ha scritto sul «mistero delle donne». Parlateci come a delle uguali, e non saremo più un mistero! Francesco ha detto che è necessario una «teologia più profonda delle donne». Dio sa che sarebbe difficile trovare una teologia delle donne più superficiale della misoginia mascherata da teologia dietro la quale il magistero oggi si nasconde… […]
Siamo ridotte a parlare tra di noi. Nessun dirigente della Chiesa se ne preoccupa, non solo perché non contiamo per loro, ma anche perché la loro formazione presbiterale li prepara a non trattarci davvero da eguali. […]
Nel 1995, la Congregazione gesuita chiese a Dio la grazia di convertire una Chiesa patriarcale in una Chiesa di persone uguali: una Chiesa in cui le donne contassero davvero, non nella maniera definita dagli uomini per una Chiesa patriarcale, ma alla maniera di Cristo. Solo una Chiesa così, costituita da persone uguali, è degna di Cristo. Solo una Chiesa così può rendere Cristo credibile.
È adesso il tempo per questa Chiesa, papa Franceso. È adesso l’ora del cambiamento.
* Mary Patricia McAleese è un avvocata e giornalista cattolica iralandese, è stata docente universitaria oltre che l’ottavo Presidente della Repubblica d’Irlanda.
Testo originale: Mary McAleese: The time is now for change in the Catholic Church