Perché parlare di omosessualità e omofobia nelle scuole?
Testo tratto dal sito lambda-education (Svizzera), liberamente tradotto da Francesca Macilletti
Perché parlare di omosessualità e omofobia nelle scuole?
I fatti:
· Il 5-10% della popolazione è omosessuale (Etude Kinsey, 1950).
· L’omosessualità è un argomento tabù nelle scuole.
· I bambini crescono nell’assenza di informazioni positive sull’omosessualità e conoscono l’omofobia sin dalla più tenera età.
· La presa di coscienza della propria omosessualità avviene generalmente tra i 12 e i 17 anni.
· Un giovane gay su 4 ha tentato il suicidio (Studio del Dr Cochand, CHUV, 2000, mandato dell’Ufficio federale della Sanità Pubblica).
Perché parlarne nelle scuole?
· In ogni classe, ci sono studenti che si sentono attratti da persone del loro stesso sesso.
· In ogni scuola, ci sono insegnanti gay o lesbiche. La maggior pare di loro nasconde il proprio orientamento affettivo.
· I ⅔ dei genitori, reagiscono in modo negativo all’annuncio dell’omosessualità dei figli. La scuola deve poter essere un luogo di accoglienza e sostegno.
· La violenza verbale e fisica nei confronti degli omosessuali è presente nei corridoi delle scuole.
Cosa possono fare le scuole?
· Affrontare i temi dell’omosessualità e dell’omofobia, così come vengono affrontati altri temi sociali (razzismo, famiglia, discriminazione, amore, ecc).
· Includere delle rappresentazioni di persone omosessuali nei loro programmi d’insegnamento (lingue, letteratura, scienze).
· Mettere a disposizione delle risorse concernenti l’omosessualità nei centri di documentazione (libri, film, brochure, indirizzi, ecc).
· Creare un clima di accettazione di tutte le diversità e permettere agli allievi e agli insegnanti omosessuali di vivere senza nascondersi.
· Formare il personale insegnante sulle tematiche dell’omosessualità e dell’omofobia (cf. ateliers de sensibilisation).
· Informare e rassicurare i genitori degli allievi e includere i genitori degli allievi omosessuali negli scambi di informazione.
La scuola è una delle chiavi essenziali della crescita: insegna la vita in comune e prepara i giovani ad affrontare il futuro. È un ambiente nel quale ogni studente deve potersi sentire sicuro e sviluppare la sua personalità in un clima sano e incoraggiante. Purtroppo, questo postulato non è valido per la maggior parte dei giovani gay e lesbiche che frequentano le scuole svizzere.
Gli adolescenti che si identificano come gay, lesbiche o bisessuali, non hanno punti di riferimento e fanno fatica a costruirsi un’identità attorno ai loro sentimenti più intimi.
Nella scuola, non vedono la loro realtà riconosciuta o menzionata, se non in termini negativi (insulti, scherni, scherzi, ecc). Non educando su questo tema, le scuole non aiutano i giovani omosessuali a uscire dal loro silenzio lasciando la porta aperta alle violenze verbali e, a volte, a quelle fisiche, delle quali questi giovani sono vittime.
Diversamente da quanto accade per la problematica del razzismo, quella dell’omofobia non viene trattata dagli insegnanti. La scuola può e deve fare in modo che tutti gli allievi possano esprimersi nella loro diversità. Il suo ruolo è di permettere a ognuno di ricevere un’educazione nelle migliori condizioni possibili, di affermare e di valorizzare le personalità e le differenze di ciascun allievo.
A questo titolo, essa deve presentare il tema dell’omosessualità utilizzando un linguaggio positivo, al fine di rispondere alla sua missione di uguaglianza e di educazione per tutti. Una scuola degna di questo nome, deve valorizzare e rispettare ognuno, indipendentemente dall’orientamento sessuale.
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Testo originale: Pourquoi parler d’homosexualité et d’homophobie à l’école?