Perché dite che “Dio è contro i gay”?

Riflessioni di Jay Michaelson* tratte dal suo libro “God vs. Gay?: The Religious Case for Equality” (Dio è contro i gay? Un caso religioso a favore dell’uguaglianza), Beacon Press, 2011. Liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata
Il mito che “Dio è contro i gay” è proprio questo: un mito. Non è vero, non è supportato dalle Scritture e viene smentito ogni giorno dalla vita di persone credenti omosessuali. Eppure, è una delle falsità tra le più diffuse e dannose oggi, e persone più diverse ci credono.
Conservatori religiosi, liberali laici e milioni di persone appartenenti all’intero panorama delle opinioni politiche e religiose su questo tema si parlano senza ascoltarsi, concordandosi animatamente sul fatto che si debba scegliere tra “i diritti dei gay” o la religione tradizionale, tra la Costituzione o la Bibbia.
Le persone a favore dei diritti LGBTQ+ non riescono a capire come qualcuno possa opporsi all’accoglienza delle persone o osessuali, mentre chi si oppone non riesce a concepire come si possano cambiare tradizioni millenarie. Il dibattito cosi rimane bloccato.
Ancora peggio, questo conflitto è anche interno, dentro ciascuno di noi che ha vissuromil conflitto tra la sua sessualità e la religione.
Ho lavorato nelle comunità religiose LGBTQ+ per oltre un decennio e, in questo periodo, ho incontrato migliaia di persone ferite da quello che percepiscono come un conflitto tra religione e omosessualità. Ho offerto supporto a famiglie divise, a persone LGBT+ i cui genitori li incontrano al supermercato ma fanno finta che non esistono.
Prima di riuscire a conciliare la mia sessualità con la mia spiritualità, anch’io ho provato quel conflitto e mi sono chiesto perché Dio mi avesse maledetto.
Finché continuerà a esistere la falsa scelta tra Dio e l’essere gay, i nostri fratelli, sorelle, cugini e amici continueranno a soffrire, a tormentarsi e a essere esclusi dalle loro famiglie e dalle loro comunità di fede. Tutto questo è inutile.
Le persone credenti dovrebbero sostenere l’uguaglianza, l’inclusione e la dignità per le minoranze sessuali proprio in virtù delle loro tradizioni religiose, non malgrado esse.
Non solo la Bibbia non dice ciò che alcuni sostengono, ma la Bibbia e secoli di insegnamenti religiosi nells tradiziona cristiana ed ebraica offrono un forte sostegno a quello che talvolta sono definiti come “i diritti gay”.
Avete capito bene: idiritti dei gay. Anche se ci sono una mezza dozzina di versetti biblici che potrebbero dire qualcosa su alcune forme di comportamento tra persone dello stesso sesso, ciò che affermano è ambiguo, limitato e ampiamente frainteso.
Nel frattempo, ci sono centinaia di altri versetti che ci insegnano l’importanza dell’amore, della giustizia e delle relazioni sacre.
So che può sembrare insolito o persino eretico dirlo, ma dopo approfondite ricerche (sia all’interno della mia tradizione ebraica che, come studioso di religione e attivista interreligioso, in molte tradizioni cristiane), dopo anni di riflessione interiore e anni di lavoro con persone credenti omosessuali, credo sinceramente che i nostri valori religiosi condivisi ci chiamino a sostenere l’uguaglianza, la dignità e la piena inclusione delle minoranze sessuali e di genere, cioè delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
Quindi, se sei una persona che si confronta su religione e dell’omosessualità; se stai mettendo in discussione la tua sessualità; se stai cercando di conciliare la tua fede con la sessualità di un amico o di un familiare; se sei un pastore che cerca di rimanere fedele ai propri ideali ma di essere compassionevole verso i propri parrocchiani; o, indipendentemente dalle tue opinioni religiose o non religiose, se sei preoccupato per il tono dannoso e polarizzante delle discussioni sull’omosessualità, ti capisco. Ero come te. E queste parole sono per te.
A dire il vero, queste parole sono anche per me. Prima di dichiararmi apertamente, io ero certo che vivere apertamente la mia omosessualità avrebbe segnato la fine della mia vita di fede.
Ero un ebreo ortodosso praticante, e la mia religione dava senso e struttura alla mia vita. Ma reprimevo la mia sessualità, cedendo solo occasionalmente e pentendomene subito dopo, ed ho cercato per anni di cambiare me stesso.
Alla fine, dopo dieci anni di vita chiuso nell’armadio” (closet) come gay – una metafora fin troppo buona per descrivere il mentire a se stessi e agli altri, odiandosi per doverlo farlo – ne avevo abbastanza.
Il dolore, l’isolamento, la solitudine e la vergogna erano diventati così grandi – le relazioni fallimentari con le donne, le discussioni con Dio, l’odio verso me stesso per non riuscire a cambiare – mi avevano portato a decidere di rinunciare alla mia religione per il bene della mia felicità.
Ma quello che ho scoperto è stato uno shock: fare coming out è stato per me la porta per scoprire il vero amore, la fede e la gioia.
La mia relazione con Dio e con la mia comunità religiosa è diventata più forte che mai. Il mio percorso spirituale ha iniziato a dispiegarsi, la mia vita di preghiera si è risvegliata e il mio amore per gli altri esseri umani ha cominciato lentamente a sbocciare e ad espandersi.
La frase che “Dio è contro i gay” ha avuto conseguenze personali per me assai dure, ed ho scritto queste parole sia per salvare altre persone dall’inferno che ho vissuto io, sia per chiarire e mettere per idcritto ciò che ho imparato nel corso degli anni, ovvero che affermate che “Dio è contro i gay” non è solo una falsa dicotomia ma una aperta ribellione contro l’immagine accogliente di Dio. (…)
*Jay Michaelson è uno scrittore, giornalista, professore e rabbino americano, noto per il suo attivismo LGBTQ+ e per il suo impegno nel promuovere il dialogo interreligioso. È autore di numerosi libri e collabora con CNN e Rolling Stone come commentatore. Ha vinto il National Jewish Book Award per la saggistica nel 2023 e il New York Society for Professional Journalists Award per la scrittura di opinione. Ha fondato Nehirim, un’organizzazione ebraica LGBTQ+.
Testo originale: Introduction