Perchè le parole del papa sulle unioni civili sono importanti?
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Articolo di Colleen Dulle* pubblicato sul sito del settimanale gesuita America (Stati Uniti) il 22 ottobre 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte seconda
Queste parole modificano la dottrina della Chiesa? Molti sono preoccupati dalle parole del Papa, che sarebbero in contraddizione con precedenti dichiarazioni sulle unioni civli, in particolare con un documento pubblicato nel 2003 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale afferma che “il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali”.
Secondo il documento, il sostegno di certi politici alle unioni omosessuali sarebbe “gravemente immorale” e “Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società”.
All’epoca il prefetto della Congregazione, al servizio di Giovanni Paolo II, era il cardinale Joseph Ratzinger, che sarebbe poi diventato Benedetto XVI. Chi sostiene che papa Francesco abbia modificato la dottrina della Chiesa, sta dicendo che è in contraddizione con il Magistero di questi due Papi.
Ma Francesco ha davvero modificato la dottrina della Chiesa? Non nel senso che l’abbia alterata ufficialmente, ma in ogni caso il Pontefice sta insegnando attraverso l’esempio come essere più accoglienti e rispettosi verso le persone LGBT, allontanandosi in tal modo da una interpretazione della dottrina che implica una coerente opposizione ai diritti civili delle persone LGBT.
La dottrina cattolica conosce vari livelli: in cima stanno le dichiarazioni dogmatiche papali, che godono dell’infallibilità, e il Magistero dei concili ecumenici, poi vengono le encicliche papali, e poi tutta una serie di altri documenti, atti e dichiarazioni provenienti dal Papa e dalle congregazioni vaticane. Le interviste e i discorsi non fanno parte del Magistero ufficiale, quindi il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede del 2003 costituisce ancora la parola ufficiale della Chiesa sulla questione delle unioni omosessuali, e se i cattolici possano sostenerle. Bisogna però capire se questo lasci o meno spazio per una protezione legale per le coppie omosessuali che non sia equiparata al matrimonio.
Il cardinale William Levada, succeduto a Ratzinger come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, stabilì nel 1997, da arcivescovo di San Francisco e in risposta alla legalizzazione del matrimonio omosessuale in quella città, che avrebbe esteso l’assicurazione sanitaria a ogni persona convivente con qualsiasi impiegato dell’arcidiocesi, a prescindere dal tipo di relazione intercorrente tra le due persone; in questo modo furono coperte sia le coppie omosessuali sia, per esempio, un fratello e una sorella non sposati e conviventi.
Se il documento di cui sopra proibisce la collaborazione con i fautori della legalizzazione delle unioni omosessuali, allora il cardinale Levada, che più tardi avrebbe retto lui stesso la Congregazione, si trovava in opposizione con la dottrina cattolica. Forse riteneva che il documento di Ratzinger si riferisse al matrimonio, non alle unioni civili, e forse è quello che pensa anche Francesco, che parla in modo positivo delle unioni civili senza preoccuparsi che questo possa essere equivalente ad approvare il matrimonio omosessuale, a cui continua ad opporsi.
Quindi no, il Papa non ha modificato la dottrina, ma di certo ha cambiato l’approccio pastorale della Chiesa verso le persone LGBT, un cambiamento che ieri le persone LGBT cattoliche hanno festeggiato, a cominciare dagli attivisti di Dignity e di New Ways Ministry, che però non si fanno illusioni.
Cos’altro ha detto papa Francesco sulle questioni LGBT?
Francesco ha mostrato più volte un approccio di accoglienza verso le persone LGBT cattoliche; ricordiamo la celeberrima frase sui sacerdoti gay “Ma chi sono io per giudicare?”, la sua accoglienza dei genitori e dei membri della Tenda di Gionata e le parole rivolte a Juan Carlos Cruz, un gay sopravvissuto ad abusi sessuali da parte di preti: “Dio ti ha fatto gay”.
Nel documentario le parole del Papa sono accostate alla storia di Andrea Rubera, un gay che ha adottato tre bambini assieme al suo compagno e che ha detto al Pontefice che vorrebbe allevare i suoi figli nell’ambito cattolico, ma è preoccupato che possano venire rifiutati per il fatto di avere due padri. Francesco non gli ha espresso la sua opinione sulla famiglia, ma gli ha detto di non avere paura di andare in chiesa: ora Andrea, assieme alla sua famiglia, fa parte da tre anni di una parrocchia.
Il cambiamento di tono da parte di Francesco, e la preoccupazione che possa modificare la dottrina, ha allargato il baratro tra i cattolici che lo sostengono e gli oppositori, soprattutto negli Stati Uniti.
Molti vescovi, già critici di Francesco, si sono fatti sentire in occasione delle sue nuove dichiarazioni. Monsignor Thomas J. Tobin, vescovo di Providence, nel Rhode Island, ha detto “Le affermazioni del Papa sono in evidente contraddizione con quello che è sempre stato l’insegnamento della Chiesa sulle unioni omosessuali […] La Chiesa non può accettare delle relazioni oggettivamente immorali”.
Monsignor Joseph Strickland, vescovo di Tyler, nel Texas, un altro aperto oppositore di Francesco, ha detto in un’intervista “L’opinione di Francesco viene trasmessa in tutto il mondo, e penso che questo confonda le idee e sia molto pericoloso […] ci sono delle forze del male che vorrebbero distruggere la Chiesa Cattolica”.
Il cardinale Seán O’Malley, consigliere del Papa, ha affermato che Francesco “insegna in maniera forte e coerente che il matrimonio è tra un uomo e una donna, che è indissolubile e che costituisce il piano di Dio per avere dei figli ed allevarli […] approvare le unioni civili non significa approvare gli atti omosessuali […] [Francesco] è ben cosciente della sofferenza e dell’umiliazione delle persone omosessuali rifiutate dalla famiglia e dalla società […]
Il nostro compito è mostrare alle persone che le amiamo, che vogliamo prenderci cura di loro, e che insieme possiamo sforzarci di essere migliori, più generosi, più coraggiosi e più fedeli alla chiamata che Dio ci rivolge”.
* Colleen Dulle è assistente alla produzione audio e video per America. Email: dulle@americamedia.org Twitter: @ColleenDulle
Testo originale: Explainer: What Pope Francis actually said about civil unions—and why it matters