Perché la benedizione delle coppie dello stesso sesso non è «al di fuori della Scrittura»
Riflessioni della pastora valdese Dorothee Mack pubblicate sul settimanale Riforma, n.26 del 1 luglio 2011, pag.14
Reagisco all’ultimissima parte della risposta di Paolo Ricca (Riforma n. 22, p.11), là dove si accenna alla questione delle benedizioni delle coppie dello stesso sesso. Io ero tra coloro che avevano dato «semaforo verde» a tale benedizione.
Meglio ancora (o peggio?): nella chiesa valdese di Milano, dopo un percorso comunitario accompagnato, con cura, dai pastori e dal Concistoro all’Assemblea di chiesa, la stragrande maggioranza della nostra comunità ha detto «sì» alla prima benedizione di una nostra coppia omosessuale e questa benedizione si è svolta domenica 26 giugno (2011) durante il culto domenicale.
Devo dire che mi è dispiaciuto dover leggere che la decisione «pro benedizione» sarebbe una decisione praeter Scripturam. Mi è dispiaciuto perché io non sento la necessità di etichettare «come fondamentalisti» coloro che sono sfavorevoli alla benedizione – di conseguenza anch’io, insieme alla mia comunità, non vorrei essere etichettata come quella che prende le decisioni «al di fuori della Scrittura» – un giudizio piuttosto pesante – chiedendo la benedizione di una coppia dello stesso sesso.La scelta a favore della benedizione di tale coppia è avvenuta, nella chiesa valdese di Milano, dopo un attento studio della Bibbia per comprendere il significato e l’uso della benedizione nel mondo della fede ebraica e in quello della chiesa cristiana.
Il gruppo «Varco» (il nostro gruppo locale della Refo) ha prodotto un’ampia riflessione sulla benedizione che si trova sul sito della Chiesa valdese cliccando sulla finestra «fede e omosessualità».
Io stessa ho riassunto e tradotto, per questa finestra e per i nostri incontri comunitari, un documento di studio della chiesa evangelica della Renania del 1996 (per chi legge il tedesco, si trova in Internet all’indirizzo: http://www.ekir.de/www/downloads/EKiR_SuLTuS.pdf) nel quale si trova una definizione di ciò che è una benedizione e un atto di benedizione e qual è la storia e il significato di una benedizione in occasione di un matrimonio (che è un atto unicamente giuridico) per valutare la possibilità di una benedizione di una coppia dello stesso sesso.
Il documento ricorda che: «Il luogo della benedizione è la “soglia”: la soglia della casa, del tempio, dell’anno, la soglia dei cicli della vita (inizio della vita, inizio della genitorialità, inizio dell’età adulta, inizio di una vita condivisa (…). Seguendo la tradizione biblica gli atti di benedizione sono stati inseriti nel culto evangelico come riti di passaggio».
Faccio la pastora alla chiesa valdese di Milano da sei anni, ma provengo da una Chiesa evangelica unita (quella regionale del Baden/Germania) dove era mio compito celebrare dei culti di benedizione, non soltanto in occasione di matrimoni, ma anche di altre «soglie» della vita: la formula trinitaria del battesimo è sempre seguita da un atto di benedizione del battezzato (questo viene proposto anche in alcune liturgie battesimali della Chiesa evangelica valdese) e talvolta anche dei genitori; la chiesa locale invita tutti i bambini che iniziano il ciclo della scuola elementare a un culto di benedizione prima del primo giorno di scuola; in occasione della loro confermazione, i ragazzi vengono benedetti (l’ho fatto anche qui in Italia); quando si celebrano le nozze d’argento o d’oro di una coppia della comunità in chiesa, la benedizione della coppia fa parte del culto.
Inoltre: anche durante le mie visite pastorali ad ammalati e morenti qui a Milano uso spesso una formula di benedizione (in alcuni casi anche con imposizione della mano sulla fronte della persona), come segno della promessa della presenza amorevole di Dio proprio nel momento della sofferenza e del passaggio.
Si dirà: inflazione di benedizioni? «Luteranizzazione» della confessione riformata? Io non penso proprio. Dove si annuncia con convinzione che la situazione di una persona, una relazione d’amore o una fase della vita sia sostenuta dalla promessa di Dio, mi sembra giusto e importante invocare la benedizione del Signore.
Riesco a capire che una persona che utilizzi un approccio più letterale (diciamo anche fondamentalista) per la comprensione della Bibbia non possa essere d’accordo con l’atto dell’Assemblea/Sinodo del 2007 che afferma che «ogni relazione umana d’amore, vissuta in piena reciprocità e libertà, è sostenuta dalla promessa di Dio».
Chi usa un approccio letterale si sente, infatti, «costretto» a credere che l’omosessualità sia contro la volontà di Dio. Ma se un Sinodo, già tre anni fa, dopo lunghi anni di studio dei testi biblici concernenti l’omosessualità, ha dichiarato che anche la relazione d’amore di una coppia dello stesso sesso è sostenuta dalla promessa di Dio, faccio fatica a capire perché la benedizione di una tale coppia dovrebbe essere una decisione «al di fuori della Scrittura».
Solo perché nella Bibbia si trova un versetto come Gen.1, 28 («Dio li – maschio e femmina – benedisse; e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra”…»)? A questo proposito cito ancora una volta il documento della Chiesa della Renania che afferma: «Ma la benedizione nuziale non ha il suo fondamento in questo versetto, perché non parla di matrimonio e non descrive neanche un atto di benedizione, ma racconta semplicemente che Dio benedice gli esseri umani.
Inoltre il versetto 28 è una ripetizione del versetto 22 dove viene raccontato che anche i pesci e gli uccelli siano fecondi. La benedizione nella forma della fecondità viene, dunque, condivisa dagli animali. Chi cerca di vedere nel versetto 28 un accenno all’atto liturgico di benedizione nuziale non potrebbe rifiutare una benedizione di animali».
A Milano abbiamo avuto il grande piacere e la gioia di invocare la benedizione su una coppia gay di credenti che si ama da anni e che si sente sostenuta, nel suo amore, dalla promessa di Dio.
Invocando la benedizione su di loro pensiamo di corrispondere al messaggio biblico che ci ricorda che sono benedetti dal Signore coloro che cercano di vivere la loro vita secondo l’insegnamento di Gesù Cristo(Mt.25, 34).