Per sconfiggere la violenza dell’omofobia abbiamo bisogno di pastori, non di lupi
Dichiarazione di Ichthys, gruppo di cristiane e cristiani omosessuali lgtb di Siviglia (Spagna), 17 maggio 2011, liberamente tradotto da Dino
Noi credenti in Gesù non possiamo restare con le braccia conserte mentre ci sono persone che soffrono a causa dell’omofobia. In oltre 70 Paesi del mondo l’omosessualità è un delitto. E in almeno 7 di essi, il fatto di essere omosessuali può venir punito con la morte. In Spagna continuano a verificarsi ancora molti casi di omofobia, mentre la maggioranza rimane passiva a guardare. Cosa stiamo facendo al riguardo noi cristiani?
Alziamo forse la voce chiedendo giustizia? O forse chiediamo un atto di coraggio ai nostri fratelli che occupano la gerarchia? Siamo capaci di comportarci qualche volta come farebbe Gesù Cristo? In che modo costruiamo il nuovo Regno per tutte e tutti i figli del Padre?
Qualcuno può davvero credere che Gesù di Nazareth approverebbe quelle regole, tradizioni e disposizioni che oggi opprimono le persone riguardo alla loro identità sessuale? Nella Giornata Internazionale di lotta contro l’omofobia, dichiariamo che Cristo è resuscitato per tutte e per tutti, senza distinzione. Crediamo fermamente che Dio ci ha creati così come siamo, e ci ama così come siamo. Niente e nessuno potrà cambiare questa realtà trascendente.
Dio è buono per natura, non può aver creato niente di male. Noi persone omosessuali, lesbiche, bisessuali o transessuali non facciamo nulla di perverso. Soltanto proviamo sentimenti ed esprimiamo la nostra affettività in modo diverso. Chiediamo alle Chiese, e specialmente alla nostra Chiesa cattolica, di essere coraggiosa e di tradurre il Vangelo in amorosa accoglienza verso le persone omosessuali.
Abbiamo bisogno di pastori, non di lupi.
Ichthys. Cristiane e cristiani omosessuali lgbt, Siviglia