Perchè le persone LGBT che vivono in Polonia devono nascondersi?
Articolo di Juliette Beck pubblicato sul sito del mensile Garcon Magazine (Francia) il 2 giugno 2017, libera traduzione di Marco Galvagno.
La Polonia festeggia il 3 giugno, per la diciassettesima volta della sua storia, il gay pride. È un avvenimento importante per la comunità GLBT polacca, non per la dimensione della manifestazione, ma per la sua portata politica. La manifestazione principale si terrà nella capitale Varsavia, ed è una iniziativa di grande rilevo politico poiché, secondo un recente studio, la Polonia fa parte dei paesi più omofobi d’Europa. Lo studio in questione è stato realizzato da ILGA Europa, e la Polonia è ai primi posti nella classifica della lista nera che riguarda l’uguaglianza dei diritti e delle libertà dei non eterosessuali.
Quale gloria trarre da un paese dove non esistono leggi che proteggano le persone GLBT al di fuori dell’ambito lavorativo. La precisazione è importante, dato che l’unica legge che protegge la comunità GLBT è stata varata nel 2004 quando la Polonia è entrata nell’Unione europea e riguarda l’ambito professionale. La legge vieta ogni tipo di discriminazione fondata sull’orientamento sessuale sul lavoro.
Ovviamente l’unione di due persone dello stesso sesso non è legale. Nel 2015 il parlamento ha respinto una proposta di legge sulle unioni civili e ha rifiutato persino di discutere l’argomento, stessa cosa naturalmente anche per l’adozioni di minori da parte di coppie omosessuali. Per la prevenzione dei reati omofobi, basati sull’odio, il governo polacco fa orecchie da mercante. Le autorità diffondono cifre false sui reati perpetrati contro gli omosessuali e minimizzano la cosa. Secondo un rapporto del 2015 emanato da Amnesty International intitolato “Target by hatred, forgotten by law”, di fronte ai reati omofobi, che non sono riconosciuti dalla legge, il governo non sembra intenzionato ad elaborare una politica di prevenzione, né a ricercare o a punire i responsabili.
Rivendicazioni politiche
Il Pride che si tiene nella capitale polacca è anche chiamato col nome di corteo dell’uguaglianza. Riunisce ogni anno circa duemila persone che sono lì per lottare e difendere i diritti dei gay, non ancora del tutto accettati in questo paese europeo.
Riunisce certo meno persone del suo cugino parigino, ma la posta in gioco e l’ambiente in cui si svolge sono un po’ diversi secondo Kelly Gaillard, uno degli organizzatori. La manifestazione polacca è più politicizzata. In Francia è certo l’occasione di fare passare messaggi politici e continuare la lotta verso l’accettazione, ma il tutto avviene in un clima festoso.
Al contrario il gay pride polacco è molto più serio per conservare una buona immagine e fare passare messaggi contro la discriminazione. Inoltre sono state prese molte misure di sicurezza, dopo che il sindaco di Varsavia aveva vietato il pride sia nel 2004, che nel 2011.
Involuzione
Attualmente la metà della popolazione polacca vede gli omosessuali e più in generale le persone LGBT in modo negativo. Si divide in due gruppi: da un lato quelli che pensano i gay non siano davvero discriminati e se hanno brutte esperienze se le sono andate a cercare. Dall’altro vi sono i moralizzatori che pensano che essere omosessuali sia un peccato.
La società polacca è dunque divisa sul tema dell’omosessualità. I giovani hanno una mentalità più aperta, ma i conservatori sono la maggioranza. Inoltre la salita al pontere, del 2015, di un governo di destra (PIS) ha accentuato ancora di più le fratture esistenti.
Dall’insediamento del governo di destra le le lingue si sono sciolte e le frasi che incitano all’odio verso i gay sono diventate moneta corrente e non vengono certo sanzionate.
Pur di fronte a un sostegno così scarso da parte del governo le persone GLBT non perdono la speranza e vedono in maniera positiva l’avvenire dei gay polacchi, che possono contare sul sostegno della comunità cattolica progressista, favorevole al matrimonio per tutti, che ispira nella gente un forte senso di speranza per la battaglia sui diritti civili delle persone GLBT.
Testo originale: Pologne: Pour vivre heureux faut-il vivre caché?