Perché l’idea di una Santa Cena con le drag queen scandalizza alcuni seguaci di Cristo?
Riflessioni di Gianni Geraci
A distanza di una settimana dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi vorrei chiedere a ciascuno di noi di fare un esame di coscienza.
In particolare, vorrei chiedere di fare un esame di coscienza su quel quadro, interpretato da alcune Drag Queen che, per molti, altro non era se non una parodia dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
Il primo giorno più di una persona ha gridato allo scandalo, mentre in tantissimi hanno sostenuto che, scandalo o meno, era indubbio che la trovata di proporre una scena che richiamasse il capolavoro vinciano, facendola interpretare a un gruppo di Drag Queen, era, in ogni caso, una scelta di cattivo gusto che si poteva evitare.
La cosa ha iniziato a diventare seria quando i vescovi francesi hanno parlato di: «Scene di scherno e derisione del cristianesimo» e il presidente della Pontificia accademia per la vita ha parlato di: «Una blasfema derisione di uno dei momenti più santi del cristianesimo».
Dopo queste reazioni, le precisazioni da parte dei responsabili della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, che hanno precisato che il riferimento iconografico della scena incriminata non era il Cenacolo vinciano (che, come tutti sanno, è conservato in Italia), bensì il Festino degli Dei di Harmensz van Bijlert che, invece, è conservato in Francia.
I giorni successivi è stato tutto uno scambio di accuse: da un lato moltissime persone che hanno fatto propri i sentimenti del Sommo Sacerdote nel Sinedrio che, davanti a Gesù, si è stracciato le vesti dicendo di essere in presenza di una bestemmia; dall’altra molte altre persone che minimizzavano l’episodio dicendo che c’era stato un equivoco e che era colpa dei cattolici se vedevano la malizia là dove non c’era.
A distanza di una settimana, quando lo scontro su quella che in molti chiamano l’ideologia Woke si è spostato su altri argomenti vorrei sommessamente proporre un umile esame di coscienza ai tanti che, come me, si sono sentiti a disagio nel vedere una scena in cui, ai personaggi dipinti da Leonardo, venivano sovrapposte alcune Drag Queen più o meno vistose (e, tra queste, Barbara Butch, la dj che occupava abbondantemente il centro della scena era senz’altro la più vistosa).
Quasi subito mi è venuto in mente un quadro che ho visto in una trattoria tipica napoletana che c’è a Milano: anche lì c’è una parodia dell’Ultima Cena di Leonardo con Sofia Loren al posto di Gesù e con un sacco di personaggi cari al popolo di Napoli al posto degli apostoli. Questo mi ha spinto a chiedere a Google di farmi vedere un po’ di «parodie dell’Ultima Cena».
I risultati sono tantissimi: da quella con l’aquila statunitense al posto di Gesù, a quella in versione digitale, dove Gesù non viene ascoltato dai suoi discepoli intenti a guardare i cellulari e i pc che hanno davanti; da quella con i personaggi della Disney a quella con i Simpson; da quella in cui, al centro c’è Mao Tze Tung, a quella in cui spicca l’insegna di McDonald.
Di fronte a tanta varietà di “provocazioni” su quello che monsignor Paglia ha definito: «Uno dei momenti più santi della cristianità» perché le reazioni ci sono state solo adesso che la scena è stata interpretata da alcune Drag Queen? Forse perché per la prima volta, una parodia del genere, veniva trasmessa in mondovisione.
Io credo però che ci sia anche un altro motivo dietro alle voci che hanno parlato di blasfemia, ovvero la presenza di alcuni “irregolari” che hanno che fanno, della trasgressione e della irregolarità, il motivo del loro successo.
E così il pensiero è andato di nuovo agli ultimi versetti di Matteo 26, quelli in cui «Il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: “Ha bestemmiato!”» scandalizzato, dal fatto che Gesù, un “irregolare”, perché veniva dalla Galilea (Gv 7,52), osasse rivendicare un rapporto privilegiato con Dio. E sono proprio questi versetti che mi hanno ispirato l’atteggiamento giusto da tenere di fronte alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi, in cui all’indignazione di alcuni (che hanno parlato di “bestemmia”) ha fatto da contraltare l’ipocrisia di altri (che hanno fatto finta di cadere dal pero quando milioni di persone hanno visto una parodia dell’Ultima cena di Leonardo).
Se infatti andiamo a leggere i versetti che seguono all’episodio in cui Gesù viene accusato di essere blasfemo, vedremo che l’autore di Giovanni racconta il tradimento di Pietro che, di fronte alle affermazioni dei servi del Sommo Sacerdote: «Cominciò a imprecare e a giurare dicendo: “Non conosco quell’uomo”».
E così ho scoperto che anche noi, di fronte a episodi simili a quello che è capitato a Parigi una settimana fa, rischiamo di tradire il Signore come ha fatto Pietro, mettendoci a imprecare e a dichiarare senza ricordare a noi stessi e agli altri che, visto che ogni uomo e ogni donna è un’icona di Gesù, anche le persone che ci imbarazzano come certe Drag Queen, sono state create a sua immagine e non vanno mai rinnegate.