Perché esultate? Ancora una volta sulla vita delle persone LGBT ha vinto il pregiudizio
Riflessioni inviateci da don Paolo Cugini dopo la bocciatura del Ddl Zan da parte del Senato della Repubblica Italiana il 27 ottobre 2021
Raramente firmo un articolo o una riflessione con la sigla: don. Questa volta, però, è più che necessario. Scrivo queste poche righe come membro dell’istituzione Chiesa per dire che il dibattito è aperto, che non è ancora detta l’ultima parola, che ci sono nella Chiesa molte persone che stanno camminando per costruire una società più libera, in cui la dignità di tutte e tutti sia protetta e rispettata.
Questo cammino lo facciamo in nome di Gesù Cristo, che ha detto che lo riconosciamo nei poveri, nei carcerati, nei forestieri, negli esclusi e, tra questi oggi più che mai ci sono i trans, le lesbiche, gli omosessuali, in una sigla che raccoglie tutti: LGBTQ+ (cfr. Mt 25,32s).
Il ddl Zan è una proposta di legge per proteggere le tante vittime di omofobia che ci sono ancora in Italia: perché non è passata?
Come prete che ha scelto di vivere in mezzo al popolo, cercando di mettermi a servizio di tutte le persone che incontro, sono a favore del ddl Zan e la notizia che non è passato al Senato, mi ha rattristato molto.
Mentre leggevo i giornali, pensavo non solo alle tante persone incontrate in questi anni nei gruppi cristiani LGBT, negli incontri con gli operatori pastorali, ma anche alle lettere firmate a sostegno del ddl Zan, l’impegno della rete raccolta attorno Progetto Gionata e al gruppo 3volteGenitori, che raccoglie il cammino dei tanti genitori con figli LGBTQ+.
Tristezza nel vedere i senatori esultare in modo impressionante come se avessero vinto non so cosa. Sono gesti di esultanza che colpiscono, perché esprimono lo stato di confusione di una fetta del popolo italiano che non ha capito la posta in gioco in questa votazione.
Mi rattrista il pensiero che una fetta di Chiesa abbia esultato per il risultato di ieri. Come si fa a non capire che c’è in gioco un pezzo di Vangelo? C’è un cammino nuovo aperto dallo stile di Chiesa popolo d Dio, proposto dal Concilio Vaticano II e che Papa Francesco con coraggio sta rilanciando.
Cammino di Chiesa segnato dalla misericordia del Padre manifestata dallo stile di Gesù, dal suo modo di rivolgersi con attenzione a tutte e tutti, per far sì che nella comunità nessuno si senta escluso, anzi per mettere proprio le persone più emarginate al centro, proprio come faceva Gesù (cfr. Mc 3,1-6). Perché esultare, allora?
In ogni modo, una cosa mi sembra chiara leggendo qua e là i commenti di coloro che da anni camminano con i cristiani LGBTQ+: il movimento è troppo grande per arrestarsi. C’è tanta speranza, tanta voglia di cose nuove, di un’umanità nuova, che non si fermerà dinanzi ad una votazione negativa, passeggera. Si va avanti.
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