Da sacerdote cattolico a prete episcopale, felicemente gay
Articolo di Jeff Diamant pubblicato sul blog dell’agenzia Religion News Service (Stati Uniti) il 30 novembre 2005, liberamente tradotto da Diana
Ha lasciato il sacerdozio nel 1998 perché era stanco di nascondere la sua identità di gay in una Chiesa che condanna l’omosessualità. Il reverendo Mariano Gargiulo, ora sacerdote episcopale della diocesi di Newark, pensa che l’editto vaticano del 29 novembre 2005, che vieta agli uomini gay l’entrata in seminario, obbligherà molti preti ad allontanarsi dalla Chiesa.
Gargiulo, che continua ad essere amico di parecchi preti gay del periodo trascorso nell’arcidiocesi di Newark, predice che questo veto aumenterà le tensioni all’interno della Chiesa, anche se non si applica agli attuali sacerdoti: “Ne allontanerà parecchi” ha detto Gargiulo del documento già trapelato alle testate giornalistiche e ampiamente divulgato prima ancora dell’uscita ufficiale del 29 novembre: “Il Vaticano dice che l’omosessualità è intrinsecamente disordinata, e quante volte ve lo sentite ripetere prima che abbiate il tempo di rispondere: Forse me ne andrò da qualche altra parte”.
I preti più anziani sono meno propensi ad andarsene, perché hanno bisogno che la Chiesa paghi loro la pensione: “Si nasconderanno. Si rinchiuderanno nell’armadio, perché è uno stile di vita confortevole”.
Dal suo ufficio nella parrocchia episcopale di S. Giacomo a Ridgefield, Gargiulo ritiene che la sua esperienza possa diventare un modello per molti preti gay, specialmente quelli non celibi. Le osservazioni di Gargiulo si basano sugli articoli (rivelatisi esatti dopo il documento del 29 novembre) della rivista italiana Adista, che la scorsa settimana aveva preannunciato che il Vaticano avrebbe bandito dai seminari gli uomini “con tendenze omosessuali ben radicate” o gay che supportano la cosiddetta ‘cultura gay’”. Coloro che hanno invece superato “tendenze omosessuali transitorie” da almeno tre anni, potranno essere ammessi in seminario.
Sebbene i sacerdoti già ordinati non vengano colpiti da tale veto, questa politica aggiungerà carburante a un dibattito divisivo sull’omosessualità, e ci si chiederà se la Chiesa, col numero di sacerdoti in calo, possa permettersi di tenere i gay fuori dal seminario.
Nessuno sa quanti siano i preti cattolici gay, ma le stime variano da uno su dieci a più della metà. Una relazione pubblicata dalla Conferenza Episcopale Statunitense nel 2004 riporta che “una cultura omoerotica” e “una sottocultura gay” hanno messo radici nei seminari cattolici statunitensi fin dagli anni ’60.
Gargiulo ha detto che non faceva parte dei gay al tempo del seminario arcidiocesano all’Immacolata Concezione di Mahwah, nello Stato di New York, che frequentò alla fine degli anni ’70. Sentiva di essere gay, ma non lo aveva ancora realizzato completamente, né aveva ancora mai avuto a che fare con dei gay fino al 1982, l’anno in cui venne ordinato.
Gargiulo, cinquantunenne, non fa attività in circoli politici gay, ma è aperto sul tema della sessualità. La sua stima sulla percentuale di preti gay è nella fascia alta, più della metà. Ha capito presto, dopo il suo coming out, che i preti gay nella Chiesa erano una realtà comune.
A metà degli anni ’80 ha detto di aver rotto sei volte il suo voto sacerdotale di castità, per lo più con altri preti cattolici. Voleva tuttavia rimanere un sacerdote cattolico: “Stavo facendo i conti col fatto che sono umano e avrei commesso errori, ma poi ho cominciato a capire che non era giusto”.
Quando impartiva il sacramento del matrimonio si sentiva un ipocrita, perché aveva infranto il suo voto di castità: “Non è giusto”, si diceva, “sto chiedendo a queste persone di fronte a me di rispettare i voti matrimoniali…e io rispetto i miei voti?”.
Alla fine degli anni ’80 lasciò l’arcidiocesi per lavorare coi malati di AIDS. A causa della propria sessualità cominciò a cercare dei modi per lasciare la Chiesa. Fece ricerche fra i battisti, i metodisti, la Chiesa Unita di Cristo, gli ortodossi, i presbiteriani e gli episcopali: “Tornavo sempre alla Chiesa Episcopale. La Chiesa Unita di Cristo all’epoca era l’unica che ordinasse sacerdoti gay/lesbiche, ma per me non era abbastanza sacramentale”.
La Chiesa Episcopale accetta i preti gay e non richiede il voto di celibato. Il vescovo episcopale di Newark, all’epoca John Shelby Spong, incitò Gargiulo ad un incontro col proprio arcivescovo cattolico prima di abbandonare la Chiesa Cattolica.
Gargiulo incontrò Theodore McCarrick nel 1998. Disse di essere gay e di avere una relazione da cinque anni con un altro uomo. L’arcivescovo lo voleva di nuovo riprendere come prete, ma col voto di celibato, e Gargiulo rifiutò: “Gli dissi: ‘Devo dirLe che il mio partner è qui fuori, e se volesse incontrarlo, mi piacerebbe, ma se non vuole La comprendo benissimo’”.
“Il vescovo rispose che desiderava incontrarlo e uscì, gli strinse la mano e fu molto bello. Poi gli disse: ‘Mariano ha lavorato duramente per noi parecchi anni, ne abbia cura. Dio vi benedica’ Devo dire che fu un vero gentiluomo”.
Gargiulo fu molto scosso da una lettera ricevuta tre anni dopo dal successore di McCarrick, John J. Myers, in risposta alla sua comunicazione di aver deciso di diventare prete episcopale. La lettera di Myers gli comunicava che veniva dichiarato scismatico, e di conseguenza scomunicato (il portavoce di Myers, James Goodness, aggiungeva che la scomunica non era in alcun modo collegata al suo orientamento sessuale).
Gargiulo mostrò la lettera a Jack Croneberger, recentemente diventato vescovo episcopale a Newark. Un mese dopo, quando Gargiulo fu accolto nella Chiesa Episcopale, Croneberger sbalordì Gargiulo facendo qualcosa che un vescovo cattolico non avrebbe mai fatto: “Invitò il mio compagno, ci fece sedere al suo fianco, e ci afferrò le mani dicendo: ‘Voglio ringraziarvi perché siete un esempio in questa Chiesa di ciò che una coppia gay può essere, e di come una coppia gay che si ama possa far parte della comunità ecclesiale’”.
Testo originale: Former Catholic Cleric Predicts Gay Exodus from Priesthood