Perché l’idea di famiglia oggi include quelle gay
Riflessioni di Marino Niola tratte da Il venerdì di Repubblica, 13 maggio 2011, p.67
Siamo aperti a tutte le famiglie? Qualcuno ancora no. Almeno stando alle reazioni suscitate da alcune campagne pubblicitarie rivolte a famiglie diverse da quella tradizionale. Due ragazzi mano nella mano, due ragazze mano nella mano.
Un target che viene allo scoperto e che il mercato contribuisce far riconoscere. Mostrando come, di fatto, in aree sempre più vaste della società certe trasformazioni siano già nelle cose.
E soprattutto che il significato della parola famiglia è ormai abbondantemente cambiato. Almeno nelle demovcrazie occidentali.
Il matrimonio, la parentela, l’amore non sono più quelli di una volta. Eppure esistono. Cinquant’anni fa un’unione senza figli sarebbe stata considerata innaturale. Oggi è una scelta come un’altra.
E se nella mentalità collettiva la coppia non ha come unico fine la riproduzione, ma diventa un’alleanza tra due individui che si amano e decidono di condividere una parte della loro vita, l’idea di una famiglia omo non ha nulla di innaturale.
Oltretutto l’idea stessa di natura è cambiata profondamente grazie alle scoperte della scienza e all’evoluzione del costume.
In realtà il progresso e il benessere dell’Occidente si basano proprio sugli ampi margini di libertà di cui godono gli individui e sulla rapidità dei sistemi sociali di metabolizzare le trasformazioni.
Piaccia o no, non siamo più una società governata dalla tradizione. E il cambiamento è il motore della nostra storia. Dentro e fuori la famiglia.