“Perché la chiesa cattolica odia gli omosessuali?”. Il vescovo di Boston cerca di ascoltare i giovani
Articolo di Michael J. O’Loughlin pubblicato sul sito del settimanale cattolico America (USA) il 23 gennaio 2018, libera traduzione di Innocenzo
Quando all’inizio di gennaio il vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Boston (Stati Uniti) ha chiesto a circa 200 studenti di scuola superiore quali domande avessero per lui, sono emersi rapidamente due temi. Per primo gli hanno chiesto: “perché volevi diventare vescovo?“. Secondo: “perché la chiesa cattolica odia gli omosessuali?“.
Rispondere alla prima domanda è stato facile, ha detto il vescovo Mark O’Connell, dal momento che pochissimi sacerdoti decidono di diventare vescovi.
Ma rispondere alla seconda domanda, che gli viene fatta frequentemente quando incontra i giovani, è stato più difficile. Non perché l’insegnamento della chiesa cattolica sul tema non gli sia chiaro, ma perché le parole che la chiesa usa su questo tema, non sono più comprese da una giovane generazione che vede sempre più la carità come la più alta virtù.
L’esperienza di dialogo che ha avuto con uno studente, dopo la sessione di ascolto di inizio mese, lo ha portato a pubblicare questo messaggio su Twitter per incoraggiare gli altri vescovi cattolici ad ascoltare le preoccupazioni che i giovani cattolici hanno, riguardo a questioni complesse come il genere e la sessualità: “La sera scorsa ho avuto un dibattito con 190 studenti delle scuole superiori. Ho ricevuto da loro domande importanti sull’essere cattolici e sull’identità di genere. Il mio messaggio è che i vescovi hanno bisogno di sentire le loro forti voci per avere un dialogo reale. Io le sto ascoltando“. (#BishopHearMe, 8 gennaio 2018)
“Mi sento ispirato da Papa Francesco nel cercare un linguaggio nuovo che sappia esprimere la bellezza della nostra verità“, ha detto il vescovo O’Connell alla rivista cattolica America in una recente intervista. E a tal fine il vescovo, che è stato parroco di una parrocchia con 2.800 famiglie, ha già tenuto 22 sessioni di ascolto.
Il vescovo O’Connell durante il discorso tenuto alla sua ordinazione vescovile, avvenuta lo scorso agosto, ha ricordato che i responsabili della chiesa sono chiamati a raggiungere i “molti che sentono che la chiesa non li vuole“. Ha ricordato che una parte del ministero pastorale include l’ascolto, “anche dei tanti giovani che, quando pensano alla Chiesa cattolica, non sentono altro per lei che scetticismo e dubbi“.
“Affrontando le nostre debolezze, possiamo sviluppare un linguaggio nuovo e modi nuovi per spiegare la solidità del nostro insegnamento e nuovi modi per mostrare al mondo la bellezza e l’autenticità della nostra fede”. “E se non riusciamo a trovare un nuovo linguaggio, almeno possiamo ascoltare“.
Nell’intervista con la rivista America il vescovo ha chiarito più volte di non boler mettere in discussione l’insegnamento della Chiesa sulle questioni di genere e la sessualità, ma che vuole semplicemente cercare modi migliori per illustrare questi insegnamenti durante questo momento particolarmente “critico” nella vita dei giovani. “Dare loro una cattiva spiegazione della verità, potrebbe far perdere loro la fede per sempre”.
Molti studenti gli dicono che vedono che la chiesa è “crudele” con le persone LGBT, ma secondo lui questa percezione è data, in parte, dalle notizie rilanciate dai media che dicono che “siamo una chiesa bigotta” e che afferma che i cattolici sono degli “oppressori“.
“Questa generazione“, riferendosi agli studenti delle scuole superiori di oggi, “è di buon cuore, non amano le persone che vengono messe a terra, vittime del bullismo”.
Dopo aver riflettuto sulle loro domande, ha detto loro che: “Come chiesa non siamo contro le persone omosessuali, ed abbiamo molti membri omosessuali nella nostra chiesa“. Ha fatto notare che ci sono preti gay che vivono castamente. Ha cercato di impressionare i giovani ricordando che la chiesa non “ha pregiudizi” nei confronti degli omosessuali, ma non ha evitato di presentare l’insegnamento della chiesa sul matrimonio.
Intanto sulle questioni LGBT l’orientamento dei cattolici, negli Stati Uniti, è cambiato profontamente negli ultimi anni. I cattolici statunitensi accettano il matrimonio omosessuale e credono che alle imprese non dovrebbe essere permesso di discriminare le persone LGBT. Anche se, ufficialmente, la chiesa cattolica continua a vietare agli omosessuali di diventare prete, anche se questa regola viene applicata in modo diverso da diocesi a diocesi, e le relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso (continuano ad essere definite come peccaminose. Inoltre, da quando nel 2015 il matrimonio gay è stato legalizzato negli Stati Uniti a livello nazionale, c’è stata una esplosione di licenziamenti di lavoratori nella chiesa cattolica statiunitense a causa della loro omosessualità.
Poi c’è il problema del linguaggio stesso della chiesa, che ha causato molte discussioni tra alcuni cattolici LGBT e i responsabili della chiesa. Il gesuita James Martin, una firma del settimanale cattolico in America, a tal proposito ha pubblicato lo scorso announ libro, in cui ha invitato i responsabili della chiesa a usare i termini “gay” e “lesbica” quando parlano di persone LGBT, piuttosto che il termine clinico “attratti dallo stesso sesso“, usato invece da molti responsabili nella chiesa. Molti ecclesiastici di alto profilo hanno appoggiato padre Martin in questa richiesta, sebbene altri continuino a usare questa etichetta.
Da parte sua, il vescovo O’Connell ha affermato che la ricerca di un linguaggio accettabile nella chiesa è in corso, osservando che anche nella comunità LGBT la lingua continua ad evolversi. “Abbiamo bisogno di lavorare su un linguaggio su cui tutti possiamo essere d’accordo“.
Il ritmo vertiginoso dei cambiamenti per le persone LGBT ha presentato alla chiesa nuove sfide. “Questi non sono vecchi problemi“, ha affermato, mettendo in evidenza in particolare le sfide relative che si stanno aprendo sui diritti delle persone transgender. “Gesù non ha detto: nel 2018, quando parliamo di persone transgender, questa è la risposta”.
I vescovi, ha detto, stanno “lottando” con il problema e lo stanno prendendo in considerazione. “Come possiamo essere gentili?” quando imponiamo politiche (di esclusione) sui bagni e gli spogliatoi nelle istituzioni della chiesa.
Il vescovo ha affermato che i giovani vedono la chiesa come colei che rimprovera sempre gli altri, perciò ha esortato i preti a comportarsi da buoni genitori di fronte ai parrocchiani che non sono sicuri del loro genere o della loro sessualità. Se un bambino dice ad una mamma o a un padre che lei, o lui, sta lottando con la sua identità sessuale, “un buon genitore lo prenderebbe come una richiesta d’aiuto per iniziare un dialogo, non direbbe invece di “Farla finita“.
In alcune delle altre sessioni di ascolto, a cui il vescovo O’Connell ha partecipato, ha ricordato che in esse di solito ci sono due tipi di partecipanti: “le persone confuse perché la chiesa dà troppe regole” e “le persone confuse perché la chiesa” ha tolto “tutte le nostre regole“.
Mentre molte persone hanno ringraziato il vescovo per aver tenuto queste sessioni di ascolto, ha ricordato che non tutti sono stati d’accordo con le sue riflessioni. Una persona gli ha detto che i Vescovi dovrebbero insegnare e non ascoltare. Ma ricorda il Vescovo che dobbiamo prende sul serio l’idea di ascoltare i fedeli, “Non siamo una chiesa che deve avere paura delle domande, ma penso che molta gente abbia paura di queste domande“.
Alla domanda su come i responsabili della Chiesa potrebbero affrontare le domande dei giovani sulle persone LGBT, ha detto che prima dobbiamo “smettere di evitarle“. Ha detto che è “raro” che i vescovi ascoltino le preoccupazioni dei giovani su questi temi, aggiungendo, che “ogni vescovo dovrebbe essere in grado di rispondere adeguatamente a queste domande“.
Ma cosa succede se i giovani non sono impressionati dalle risposte che sentono? “Va bene così“, ha detto il vescovo O’Connell, “i giovani hanno bisogno di dire la loro“. “Quando sono stato ordinato per la prima volta 27 anni fa, i nostri studenti delle scuole superiori erano sconvolti dal fatto che non ci fossero chirichette donne all’altare“. Oggi invece è comune vedere le ragazze che servono in quel ruolo.
Il vescovo Mark O’Connell ha ricordato che “stiamo perdendo tre generazioni di fedeli e abbiamo bisogno di sapere perché“. “Quindi incoraggerei i miei fratelli vescovi ad ascoltare, ascoltando davvero quello che (i fedeli) ci stanno dicendo“.
Testo originale: ‘Why does the church hate gay people?’ Boston bishop seeks to listen to young people