Pregando per Makwan e per i suoi carnefici
Testi a cura di Refo di Firenze
Una serata fredda, molto fredda. Un’occasione triste. Una preghiera, però che ci ha riscaldato i cuori. In silenzio, davanti a una miriade di candele che si univano per formare una croce di fiamme tremolanti, al centro del cerchio formato dai partecipanti, abbiamo pregato a Firenze per Makwan e le diecimila vittime del genocidio degli omosessuali in Iran, molte delle quali senza nome e senza volto.
Una strage per cui non dobbiamo chiedere vendetta ma giustizia e perdono. E chiedendo giustizia e perdono al Signore abbiamo pregato anche e soprattutto per i carnefici, per i responsabili di tanta empietà e ingiustizia.
Carissimi il 13 dicembre 2007 a Firenze abbiamo pregato insieme per Makwan e i suoi carnefici… non eravamo tanti… ma tutti diversi per età, provenienza… Fiorentini e non fiorentini, valdesi, cattolici, battisti e veterocattolici… giovani e meno giovani … insieme per ricordare le vittime e i carnefici dell’olocausto degli omosessuali in Iran…
La preghiera che ci ha unito e che ci ha aiutato a superare tutte le nostre differenze è stata semplice e forte allo stesso tempo… mentre eravamo raccolti intorno ad una croce fatta di tante candele, a significare le tante vittime della violenza…
Ma la nostra non voleva essere una preghiera funebre, ma più semplicemente un cammino per trovare un senso a quanto è accaduto, per gridare la nostra angoscia e per tenere vive le nostre speranze di cambiamento…
Il lamento di Davide per la mote di Giònata, “la tua amicizia era per me preziosa più che amore di donna”, ha dato il via alla nostra liturgia del ricordo….
Mentre il nostro pregare si è concluso con l’invito suggerito dal Qoelet (Ecclesiaste) 4,9-12, “Meglio essere in due che uno solo, … Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto”.
A suggello della serata la speranza instillata dai versi di Jacques Brel che dicono “Vi auguro di resistere a tutto ciò che vuole farci affondare, all’indifferenza, alle virtù negative del nostro tempo. Vi auguro soprattutto di essere voi stessi”.
Parole impegnative che ci invitano ad andare avanti e a cementare il cammino che stiamo facendo tutti insieme, pur nelle tante differenze e distanze che ci distinguono, perchè “una corda a tre capi non si rompe tanto presto”.
Un abbraccio a tutti voi che siete in cammino
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TESTO VEGLIA
13 DICEMBRE 2007 – GRUPPO REFO DI FIRENZE
Preghiera ecumenica per le vittime dell’olocausto degli omosessuali in Iran
“Si può essere giustiziati perché omosessuali? In Iran dal 1979 ben 10.000 omosessuali sono stati uccisi”
Saluto
Preghiera iniziale del pastore battista Raffaele Volpe
2 Samuele 1,17-26
Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata e ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda. Ecco, si trova scritto nel Libro del Giusto: «Il tuo vanto, Israele, sulle tue alture giace trafitto! Perché sono caduti gli eroi? Non fatelo sapere in Gat, non l’annunziate per le vie di Ascalon, non ne faccian festa le figlie dei Filistei, non ne esultino le figlie dei non circoncisi! O monti di Gelboe, non più rugiada né pioggia su di voi né campi di primizie, perché qui fu avvilito lo scudo degli eroi, lo scudo di Saul, non unto di olio, ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi. L’arco di Giònata non tornò mai indietro, la spada di Saul non tornava mai a vuoto.
Saul e Giònata, amabili e gentili, né in vita né in morte furon divisi; erano più veloci delle aquile, più forti dei leoni. Figlie d’Israele, piangete su Saul, che vi vestiva di porpora e di delizie, che appendeva gioielli d’oro sulle vostre vesti. Perché son caduti gli eroi in mezzo alla battaglia? Giònata, per la tua morte sento dolore, l’angoscia mi stringe per te, fratello mio Giònata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa più che amore di donna.
Salmo 119 (leggiamo insieme)
Nella mia angoscia ho gridato al Signore
ed egli mi ha risposto.
Signore, libera la mia vita
dalle labbra di menzogna,
dalla lingua ingannatrice.
Che ti posso dare, come ripagarti,
lingua ingannatrice?
Io sono per la pace, ma quando ne parlo,
essi vogliono la guerra.
Frecce acute di un prode,
con carboni di ginepro.
Me infelice: abito straniero in Mosoch,
dimoro fra le tende di Cedar!
la tua amicizia era per me preziosa
più che amore di donna.
Genesi 4,13- 15
Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!».
Matteo 9,10-13
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Meditazione biblica di Pawel Gajewski su Genesi
Salmo 141, 1-4 (leggiamo insieme)
Con la mia voce al Signore grido aiuto,
con la mia voce supplico il Signore;
davanti a lui effondo il mio lamento,
al tuo cospetto sfogo la mia angoscia.
Mentre il mio spirito vien meno,
tu conosci la mia via.
Meditazioni (ognuno può dire una breve meditazione)
Qoelet (Ecclesiaste) 4,9-12
Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto.
I Sogni di Jacques Brel
Vi auguro dei sogni
in numero infinito
e il desiderio furibondo
di realizzarne qualcuno.
Vi auguro di amare
ciò che bisogna amare
e di saper dimenticare
ciò che bisogna dimenticare.
Vi auguro delle passioni,
vi auguro dei silenzi,
vi auguro dei canti
di uccello al risveglio
e dei sorrisi di bambini.
Vi auguro di resistere
a tutto ciò che vuole
farci affondare, all’indifferenza,
alle virtù negative del nostro tempo.
Vi auguro soprattutto
di essere voi stessi.
Benedizione finale del pastore battista Raffaele Volpe