Il potente potere della preghiera
Riflessioni di Candace Chellew pubblicate sul sito della rivista Whosoever (Stati Uniti), Volume 3, n.3, del Novembre/Dicembre 1998, libera traduzione di Claudia Barbarino
“La preghiera se orientata ad ottenere un vantaggio particolare, quindi non al bene di tutti, non è ben fatta. Pregare è contemplare i fatti della vita da un punto di vista più alto. È il soliloquio di un’anima estasiata e felice. Al contrario, pregare per raggiungere il proprio fine è cattiveria e ladrocinio, è dualismo e non sintonia tra natura e coscienza. Quando l’uomo è in unità con Dio, non implora. Vedrà nella preghiera tutta l’azione” (Ralph Waldo Emerson in Self-Reliance
“...e tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete”. (Matteo, 21:22)
Tutti pregano. Non importa se siamo atei, agnostici, fondamentalisti o qualcos’altro. Tutti noi preghiamo. Un vecchio detto recita che “non ci sono atei in trincea”, soprattutto oggigiorno che così tanti di noi nella comunità gay e lesbica sono sotto assedio. Preghiamo tutti.
Pregare è un modo di sperare nel meglio. È il nostro debole tentativo di provare ad esercitare una specie di controllo sul caos che ci circonda. L’ateo può non pregare Dio, ma di certo in se stesso spera che le cose andranno bene, che tutto funzionerà e che alla fine il bene prevarrà. Sperare è già preghiera. Ma è questa una preghiera onesta?
I testi sopracitati sono difficili da affrontare. Sia Emerson che Gesù ci sfidano a pregare con onestà. La maggior parte delle nostre preghiere sono futili e vuote.
Quante volte preghiamo affinché troviamo un buon parcheggio, o perché arriviamo in tempo da qualche parte, o troviamo lavoro, otteniamo l’aumento, compriamo la macchina o la casa, conquistiamo la persona di cui siamo innamorati? Emerson ha ragione quando dice che questo tipo di preghiera come mezzo per ottenere un fine privato è “cattiveria e ladrocinio”. Cattiveria e ladrocinio. Imploriamo Dio di darci cose materiali o che, comunque, siano per un nostro vantaggio personale. E se ottenere quel lavoro significasse che qualcun altro più bisognoso di noi potrebbe morire di fame? La preghiera dunque non starebbe cercando una “sintonia tra natura e coscienza”, ma sta chiedendo un favore individuale spesso a danno degli altri. Questa non è una preghiera onesta, è una preghiera egoista!
Tante volte ho sentito: “Io prego, ma non mi viene data alcuna risposta”. Forse questa era una di quelle preghiere interessate e quindi non meritava di essere accolta. Mi vergogno a dire di quante volte vedendo il parcheggio pieno ho provato a stringere un patto con Dio: “Dai, solo questa volta, poi non te lo chiederò più”. Se il parcheggio non lo trovavo mettevo il broncio, in caso contrario a Dio andava tutta la mia lode. Nello schema complessivo delle cose, qual era l’effetto della mia preghiera? A parte dieci passi in meno dall’ufficio, nessuno. Questa è una preghiera disonesta ed egoista.
Non sappiamo pregare onestamente e chiediamo a Dio il lavoro, la macchina, la casa, il fidanzato, o un posto auto. Siamo così assorbiti da ciò che vogliamo personalmente che ci dimentichiamo del mondo caotico in cui viviamo. Dimentichiamo di pregare per gli affamati, per gli omosessuali non dichiarati, per i timorosi, per i maltrattati, per i leader del mondo, per i nostri nemici, per i nostri vicini. Dimentichiamo il potere della preghiera onesta.
Siamo tentati a pregare per le cose che vogliamo, poi sederci e aspettare che si realizzino. Se questo non succede, ci inaspriamo e ci arrabbiamo con Dio per averci ignorato. Il problema è che abbiamo solo pregato, senza agire. Abbiamo pregato in modo disonesto.
Posto in maniera più chiara, la preghiera onesta è accompagnata dall’azione. Pregare senza agire è una disonestà. Quindi quando preghiamo per la macchina, la casa, il fidanzato o altre cose personali che pensiamo arricchirebbero la nostra vita, dobbiamo assumere un approccio onesto che include l’azione. Per spiegarmi meglio, dovremmo intraprendere un comportamento corretto, cioè un comportamento che ha come fine ultimo quello di glorificare Dio. Pregare affinché ci accadano cose buone non è sbagliato in sè, ma spesso sono le azioni che seguono ad essere sbagliate.
Se preghiamo per avere un partner, un esempio di azione sbagliata, quindi disonesta, è andare nel bar più vicino e adescare potenziali amanti. Ecco, se lo scopo della preghiera è un compagno, un’azione giusta sarebbe guardarsi dentro e lavorare su se stessi. Così ci prepariamo alla relazione tanto chiesta a Dio. Saremmo preparati a prenderne il bene e il male. Solo se noi per primi siamo forti, potremo affrontare un rapporto sano e durevole.
Si può anche agire semplicemente aspettando. Non mi riferisco ad un’attesa passiva e pigra in cui ci sediamo e aspettiamo che il Signore ci mandi la manna dal cielo. Al contrario, parlo di quell’attesa che il teologo Paul Tillich definisce come “pronta a ricevere apertamente”:
“Attendere nella quiete interiore, con compostezza e apertura verso ciò che potremmo ottenere. Tale apertura è la più grande attività, è la forza trainante che fa crescere in noi qualcosa di nuovo”.
In realtà, questa è soltanto una parte della preghiera onesta. Per pregare onestamente, dovremmo anche guardare al di fuori di noi stessi. Invece succede che nella smania di ricavare qualche favore da Dio, dimentichiamo che la preghiera è un’attività comunitaria e per essere effettiva deve essere altruista, focalizzata soltanto su ciò che contribuirà alla gloria di Dio nel mondo intorno a noi.
Sembra una preghiera semplice. Gesù ci dice che chiederemo e ci sarà dato.
È giusto però puntualizzare che riceviamo solo se abbiamo fede. Questo è un concetto di cui tantissime persone all’interno della chiesa hanno fatto abuso, specialmente tra i cosiddetti ministri “ex-gay” i quali si sentono dire che, secondo le leggi e i modi di Gesù, le loro preghiere per diventare eterosessuali otterranno risposta solo se avranno fede! Quando le persone credono a questo principio e pregano perché il loro orientamento sessuale cambi ma poi restano gay, viene detto loro che non hanno abbastanza fede. È falso. Queste persone di fede ne hanno tantissima. Ciò che è sbagliato è che pregano egoisticamente. Non dovremmo mai e poi mai pregare affinché le nostre tendenze sessuali si modifichino. È una preghiera estremamente egoista e infida!
Se pregassimo rettamente chiederemmo che ci fosse fede nella comunità e comprensione nella chiesa affinché questa possa essere finalmente capace di abbracciare tutti i figli di Dio così come Lui li ha fatti! Gay, etero, transessuali, mancini, ritardati mentali…chiunque. Dio li ha voluti come parte della Sua creazione, dunque dovremmo pregare perché lo spirito tollerante divino giunga nelle nostre chiese, nelle nostre comunità e nelle nostre vite. Per fare in modo che questo accada, ci affidiamo al potere supremo del Padre. Ecco la fede che ci fa agire in modo giusto, cioè che porta nelle chiese la volontà di Dio! Ecco la preghiera onesta!
Tale preghiera vuole il bene di tutti, non solo il mio o il vostro. Vuole il bene di tutta la società senza fare di Gesù una specie di Babbo Natale personale che distribuisce regali su richiesta. La preghiera onesta ci guarisce dalla nostra miopia egoista e ci apre gli occhi sulla reale sofferenza che quotidianamente ci circonda. Ci spinge ad agire correttamente rendendoci umili alla presenza di Dio.
Quindi, preghiamo onestamente? La prima cosa da fare è sbarazzarci della preghiera individualista. Smettiamo di chiedere cose di cui Dio ha già promesso di occuparsene. Ci è stato detto di non preoccuparci di ciò che mangeremo, berremo o indosseremo. Quale dovrebbe essere la nostra priorità è chiaro in Matteo 6:33:
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Prima dobbiamo cercare il regno e la giustizia di Dio. Questo accade solo quando cerchiamo il bene di tutti. Se preghiamo egoisticamente per qualcosa che riguarda soltanto noi stessi, non stiamo cercando il regno e la giustizia di Dio che sono la nostra priorità. Gesù ci ha insegnato a pregare così: “Venga il tuo regno, rimetti a noi i nostri debiti”, e non a pregare per il benessere o le esigenze particolari. Se siamo fedeli al regno e alla giustizia di Dio, poi la macchina, il lavoro, il fidanzato, la casa verranno da sé!
Quindi, non dovremmo chiedere affatto la felicità personale? Non dobbiamo palesare i nostri desideri a Dio? Certo che possiamo comunicare a Dio le nostre aspirazioni, speranze e i nostri sogni, ma ricordiamo che queste aspirazioni, speranze e sogni sono soltanto nostri: spesso le ambizioni umane non coincidono con il disegno che Dio ha per noi. Che cosa vorresti? Dio può rispondere alla tua preghiera in tantissimi modi. Perché limitarlo con desideri gretti? Ricordate l’adagio: attenzione a ciò che desiderate. Fare a proprio modo potrebbe non essere il nostro meglio. Spesso quando otteniamo ciò a cui ambivamo, ci rendiamo conto che in verità non lo vogliamo o che non ci soddisfa come pensavamo avrebbe fatto. Eppure credevamo che la nostra preghiera fosse onesta, che stavamo chiedendo il bene comune!
Una mia amica pregò Dio per un determinato lavoro; Gli chiese, inoltre, una lunga lista di cose relative a questa sua nuova attività e alla comunità in cui sarebbe andata a vivere. Dio rispose alla sua preghiera esattamente come lei desiderava: ottenne il lavoro con tutte le caratteristiche volute e il posto dove si era trasferita era completo dei servizi nei quali aveva sperato. Indovinate un po’? Alla fine disse che quello era il peggior periodo della sua vita. Lo odiava! La sua stessa supplica esaudita le fu di insegnamento sulla preghiera onesta e sul fatto di lasciare che Dio ci indichi la strada invece di insistere nel fare a modo proprio.
Perciò quando preghiamo per avere qualcosa che desideriamo, ricordiamoci che la risposta può non essere sempre esattamente come ce l’aspettiamo. In questi momenti, non perdete la fede. Non dimentichiamo che ora vediamo in uno specchio, in maniera oscura; ma Dio vede il grande disegno chiaramente. Spesso il Suo no a qualche preghiera alla fine si rivela la migliore risposta.
La mia amica dalla sua esperienza ha imparato una lezione importante e non chiede più a Dio che accada questa o quell’altra cosa. Al contrario, le preghiere oneste devono essere umili cioè concludersi con un “non sia fatta la mia, ma la tua volontà” con l’intenzione di intraprendere l’azione giusta. Una volta inclusa questa postilla nella nostra supplica siamo liberi di muoverci secondo la volontà di Dio. Le nostre preghiere si trasformano da egoiste ad oneste e iniziamo a scorgerle nell’azione stessa. Quando preghiamo per il bene della società non possiamo fare altro che sentirci spinti all’azione! Se ci fermiamo un po’ di più a riflettere sulla sofferenza del mondo, come facciamo a non agire? Non si può separare la preghiera dall’azione. Senza azione, la preghiera è disonesta.
Whatsover è il risultato diretto di una preghiera onesta, forse l’unica che abbia mai fatto. Vidi che i miei fratelli e sorelle gay, lesbiche, bisessuali e transessuali soffrivano a causa di una religione che parlava di inclusione ma praticava l’esclusione. Chiesi a Dio in che modo avessi potuto cambiare tutto ciò, e Dio mi indicò la via su come creare un vivo ruscello nel deserto per i miei fratelli afflitti. Se avessi fondato Whatsover per la mia personale gratificazione o per un mio vantaggio privato, questa non sarebbe mai diventata lo strumento di Dio che è oggi. Credevo con fede, e lo credo ancora, che Dio aveva bisogno di me in qualche maniera ed io avevo agito realizzando questa rivista. Ecco il miracolo!
Mi meravigliavo che le persone investissero il proprio tempo e denaro nelle varie attività del mio periodico e mi chiedevo quale fosse la ragione che li spingesse a scrivere gratuitamente. Tutto ciò ora ha smesso di disorientarmi: lo fanno perché non implorano più Dio, ma scorgono la preghiera ̶ onesta, reale e profonda ̶, nell’impegno stesso per questa rivista.
Whatsover vuole il bene di tutti! Non solo dei credenti gay, lesbiche, bisessuali o transessuali, bensì il bene di tutta la chiesa in generale. Accettando ed usufruendo dei doni dei cristiani LGBT, la chiesa ne trae giovamento e crescita! La nostra missione, la nostra preghiera onesta è in conclusione indirizzata al corpo di Cristo nella sua totalità, non solo alla crescita e alla salvezza spirituale. Questo è l’esempio più reale e positivo di una preghiera sincera. Vi sfido a fare un passo indietro sulla vostra vita di preghiera, ad esaminare come preghiamo. È la nostra una preghiera onesta o egoista?
Ricordiamo che “la preghiera se orientata ad ottenere un vantaggio particolare, quindi non al bene di tutti, non è ben fatta”. Guardiamo al modo di pregare, vediamo che le preghiere siano oneste, e cerchiamo il bene non solo nostro, ma di tutti.
Testo originale: The power of honest prayer: by Candace Chellew