L’Argentina, la prima nazione al mondo per i diritti delle persone transgender
Articolo dell’Associated Press* tratto da npr.org (Stati Uniti), 11 Maggio 2012, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Gli attivisti affermano che ora l’Argentina è la prima nazione al mondo per quanto riguarda i diritti dei transgender, dopo aver concesso la libertà di cambiare il genere legale e fisico semplicemente dietro richiesta, senza doversi sottoporre a preventive valutazioni giudiziarie, psichiatriche e mediche.
La legge sull’identità di genere passata in Senato all’inizio di questo mese è l’ultima di una lista di azioni coraggiose sulle questioni sociali da parte del Governo argentino, che ha anche legalizzato il matrimonio gay due anni fa.
Questi cambiamenti riguardano soprattutto gruppi minoritari, ma sono fondamentali (dice il presidente Cristina Fernandez) per una società democratica che sta ancora facendo i conti con le violazioni dei diritti umani del periodo 1976-1983 e con il paternalismo della Chiesa cattolica romana. Gli attivisti e gli accademici che hanno studiato le leggi e le prassi sull’identità di genere in tutto il mondo hanno detto che nessun altro Paese è arrivato ad accettare l’autodeterminazione del genere.
Negli Stati Uniti e in Europa i transgender devono sottoporsi a esami fisici e mentali e superare una serie di altri ostacoli prima di accedere ai trattamenti per il cambio di sesso. La legge argentina è anche la prima a dare ai cittadini il diritto di cambiare il genere legale senza prima cambiare il corpo, dice Justus Eisfeld, condirettore della Global Action for Trans Equality di New York.
“Il fatto che non ci sia nessun requisito medico (operazioni, trattamenti ormonali, diagnosi) cambia davvero le regole del gioco ed è una cosa unica al mondo. Siamo anni luce avanti a gran parte dei Paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti, molto avanti persino ai Paesi più avanzati” dice Eisfeld, che ha studiato le leggi di 47 Paesi per conto della commissione per i diritti umani del Consiglio d’Europa.
Marcela Romero è nata uomo ma ha cambiato sesso chirurgicamente venticinque anni fa. Ha passato dieci anni nei tribunali argentini prima che un giudice ordinasse allo stato civile di fornirle una nuova carta d’identità che la registrasse come donna. “È qualcosa di umiliante…molti di noi hanno dovuto sopportare test psichiatrici e fisici” dice alla Associated Press. “Con questa legge non dovremo più subire nulla di tutto ciò.”
Marcela, 48 anni, dice che conosce personalmente quaranta transgender che hanno dovuto ottenere il consenso del tribunale per operarsi, e sono ancora in lista d’attesa. Questa legge dovrebbe aiutarli ad ottenere il trattamento richiesto.
Marcela guida l’Associazione Argentina dei Travestiti, Transessuali e Transgender, il cui team legale ha contribuito a redigere la legge con l’aiuto di una coalizione internazionale di gruppi di attivisti che premono sui governi perché abbattano le barriere alla determinazione dell’identità di genere.
Nessuno di questi gruppi è comunque riuscito a trovare dei politici disposti ad andare fino in fondo come quelli argentini.
“Questa legge dice che non è necessario che tu viva come un uomo o come una donna, o che tu cambi la tua anatomia in qualche modo. Dice che quello che dici di essere, sei. E questo è straordinario” dice Katrina Karkazis, una esperta di bioetica dell’università di Stanford che ha scritto “Fixing sex”, uno studio sui confini legali e medici delle questioni di identità di genere negli Stati Uniti.
“Per quanto riguarda le nostre idee più radicate su cosa voglia dire essere maschio o femmina, questo avvenimento le butta per aria in maniera veramente emozionante” dice la Karkazis.
Prossima mossa per il Governo argentino, l’esame approfondito dei codici civile e penale del Paese, un gomitolo di leggi spesso contraddittorie che risale a quasi due secoli fa e che copre tutti gli aspetti della società. Incoraggiati dalla presidente, le commissioni parlamentari, in cui sono rappresentati tutti i partiti più importanti e la Corte Suprema, stanno riesaminando la vasta legislazione per modernizzare l’approccio del Paese su temi quali l’aborto, l’adozione, l’inseminazione artificiale, il divorzio e molti altri temi caldi.
La Chiesa cattolica, che ha avuto un ruolo spropositato nella formazione di questi codici nel corso della storia bicentenaria del Paese, si è opposta a molte riforme sociali, e non solo a quelle che riguardano gay, lesbiche e transgender.
“I legislatori argentini stanno introducendo nella società dei profondi cambiamenti che non rispondono a nessuna richiesta della società, e senza prendere in considerazione le reali conseguenze” si lamenta Nicolas Lafferriere, che dirige il Centro per la Bioetica, la Persona e la Famiglia, di orientamento cattolico, su “Valori religiosi”, una pubblicazione online sponsorizzata dall’arcivescovo di Buenos Aires.
“Ci siamo trovati con le leggi più permissive del mondo in materia. Adesso, per cambiare tutti i registri di stato civile non c’è più bisogno di alcuna giustificazione, a parte un desiderio personale basato sull’autopercezione di qualcuno. Non sarà facile prevedere le conseguenze” avverte Lafferriere. La maggior parte degli Argentini si percepisce ancora come cattolica, e il cattolicesimo rimane la religione ufficiale della nazione.
Ma sempre meno Argentini assistono regolarmente alla Messa, e preti e vescovi non hanno più lo stesso potere dal pulpito. La Chiesa è diventata politicamente così debole che il Governo l’ha trattata più come un utile nemico che come una forza capace di influenzare un grande numero di elettori.
La gerarchia cattolica è anche inesorabilmente collegata alla giunta militare che ha assassinato circa 30.000 persone durante la dittatura. Ambedue all’epoca sostenevano i valori sociali conservatori. Karla Oser, 38 anni, cominciò la terapia ormonale prima che il chirurgo trasformasse il suo organo maschile in una vagina nel 2006, diventando una delle sole quaranta persone ad essersi operate in un ospedale pubblico nel capoluogo di La Plata.
Ma prima, dice Karla, doveva presentarsi a un giudice con la testimonianza di due psicologi, uno psichiatra, un otorinolaringoiatra, un ginecologo e un urologo.
Anche dopo l’operazione, non è riuscita ad ottenere il permesso del giudice per aggiornare la sua carta d’identità, secondo l’annuncio del ministero della salute. La nuova legge la fa sperare, dice: “L’operazione ha cambiato la mia vita e oggi mi auguro che chiunque affronti una situazione simile alla mia possa operarsi senza dover passare attraverso il labirinto giuridico che ho affrontato io.”
Il ministro ha citato Karla annunciando che i chirurghi statali sono ora a disposizione del pubblico, pronti a operare chiunque decida di farlo, senza fare domande di sorta.
* Report realizzato con il contributo di Anita Snow e Almudena Calatrava.
Testo originale: Argentina Gender Rights Law: A New World Standard