“Lascerà suo padre e sua madre…” (Marco 10:2-12)
Riflessioni bibliche* di Giacomo Tessaro**
La famiglia, i suoi problemi e le tematiche che la riguardano è un tema sempre attuale, tanto ai tempi di Gesù quanto nella nostra epoca. Nel nostro brano evangelico vediamo infatti i farisei che interrogano il Maestro sul divorzio, un tema che divideva le varie correnti di pensiero farisaiche.
Vi ricorderete l’episodio del vangelo di Luca (20:27-40) in cui Gesù viene avvicinato dai sadducei che gli fanno una domanda su una donna che sposa sette fratelli e rimane vedova di tutti loro: lì lo scopo era criticare la dottrina della resurrezione dei morti. Qui i farisei intendono, come spesso accade, cogliere in fallo Gesù sulla sua (più o meno presunta) scarsa osservanza della Legge di Mosè. Come possiamo inferire dall’attualità, la famiglia è un “tema caldo” in ogni epoca: come sapete, in ambito cattolico il Sinodo dei vescovi che si sta svolgendo in questi giorni a Roma è ad essa dedicato e anche il nostro Sinodo valdese è tornato sull’argomento diverse volte negli ultimi decenni. Da più di cinquant’anni a questa parte la famiglia è stata messa in discussione in molti modi, o meglio, certe forme di famiglia che si erano cristallizzate in un tipo di società che i lettori più anziani forse ricordano, ma che non fanno più parte dell’orizzonte in cui siamo immersi e che per molti, se non la maggioranza, è l’unico orizzonte mai conosciuto.
Per un ebreo dell’epoca, ma anche per un ebreo e un cristiano di oggi, per chiunque si richiami alla Bibbia, il matrimonio ha un’origine divina, è sanzionato e voluto da Dio fin dalla creazione: “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” leggiamo nel primo capitolo di Genesi al versetto 27. Oggi siamo ben consapevoli di quanto siano complesse l’affettività e la sessualità umana e siamo lontani dai tempi in cui il matrimonio era un obbligo sociale: tutti abbiamo a che fare con persone conviventi, divorziate (magari più di una volta), omosessuali, persone che non hanno mai preso in considerazione il matrimonio. Sappiamo anche come il matrimonio e la famiglia siano i luoghi in cui più facilmente avvengono abusi di vario tipo, in particolare verso le donne e i bambini. A dire la verità, di tutto questo erano consapevoli già gli Israeliti del tempo di Mosè: nella Legge troviamo alcune prescrizioni che cercano di difendere la posizione della donna di fronte al marito e l’appello a non abbandonare le vedove e gli orfani: la mancanza di un marito, di un padre, magari allontanatosi dalla famiglia per capriccio, era una rovina sociale per gli altri membri della famiglia, abbandonati spesso a loro stessi, privi di mezzi di sussistenza.
Il capitolo 24 del Deuteronomio tratta del diritto matrimoniale, che già ai tempi di Gesù era oggetto di discussione tra i dottori della Legge. La condizione della donna era forse leggermente migliore nella società giudaica rispetto ad altri popoli, ma la sua posizione era comunque molto vulnerabile: bastava assai poco perché il marito la potesse ripudiare. I farisei sanno che Gesù reinterpreta la Legge, sottolineando l’individuo e le sue esigenze piuttosto che ciò che è permesso o proibito: pur essendo vicino ai farisei sotto alcuni aspetti, Gesù si fa beffe della loro ossessione per i minuti dettagli di osservanza con cui riempiono la loro vita, fino a non avere più spazio, nel loro cuore, per le persone in carne e ossa che forse potrebbero avere bisogno di una parola di conforto da parte loro. Ricordiamo che Gesù si fa avvicinare volentieri da donne malate e disagiate, donne che potevano avere sofferto per mano di un marito, con grande scandalo di farisei e benpensanti. Leggendo i vangeli si ha l’impressione che le donne siano molto attirate da lui: alcune sono sue discepole e lo sostengono nella sua missione, ascoltano i suoi insegnamenti e lo trattano da pari a pari, senza nessuna soggezione, altre hanno assoluta fiducia nella sua capacità di guarire il corpo e il cuore.
La Legge mosaica, proprio come il codice civile di oggi, cerca di proteggere la donna ma non sempre vi riesce: alla provocazione dei farisei dalla mentalità “giusto/sbagliato”, Gesù pare rispondere con una regola ancora più limitativa: se Mosè ha stabilito il ripudio (che, peraltro, il più delle volte permetteva solo all’uomo di risposarsi) è solamente perché l’uomo è duro di cuore e deve essere tenuto a freno con delle regole; Dio ha creato il maschio e la femmina, che sono destinati a unirsi per la vita, a essere una cosa sola, staccandosi dalla famiglia di origine. Questi versetti hanno dato origine a legislazioni civili e religiose molto restrittive, che con l’andar del tempo, oltre a usurarsi come ogni cosa umana, hanno reso sempre più evidente l’insufficienza delle regole a evitare la violenza e gli abusi nei confronti delle persone più vulnerabili. Gesù in realtà punta ad altro: non gli interessa muoversi all’interno di ciò che è permesso, che era l’obiettivo delle discussioni farisaiche, ma la volontà di Dio per l’uomo e la donna, stabilita fin dalla creazione, nella quale si realizza la libertà dell’essere umano. Naturalmente a tutto questo dobbiamo applicare la stessa logica che è stata di Gesù, ovvero scandagliare la volontà di Dio perché sia sempre a beneficio dell’essere umano nelle situazioni concrete che si trova a vivere volta per volta. Del resto, spesso sono i più accaniti difensori delle regole prese alla lettera i primi a infrangerle.
Sappiamo bene che il divorzio non sempre risolve i problemi delle donne e degli uomini: come alcuni di voi ricorderanno, quando si introdusse nel nostro Paese la legge sul divorzio si temeva che molti avrebbero contratto più matrimoni, seguiti inevitabilmente da divorzi, in barba a ogni impegno e sentimento di fedeltà. Sappiamo anche, come cristiani, che il peccato esiste e che indulgere nei piaceri, dimentichi della nostra dignità e dei sentimenti degli altri, non può essere approvato da Dio; “Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione. Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito” dice l’apostolo Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi (4:7-8). Attenzione però a chi esalta Gesù, nemico di ogni legalismo e di ogni regola che uccide l’essere umano, solo per imprigionare il prossimo in nuovi legalismi e in nuove regole mortifere. La famiglia è un tema sempre attuale e sempre attuali sono i tentativi di regolarla, perché sempre uguale è il cuore dell’essere umano: egoista, vendicativo, prepotente. Questo non vuol dire fossilizzarsi su regole, usi e costumi che nella nostra epoca diventano rapidamente obsoleti; teniamo sempre a mente l’essere umano come è uscito dalle mani del nostro Creatore, con la sua dignità primordiale, che nulla se non l’essere umano stesso gli può togliere, con la sua violenza e la sua mancanza di misericordia; teniamo sempre a mente la prassi di Gesù, secondo la quale l’individuo e i suoi bisogni concreti vengono sempre prima delle regole e delle vane discussioni, e potremo venire incontro ai bisogni delle donne e degli uomini del nostro tempo che vivono accanto a noi; in qualunque condizione di vita essi si trovino, singoli, in coppia, sposati, divorziati, eterosessuali o omosessuali, ricordiamoci della misericordia e della tenerezza di Gesù che sconfiggono ogni legalismo e ogni conformismo livellatore. Il Signore ci conceda di poter essere così sale della società e luce per quanti ci incontreranno e potranno, tramite nostro, incontrare Gesù. Amen
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Dal vangelo di Marco 10:2-12
Dei farisei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito a un marito mandare via la moglie?» Egli rispose loro: «Che cosa vi ha comandato Mosè?» Essi dissero: «Mosè permise di scrivere un atto di ripudio e di mandarla via». Gesù disse loro: «È per la durezza del vostro cuore che Mosè scrisse per voi quella norma; ma al principio della creazione Dio li creò maschio e femmina. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne. Così non sono più due, ma una sola carne. L’uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito».
In casa i discepoli lo interrogarono di nuovo sullo stesso argomento. Egli disse loro: «Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se la moglie ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
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* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia Nuova Riveduta
** Giacomo Tessaro, nato nel 1980, ha cominciato a frequentare la Chiesa Valdese e Metodista nel 2008, dopo molti anni di adesione all’ateismo materialista e dopo una conversione alla fede in Dio maturata nelle sue letture di carattere religioso e filosofico. Sin dagli inizi della sua frequentazione protestante è stato incaricato della predicazione nella sua piccola comunità metodista di Vintebbio, in provincia di Vercelli, per la quale svolge anche compiti di cura pastorale. Ha la passione della scrittura e della traduzione e svolge l’attività di traduttore per il mensile Évangile et Liberté dal 2010, oltre che per il Progetto Gionata – Fede e omosessualità.