Perché è sbagliato usare la frase «Maschio e femmina li creò» nelle controversie di genere
Articolo di Richard J. Clifford SJ* pubblicato sul sito di Outreach (USA) il 25 giugno 2023, liberamente tradotto da Diego de La Tenda di Gionata
È comprensibile che ebrei e cristiani si rivolgano alla Bibbia per trovare risposte alle domande contemporanee. Spesso si rivolgono ai capitoli iniziali della Genesi, che raccontano come Dio creò il mondo e gli esseri umani con saggezza. E‘ quindi naturale che noi esseri umani ci rivolgiamo a questi capitoli per imparare come vivere una vita fruttuosa e felice.
Un esempio di interpretazione, o meglio di reinterpretazione, di un versetto della Genesi è la recente revisione della New American Bible e della New Revised Standard Version di Genesi 1, 26 «Facciamo l’uomo» (in ebraico, hā’ādām). New American Bible lo traduce con “esseri umani” e New Revised Standard Version con “genere umano”.
I traduttori hanno riesaminato il versetto basandosi su antichi testi paralleli e hanno sottolineato, abbastanza correttamente, che “uomo” in questo versetto non si riferisce a un singolo maschio (il significato più comune di “uomo” in inglese), ma all’umanità, un significato meno comune in inglese.
Di recente, un’altra controversia ha indirizzato i lettori ai racconti della creazione contenuti nella Genesi. Questa controversia non riguarda il linguaggio inclusivo come in 1,26, ma la frase che segue in Genesi 1, 27: «Li creò maschio e femmina».
Perché questo nuovo interesse? Perché molte persone, soprattutto tra i giovani, affermano che la loro identità di genere non corrisponde al sesso registrato alla nascita e cercano di vivere in base alla loro effettiva identità di genere.
Questo fatto preoccupa coloro che credono che tali affermazioni siano in contrasto con il significato letterale di Genesi 1, 27. Secondo la loro interpretazione, la frase è una garanzia
scritturale per due soli generi. Dio ha stabilito due sessi al momento della creazione e questo atto divino è valido ancora oggi.
Ma la frase contenuta in Genesi 1, 27 nega le affermazioni delle persone transgender citate sopra? Dice almeno qualcosa in merito alla questione? Ecco il versetto completo nella New Revised Standard Version: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò».
Il primo dovere è determinare il contesto del versetto. Fuori dal contesto, la formulazione stessa potrebbe sembrare a sostegno dell’affermazione secondo cui Dio ha dotato la razza umana di soli due generi: maschile e femminile.
Tuttavia questo versetto non deve essere interpretato separatamente dal suo contesto; fa parte di un resoconto della creazione attentamente elaborato, in cui ogni versetto trae significato dal racconto nel suo complesso. Per gran parte dell’Antico Testamento, gli interpreti devono dedurre il contesto dal testo stesso.
Cosa ci dice l’intero racconto della creazione nel primo capitolo della Genesi sul suo contesto e scopo?
Il capitolo apre la Bibbia mostrandoci Dio all’opera, in questo caso la trasformazione magistrale e senza fretta da parte di Dio della massa primordiale oscura e inerte in un mondo armonioso, adatto all’abitazione umana.
Il testo suggerisce che il suo scopo fosse quello di rassicurare una comunità devastata sul fatto che il loro creatore aveva superato il caos e l’immobilità e aveva garantito che gli esseri animati
di ogni tipo (compresi gli esseri umani) avrebbero continuato a esistere nonostante la grave minaccia di estinzione. Il testo raffigura una potente divinità intenta a salvaguardare e
promuovere la vita minacciata.
Altri scritti del periodo descrivono come la comunità lottasse per credere in un Dio che li avrebbe salvati dall’estinzione. Il Salmo 115, 2-3, ad esempio, chiede a Dio con angoscia: «Perché dovrebbero dire le nazioni: / ‘Dov’è il loro Dio?’». I salmi danno poi la loro risposta duramente conquistata: «Il nostro Dio è nei cieli / e fa tutto ciò che vuole».
Il primo capitolo della Genesi risponde ai dubbi della comunità sul proprio futuro mostrando come Dio abbia fatto in modo che tutti gli esseri animati continueranno a esistere attraverso la loro progenie.
Il testo lo fa in un modo sorprendentemente originale, affermando che Dio ha impiantato in ogni creatura vivente un seme (in ebraico, zera’) dal quale nasceranno le generazioni future. La parola “seme” compare sei volte nel testo, tutte riferite alla vita vegetale e animale in Genesi 1.
Per gli esseri umani, tuttavia, il testo usa un’espressione alternativa per esprimere lo stesso concetto «maschio e femmina li creò». “Maschio e femmina” significa quindi che gli esseri umani, per volontà divina, condividono la potenza vitale delle altre forme di vita sulla terra.
L’impegno generoso di Dio nel sostenere la vita umana è il contesto appropriato per interpretare la frase «maschio e femmina li creò».
Nel suo contesto, significa che gli esseri umani hanno lo stesso “meccanismo del seme” che assicura loro che continueranno a esistere generando discendenti che sostituiranno le generazioni precedenti.
Genesi 1, 27 assicura a ogni essere umano, non solo a Israele, che Dio ha impiantato in loro i mezzi per continuare l’esistenza futura della razza umana.
L’aspettativa che questo singolo versetto della Genesi possa dirimere le controversie moderne sul genere è completamente errata. Non vi è alcun indizio che l’autore antico sapesse qualcosa della questione moderna dell’identità di genere. E il testo non ne dà alcun indizio.
Usare l’espressione «maschio e femmina li creò» contro (o a favore) delle discussioni contemporanee sul genere significa leggere nel testo biblico anziché leggere il testo biblico.
*Richard J. Clifford SJ è uno dei principali studiosi dell’Antico Testamento, è il preside fondatore della Scuola di Teologia e Ministero del Boston College e l’ex preside della Scuola di Teologia dei Gesuiti di Weston dal 1983 al 1987. Ex presidente dell’Associazione Biblica Cattolica, ha iniziato a insegnare all’ex Weston College nel 1964 e si è ritirato dal Boston College nel 2023.
Testo originario: Richard J. Clifford, S.J.: Using “Male and female he created them” to adjudicate gender controversies is “thoroughly misguided”