Persone omosessuali e morale cristiana. Accompagnare, discernere e integrare le fragilità
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Sintesi redatta da Mara delle risonanze del Gruppo di discussione n.3* nell’incontro-laboratorio online “L’Amore Possibile. Persone omosessuali e morale cristiana” del 31 gennaio 2021
Forti sono le emozioni suscitate dall’incontro online “L’Amore Possibile. Persone omosessuali e morale cristiana”.
Le parole della mamma nel film “Prayers for Bobby” ricordano ai genitori presenti le difficoltà incontrate nell’ accettazione del proprio/a figlio/a, soprattutto se inseriti in realtà ecclesiali particolarmente ancorate alle norme morali del Magistero, con idee stratificate contro gli omosessuali e quindi con una formazione omofoba. Si rimane attoniti, si spera, quando sono molto giovani, che forse possano cambiare.
Alcuni hanno cercato di farlo anche con terapie riparative. Ci si chiede dove si è sbagliato dopo tanto impegno profuso nell’ educazione dei figli. Quanti ragazzi/e non fanno coming out perché sanno che i loro genitori avrebbero una reazione negativa. Per alcuni c’è stato l’allontanamento da casa, per altri invece, anche le discussioni sono servite a creare una maggior intesa e confidenza.
“È stato leggendo il Vangelo che vedevo la bellezza di nostra figlia, pur nella sua ricerca dolorosa e soprattutto solitaria. Solitaria per lei e per noi perché non c’era nessuno che ci aiutasse a capire”.
Per altri è stato necessario purificare lo sguardo con le lacrime per mettere davanti a queste norme l’amore per il figlio e non vedere in lui una persona sbagliata o ancor peggio depravata, nel peccato. Gli errori fatti rimangono come i sensi di colpa delle cose che si sarebbero potute fare e non sono state fatte, ma è possibile cambiare.
Per tanti giovani ci sono ancora domande aperte: “Fino a che punto, da cristiano, ti senti a posto rispetto a quella che è tuttora l’insegnamento e la morale della Chiesa?”
C’è bisogno di incontrare altre esperienze di Chiesa, come i gruppi credenti lgbt, altri presbiteri, altri genitori per capire che questo diverso modo di amare non solo è possibile, ma è una cosa buona. Anche nell’amore omosessuale è presente alterità e fecondità.
Una nuova esperienza di Chiesa che molti stanno facendo anche grazie alle Lodi e alla Compieta online.
Questo cammino non ha portato solo all’ accoglienza del figlio/a, ad amarlo/a così com’era, ma a un’esperienza di fede liberante, l’incontro con un Dio che è padre di tutti perché tutti sono suoi figli, come ci ha detto papa Francesco nell’ udienza del 16 settembre scorso. E Dio non può sbagliare. Questo è importante che i presbiteri lo capiscano e lo dicano ai ragazzi/e lgbt.
Vengono raccontate esperienze negative soprattutto coi confessori e con i padri spirituali. Molte contraddizioni perché si dice alla persona di accettare il proprio orientamento, ma poi gli si nega l’assoluzione se l’omosessualità è agita. Assurdamente si assolvono esperienze occasionali, ma poi non si accetta un’unione stabile. L’incontro col sacerdote sbagliato (anche se giovane) può portare all’ allontanamento dalla Chiesa e dalla fede.
Questo non è certo il caso del presbitero presente che si è accostato al mondo lgbt proprio attraverso il ministero della confessione: “Tutto giusto quello che dice il teologo, ma quando mi trovo davanti una persona che piange, forse posso mettermi anche in discussione”.
Per produrre un’evoluzione nella Chiesa servono sì le idee, ma soprattutto le testimonianze vere e autentiche, un incontro concreto, uno sguardo diverso.
La teologia propone sentieri nuovi e la bontà di questi sentieri è comprovata dal vissuto, anche di fede, delle coppie omosessuali. “Dopo l’unione civile vediamo queste due ragazze felici. È un amore che può essere vissuto come eros e come agape, con intimità e passione, ma anche come dono di sé, come quello etero”.
È un amore che è chiamato a fiorire perché il corpo non è staccato dalla persona, è un tutt’uno. Obbligare alla continenza è una violenza, dovrebbe essere sempre una libera scelta.
Si sottolinea il valore della persona, di passare dalla cultura dell’aggettivo a quella del sostantivo perché la persona va vista nella sua integralità, ogni persona è unica e irripetibile e la diversità non riguarda solo la genitalità. Questa ricerca di don Aristide Fumagalli (L’Amore Possibile. Persone omosessuali e morale cristiana, Cittadella editore, 2020) è senz’altro un’occasione di arricchimento e di crescita per la fede e per la Chiesa perché purtroppo l’omosessualità è ancora un tabù.
Noi laici, cristiani adulti, dobbiamo muoverci, formarci per far capire a tanti presbiteri e cristiani praticanti che la Chiesa stessa si sta muovendo, che la dottrina può cambiare. Già nel Catechismo della Chiesa cattolica era scritto che la persona omosessuale va accolta con rispetto, compassione, delicatezza (dopo aver detto che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati!!!), ma in Amoris Laetizia è stato aggiunto “… e particolarmente ogni forma di aggressione e di violenza” e si parla di accompagnare, discernere e integrare la fragilità.
Noi che siamo Chiesa vogliamo accompagnare attivamente la gerarchia in questo cammino e far capire che quando una persona è risolta, è serena è un bene per tutti, per la società e per la Chiesa.
* Il gruppo di discussione n.3 era composto da: Alessandro, Gianluigi, Elia e Gaetano, Aldo e Valeria, Mara e Agostino, padre Giovanni.