Persone Lgbt in Polonia. Tra autoritarismo e clericalismo
Intervista di Alessandro Previti* e Innocenzo Pontillo** ai genitori dii My Rodzice pubblicato su Adista Segni Nuovi, n.1 del 9 gennaio 2021, pp.14-15
In questi mesi la Polonia ha fatto spesso parlare di sé per le imponenti manifestazioni che, nonostante il distanziamento sociale imposto della pandemia, hanno riempito le piazze delle grandi città e dei piccoli centri polacchi. Proteste nate dalla recente decisione di restringere (o rendere quasi impossibile) la possibilità dell’aborto alle donne polacche, su decisione delle forze conservatrici al governo e su pressione di gran parte della gerarchia cattolica polacca.
Abbiamo chiesto di spiegarci cosa sta accadendo in Polonia ai genitori con figli LGBT dell’associazione polacca My Rodzice, che a settembre hanno consegnato una lettera aperta a papa Francesco, in cui gli chiedevano d’intervenire, viste le grandi responsabilità della Chiesa polacca nello scontro in atto nella società polacca.
Partiamo dal nocciolo del problema polacco, il difficile connubio tra autoritarismo e clericalismo: quali sono gli effetti della Chiesa cattolica e dello Stato autoritario sulla società polacca?
Da dopo la Seconda guerra mondiale la Polonia, a causa di molti fattori, si e trasformata in un Paese etnicamente omogeneo e in cui il 90% dei polacchi si dichiara cattolico. Dopo il 1989, con la caduta del regime comunista, sia i governi di destra che di sinistra, hanno continuato a essere molto sensibili alle parole della gerarchia cattolica. Cosi l’aborto, che dal 1956 al 1993 era legale in Polonia fino alla 12a settimana, ha subito sempre più restrizioni.
Hanno cominciato ad aversi i primi scontri nella società polacca quando le autorità governative e la gerarchia cattolica polacca hanno cominciato ad attaccare coloro che erano ritenuti estranei alla società polacca, perché “considerati immorali” (i non credenti), o perché facevano parte di minoranze.
Nell’ultimo anno, grazie a due documentari dei fratelli Siekielski, la discussione sulla pedofilia nella Chiesa polacca ha scosso la società anche perché le gerarchie ecclesiastiche hanno preferito non minimizzare e non occuparsi degli abusi avvenuti al suo interno, facendosi forti del fatto che l’attuale governo e un fedele alleato della gerarchia della Chiesa, cosa che ha provocato altre proteste.
Qual è la situazione delle donne in Polonia?
Le donne polacche hanno pieno diritto di voto dal 28 novembre 1918, ma il loro processo di emancipazione ancora non e finita. Il comunismo garantiva alle donne uguali diritti sul lavoro e nell’accesso all’istruzione, ma non ha mai intaccato il modello di famiglia patriarcale. Le recenti proteste, partite il 27 ottobre 2020, sono state innescate proprio dalla sentenza del Tribunale costituzionale (che ha giudici eletti dal governo), che ha deciso che una delle tre condizioni per cui e consentito l’aborto legale in Polonia e incompatibile con la Costituzione polacca. Questa sentenza ha privato le donne dalla possibilità di abortire quando viene diagnosticata una malformazione del feto.
Legalmente la situazione e irrisolvibile, il tribunale dovrebbe revocare la sentenza, il che e giuridicamente impossibile. Ma sebbene la decisione non sia entrata formalmente in vigore, alcuni ospedali e medici gia si rifiutano di eseguire le procedure abortive. Intanto di fronte alle proteste in corso, il comportamento della polizia nel soffocarle e diventato sempre piu brutale. Cosi la Polonia ha ora una legge sull’aborto assai restrittiva e non c’e modo di cambiare questa situazione.
Qual è invece la situazione delle persone LGBT polacche?
Negli anni ’80, le autorità comuniste erano diventate famose per le loro attività di sorveglianza delle persone LGBT (nome in codice Hyacinth), che erano sorvegliate e schedate in modo da poter essere ricattate sul lavoro, a scuola, ecc. Dopo quasi 40 anni, la Polonia non e cambiata molto.
Certamente si parla di più della vita delle persone LGBT, ma in ambito legale solo il “Codice del lavoro” protegge le persone con un diverso orientamento sessuale, mentre la procedura di transizione resta ancora difficilissima e prevede, ad esempio, l’assenso legale dei propri genitori. Le coppie dello stesso sesso non possono sposarsi, contrarre un’unione civile oppure adottare dei figli.
Il partito al governo, il PiS, si e fatto portatore nella società di un aperto disprezzo verso le persone LGBT. Il presidente polacco in carica ha dichiarato pubblicamente che le persone LGBT «non sono persone, ma un’ideologia», mentre le gerarchie della Chiesa polacca hanno affermato che le persone gay e lesbiche sono una «peste bolscevica». La comunità LGBT e indicata apertamente come un nemico.
Tuttavia, questa situazione ha permesso alla comunità LGBT di essere più visibile. In risposta alle politiche d’odio, nel 2019 sono state organizzate in Polonia 27 marce e sfilate per l’uguaglianza. Nelle città più piccole, spesso tra grida ostili, la comunità LGBT locale ha manifestato per la prima volta.
La tensione è aumentata nel luglio 2019 quando a Bia?ystok c’è stato uno scontro tra i manifestanti e le milizie di destra. A Lublino addirittura sono state portate, fin dentro la marcia dell’uguaglianza, delle bombe pronte ad esplodere. Attualmente si sta verificando una spaccatura netta nella società polacca su questi temi, che non favorisce l’accettazione e la tolleranza, ma solo la polarizzazione delle posizioni. Il 2020 la pandemia da Covid-19 ha bloccato tutti e ha reso impossibile mobilitarsi per cambiare la situazione giuridica delle persone LGBT.
Tuttavia, la situazione sociale e in movimento. Un attivista LGBT è stato arrestato all’inizio di agosto per aver distrutto un manifesto, montato su un furgone, che pubblicizzava messaggi apertamente omofobi. Il suo arresto ha provocato tante proteste e un’ondata di arresti. L’attivista è stato rilasciato dopo due settimane, ma il tribunale deve ancora decidere se condannarlo.
* Alessandro Previti, artista e illustratore per professione, ha vissuto in Polonia più di 12 anni. Ha dedicato anni ed energie al volontariato e al supporto delle persone lgbtqi+. Con i suoi genitori nel ‘98 ha gettato le basi per la nascita di Agedo Palermo, associazione di parenti, genitori e amici di persone omosessuali.
** Innocenzo Pontillo è animatore del Progetto Gionata, portale web di approfondimento su fede e omosessualità.