Posso diventare terziario francescano anche se sono un gay felicemente in coppia?
Email inviataci da Andrea, risponde Gianni Geraci* animatore del Guado di Milano e de La Tenda di Gionata
Salve, sono un ragazzo di 31 anni con un compagno da ormai 8 anni, sono da sempre affascinato dalla figura di San Francesco e sono stato anche due anni in convento con l’idea di divenire sacerdote prima di essere messo alla porta perché gay. Mi chiedevo se un ragazzo felicemente accompagnato potesse comunque diventare terziario francescano, senza dover rinunciare ai momenti d’intimità col proprio compagno.
La risposta…
In linea di principio, personalmente, non vedo problemi. Non lo dico in base a un’opinione personale, lo dico perché ho ben presente quello che dice Paolo nella lettera ai Galati quando afferma che: «Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28) o, ancora di più, quello che afferma Pietro quando, rivolgendosi al centurione Cornelio, dice: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto» (At 10,34).
Cosa vuol dire, però, quando si intraprende uno specifico percorso vocazionale che si “teme” il Signore e che “si pratica la giustizia”? Direi che la risposta è quella di mantenere un atteggiamento onesto con Dio, con noi stessi e con il prossimo.
Onestà verso Dio, innanzi tutto, perché la scelta che vuoi fare, se ci pensi bene, non è altro che una delle tante declinazioni dell’unica vocazione cristiana che consiste nel realizzare la volontà di Dio nella propria vita. Intensifica quindi la vita di preghiera, chiedi assiduamente allo Spirito Santo di esserti vicino con i suoi doni, soprattutto con quello del “Consiglio” che ci aiuta a scoprire il progetto d’amore che Dio ha su di noi e la strada giusta per realizzarlo.
Abbi pazienza, non avere fretta, se ti accorgi che una strada si chiude non ti perdere d’animo e metti tutto nelle mani del Signore chiedendoti di illuminare, con la luce della sua Grazia il tuo cammino.
Onestà verso se stessi, poi, che consiste nel chiedersi quali siano i motivi profondi che ti portano a desiderare e a seguire l’idea di una consacrazione specifica. Non ti conosco e non ti posso in alcun modo aiutare a trovare una risposta, ti posso però dire, per esperienza, che quasi mai il motivo che si nasconde dentro le nostre scelte è uno solo ed è così chiaramente intuibile: ci sono i motivi di cui siamo coscienti e che non abbiamo problemi a condividere con gli altri, ci sono poi i motivi di cui siamo consapevoli ma che non confessiamo agli altri, ci sono infine i motivi che non riusciamo a cogliere nemmeno noi e che però agiscono dentro di noi creando aspettative ed emozioni.
Visto che questo compito non è affatto semplice mi permetto di suggerirti di non affrontarlo da solo, ma di condividerlo con qualche persona prudente che ti conosce bene e che, nello stesso tempo, conosce il tipo di vocazione che intendi seguire. Sarebbe il massimo se tu potessi parlarne in maniera continuativa con qualcuno che vive già una consacrazione specifica all’interno del terz’ordine francescano.
Se questo non è possibile cerca un bravo direttore spirituale, ricordando sempre quello che, sull’argomento scrive san Francesco di Sales: «Deve essere ricco di carità, di scienza e di prudenza: se manca una di queste tre qualità, c’è pericolo» (Cfr Filotea V).
Non è una ricerca facile, lo stesso Francesco di Sales dice che «se ne trova uno su diecimila», ma la fatica che farai nel cercarlo sarà un po’ come una verifica dell’autenticità delle tue motivazioni e della tua decisione nel portare avanti fino in fondo il progetto di Dio che hai scoperto dentro di te.
Onestà verso il prossimo, infine. Una forma di onestà che, per motivi che non dipendono da noi, è forse la più difficile da realizzare nella chiesa contemporanea, perché sai benissimo che molti cattolici non riescono a rapportarsi “serenamente” con l’omosessualità delle persone. Molti sono addirittura convinti, erroneamente, che l’omosessualità sia incompatibile con la realizzazione della volontà di Dio, mentre il magistero della chiesa afferma l’esatto contrario (Cfr Homosexualitatis Problema, 12) e troverebbero scandaloso il fatto che una persona omosessuale che vive una relazione di coppia con un compagno possa entrare nel Terz’ordine francescano.
Come sai la strada che si deve percorrere passa attraverso una iniziale condivisione con una delle numerose fraternità dell’ordine francescano secolare. In quella condivisione, se non vuoi correre il rischio di vivere nell’ipocrisia una scelta così importante, non puoi nascondere il tipo di relazione “speciale” che ti lega al tuo compagno. Ed è alla luce delle reazioni che susciterà questa tua scelta di onestà che potrai capire se la scelta di entrare nel Terz’ordine francescano è fattibile o meno.
Le Costituzioni dei terziari francescani, parlando della vita familiare in fraternità, insegnano: «si condividano i momenti importanti della vita familiare del confratello e si abbia fraterna attenzione a coloro – celibi o nubili, vedovi, genitori soli, separati, divorziati – che vivono in condizioni e situazioni difficili» (cfr articolo 24 comma 2). Come vedi, non è esclusa la presenza di persone che vivono situazioni che, secondo il magistero, comportano scelte di vita che «in nessun caso possono essere approvate» (Cfr Catechismo della chiesa cattolica 2357).
Non si può però escludere il fatto che, nella traduzione pratica di questa apertura teorica, ci siano delle difficoltà dovute titubanze, a incongruenze e a perplessità.
Tu hai il compito di essere capace di “abitare” queste difficoltà, pretendendo di poter comunque vivere comunque la tua vocazione, anche se la comunità a cui ti sei rivolto dovesse decidere che la cosa non può tradursi in una formale accoglienza nell’ordine secolare francescano.
Da quel momento, il tuo continuare a vivere come se tu fossi consacrato di fronte a persone che si sono rifiutate di ufficializzare questa tua consacrazione sarà per loro motivo di riflessione e, forse, le aiuterà a capire il senso profondo dei brani della scrittura da cui sono partito. Sappi comunque che pregherò per te.
Gianni
* Gianni Geraci è tra gli animatori del Gruppo del Guado di Milano e dell’Associazione La Tenda di Gionata; nel 1996 è stato portavoce del Coordinamento Gruppi di Omosessuali Cristiani in Italia. Vive a Varese.