Perché Santità nel nome della dottrina si continua a minacciare la dignità delle persone LGBTQ+?
Lettera aperta a papa Francesco delle realtà queer cattoliche di lingua spagnola, liberamente tradotta da Elisa Belotti
Dopo il comunicato del Centro Arco-íris (Portogallo), CRISMHOM (comunità cristiana ecumenica di Madrid, Spagna), Dignity USA (Stati Uniti) e Ichtys cristianə LGBTH di Siviglia (Spagna) sulle aggressioni subite alla GMG di Lisbona, sessanta realtà cattoliche iberoamericane queer hanno scritto una lettera aperta al Papa per chiedere giustizia.
Caro papa Francesco, con il massimo amore, rispetto e ammirazione, come persone e comunità LGBTQ+ cattoliche che fanno parte della Rete globale di persone cattoliche arcobaleno (GNRC, Global Network of Rainbow Catholics) nella regione iberoamericana, ci rivolgiamo a Lei.
Cogliamo l’occasione per salutarLa ed esprimerLe la nostra sincera gratitudine per la Sua dedizione e leadership, soprattutto per aprire poco a poco le porte della Chiesa così da renderla più vicina al Cuore compassionevole e misericordioso di Gesù.
Sappiamo degli incontri che ha svolto con persone sessualmente non conformi e le persone che le accompagnano, come padre James Martin, S.J. e l’associazione La Tenda di Gionata.
Questi confronti ci sembrano momenti di speranza e pieni di dialogo, che costruiscono il Regno di Dio.
Conosciamo anche il processo di ascolto realizzato in occasione del Sinodo della Sinodalità, di cui abbiamo fatto parte nelle sue diverse tappe, e sappiamo che la Chiesa si sta ponendo domande sulla nostra attenzione pastorale, come riflette l’epistola Instrumentum laboris della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Ispirati da questi atti di avvicinamento e per via dell’urgente necessità di riflessione e dialogo sulla nostra realtà, desideriamo condividere con Lei l’esistenza di 60 comunità di persone cattoliche LGBTQ+ nella regione iberoamericana.
Dal 2015 abbiamo organizzato una rete stabile e funzionante, presente nei cinque continenti, la quale ci permette di accompagnarci e mantenere il senso di universalità proprio della comunità ecclesiale.
Le nostre comunità sono formate da persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender, intersessuali, non binarie, con altre differenze sessuali, da eterosessuali che ci accompagnsno e da padri e madri di persone LGBTQ+, che desiderano vivere la loro Fede a imitazione delle prime comunità e la cui presenza e i cui doni arricciscono le singole chiese.
Ѐ un fatto innegabile l’esistenza di discorsi e azioni inclusive verso la nostra popolazione in gran parte degli spazi ufficiali della Chiesa Cattolica nell’America Latina, nei Caraibi e nella penisola iberica.
Molte persone LGBTQ+ soffrono in silenzio il disprezzo delle loro famiglie e comunità di riferimento, altre si vedono obbligate a migrare e molte ancora si vedono negati i propri diritti civili, politici, educativi, lavorativi, sanitari, abitativi e famigliari; queste azioni escludenti e discriminatorie hanno fondamento, nella maggior parte dei casi, nelle posizioni moraliste tradizionali, conservatrici e fondamentaliste animate dalle parole di leader dei nostri ambienti ecclesiali. Queste persone hanno bisogno che la Chiesa le ascolti, anche quando non possono gridare.
Nelle nostre diverse comunità accogliamo molte persone che precedentemente vivevano il processo di discernimento della vita religiosa e sacerdotale. Per questo, abbiamo imparato che lo Spirito Santo fa sorgere buone, floride e abbondanti vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa nelle persone LGBTQ+.
Senza dubbio, sono allontanate costantemente perché oneste in merito a proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere nel dialogo di indirizzamento spirituale o di accompagnamento con i propri formatori o superiori. La persecuzione delle persone LGBTQ+ nei seminari e nelle case di formazione genera disonestà e doppi standard di fronte ai propri meccanismi per paura dell’allontanamento.
Costantemente constatiamo la necessità di sensibilizzare e formare sacerdoti e vescovi sui temi legati a genere, diversità, omolesbobitrasfobia perché in molteplici occasioni i loro discorsi pongono in dubbio la nostra esistenza, giudicando le nostre realtà, sentimenti, corporeità, relazioni, espressioni di fede e anche la nostra dignità umana e filiale. Con contenuti esplicitamente escludenti o ambigui, sono fonte di ispirazione affinché le famiglie e le società costruiscano discorsi d’odio ed esclusione. Perciò riteniamo che le dottrine morali non dovrebbero mai porre in pericolo la vita, la dignità, la stabilità emotiva delle persone LGBTQ+.
Santo Padre, crediamo che sia urgente rivedere la formazione dei seminari, delle case di formazione e delle parrocchie sui temi dell’affettività e della sessualità, così come i termini utilizzati nei documenti della Chiesa sulle persone LGBTQ+, in modo che si favorisca un approccio basato sull’accoglienza, la cultura dell’incontro, l’ecclesiologia, la scienza moderna e le scienze umane.
Crediamo fermamente che la diversità sia un dono di Dio che porta benefici all’umanità e si esprime nella Chiesa. Riconoscendoci come persone amate da Dio, ci riconosciamo anche come parte del Popolo di Dio e quindi riteniamo fondamentale renderci visibili con totale libertà, soprattutto quando storicamente ci è stato imposto di mantenere le nostre identità nel silenzio. Sogniamo una Chiesa che legittimi e difenda la nostra esistenza, quella delle nostre famiglie e delle nostre relazioni.
Ci rendono felici notizie come l’invito di persone che ci accompagnano ad assistere al Sinodo. Tuttavia sentiamo di essere “oggetti di studio” del dibattito pastorale.
Nell’ottica di una vera conversione pastorale suggeriamo un cambio di paradigma in modo che l’approccio alla diversità passi da “oggetto” a “soggetto”. Chiediamo una rappresentazione diretta nelle istanze di dialogo, desideriamo partecipare attivamente agli spazi ufficiali, soprattutto nel futuro Sinodo dei Vescovi, dove le nostre voci possono essere ascoltate e le nostre esperienze condivise.
Permettendo la nostra partecipazione, si farebbe un passo cruciale verso l’inclusione e la riconciliazione dentro la comunità cattolica, dimostrando al mondo che la Fede e la Diversità possono coesistere in armonia.
Crediamo nell’importanza di un dialogo rispettoso, caritatevole e delicato dentro la Chiesa, nel quale tutte le voci possano essere considerate. Per questo ci impegniamo a favorire spazi disponibili a un incontro rispettoso con chi guida Chiesa.
A Sua volta, sollecitiamo l’apertura nelle diocesi e nelle conferenze episcopali a generare e partecipare a questo tipo di spazi, apertura che in varie occasioni non abbiamo percepito.
Inoltre riconosciamo e ringraziamo che alcuni vescovi delle nostre regioni si sono già avvicinati con attitudine di ascolto e grande apertura per intavolare un dialogo cordiale con le nostre comunità. Queste attitudini hanno portato con sé la costruzione di ponti e ci hanno dimostrato che questa via è possibile.
I nostri gruppi si appoggiano con gioia al sostegno di sacerdoti e persone religiose consacrate alleate che, molte volte dalla clandestinità, hanno condiviso con noi la loro vita, guida e tempo.
Le assicuriamo le nostre preghiere e impegno affinché, sotto la Sua guida e saggezza, la Chiesa continui ad avanzare verso una maggiore inclusione e comprensione.
Confidiamo che, con la sua leadership, potremo fare dei passi significativi verso una Chiesa che abbracci le persone senza eccezioni. Ringraziamo del tempo dedicato a leggere questa lettera e Le chiediamo la Sua benedizione per le nostre comunità e per tutte le persone sessualmente non conformi, le loro famiglie e amicizie.
Con la speranza dell’intervento dello Spirito Santo che costruisce, anima e santifica la Chiesa.
Le comunità che fanno parte della sezione iberoamericana del GNRC:
Argentina:
- Comunidad Católica Gays y Trans
- Comunidad El Centurión
- Encuentro de Familiares y Amigos de Gays y Lesbianas (EFAG)
- Siquem
Brasile:
- Abraço Cristão
- Cristãos pela Diversidade
- Diversidade Católica Baixada Santista
- Diversidade Católica Campinas
- Diversidade Católica de Ribeirão Preto
- Diversidade Católica do Rio
- Diversidade Católica Fortaleza
- Diversidade Cristã Brasília
- Diversidade Cristã Recife
- Diversidade Cristã Teresina
- Diversidade Cristã Salvador
- Filho de Davi
- Grupo de Acolhimento Pastoral LGBTIA+ Bom Pastor
- Grupo de Acompanhamento Pastoral com Pessoas LGBT
- Grupo de Ação Pastoral da Diversidade de Guarulhos
- Grupo de Ação Pastoral da Diversidade de São Paulo
- Grupo de Oração e Partilha Arco da Aliança
- Grupo Diversidade Católica de BH
- MOPA Movimento Pastoral LGBT “Marielle Franco”
- Pastoral da Diversidade de Nova Iguaçu
- Porta da Misericórdia
- Prisma da Fé
Bolivia:
- Colectivo TLGB de Bolivia
Cile:
- Diversidad Vocal
- Padis†
- Padis† Padres
Colombia:
- Padis† Colombia
Costa Rica:
- Espacio Seguro
Spagna:
- CRISMHOM
- Cristianxs trans
- ICHTHYS Cristian@s LGBTI+H de Sevilla + CVX Familia
- ACGIL
Messico:
- Adamah
- Betania
- Comunidad Espiritual Cuir de Puebla
- Comunidad San Sebastián
- Colectivo Teresa de Cepeda y Ahumada.
- Efetá
- Grupo Puentes
- Hammat
- Havahinam
- Todos somos Lamda
- Comunidad Ecuménica Magdala
- La viña
- Loyola en Victoria
- Kadima
- La casa de las otras ovejas
- Puerta Abierta – Merida.
- Sembrando Unidad en la Diversidad
- Vino nuevo
Nicaragua:
- Grupo Lésbico Artemisa
Paraguay:
- Cristianos Inclusivos del Paraguay
Perù:
- Comunidad Católica de la Diversidad COMOCAD
- Padis† Perú
Portogallo:
- CADIV
Porto Rico:
- Católicxs
Testo originale: Red Global De Personas Católicas Arcoiris Región Iberoamérica, Carta para Papa Francesco (PDF)