Il pride della chiesa cattolica nell’accoglienza delle persone LGBT+
Articolo di Claire Giangravé pubblicato sul sito dell’agenzia stampa Religion News Service (Stati Uniti) il 27 giugno 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
È giugno, il mese del Pride, e nel mezzo delle caratteristiche stravaganti celebrazioni che si tengono in molte parti del mondo, la Chiesa Cattolica guidata da papa Francesco ha mostrato in sordina segni di accoglienza verso la comunità LGBTQ, pur evitando ogni modifica della dottrina: “La pastorale LGBTQ cattolica ha avuto uno sviluppo senza precedenti negli ultimi dieci anni” afferma Francis DeBernardo, direttore esecutivo di New Ways Ministry, un’associazione cattolica che lotta per l’inclusione e la giustizia a favore della comunità LGBTQ: “Questa maggiore apertura si deve soprattutto alle dichiarazioni e ai gesti di accoglienza di papa Francesco”.
Il 22 giugno scorso sei donne transessuali, provenienti da diversi ambienti sociali e culturali, sono entrate in Vaticano per un’udienza privata con il Pontefice. L’incontro non era stato reso pubblico in anticipo, ed è stato organizzato dalla suora settantanovenne Geneviève Jeanningros, nota per il suo lavoro tra i gruppi emarginati, come gli artisti del circo, i senzatetto e i membri della comunità trans.
Suor Geneviève, che esercita il suo ministero in una cappella posta vicino a un luna park di Ostia, conosce il Papa sin dalla sua elezione nel 2013. Come ha dichiarato a Fanpage, quando chiese a Francesco se poteva portare più di una persona in Vaticano, lui le avrebbe risposto “Le porti tutte”.
Una delle donne trans, Alessia, ha dichiarato che l’incontro “è stato molto emozionante” e che “ci siamo sentite accolte. Penso che sia un messaggio importante nel mese del Pride. La cosa migliore di aver parlato con papa Francesco è che è stato un semplice incontro tra persone: le nostre differenze non contavano nulla”.
Non è la prima volta che Francesco, che ha anche lavorato come buttafuori in un night di Buenos Aires, dimostra apertura e interesse verso le persone LGBTQ. Durante la pandemia ha chiesto all’elemosiniere pontificio cardinale Konrad Krajewski di sostenere un gruppo di prostitute trans che avevano trovato rifugio nella parrocchia di Torvaianica; ha scritto lettere di incoraggiamento a personalità cattoliche che si occupano dell’accoglienza della comunità LGBTQ, e l’anno scorso, in occasione della Pasqua, ha invitato un gruppo di persone trans di Torvaianica a un incontro in Vaticano, aiutandole a vaccinarsi contro il COVID-19.
Papa Francesco, afferma Francis DeBernardo, “ha infuso coraggio nella gente, e il suo atteggiamento di dialogo e accompagnamento ha fornito una versione autenticamente cattolica dell’accoglienza alla comunità LGBTQ”.
La Chiesa Cattolica non ha cambiato la sua dottrina, e secondo il suo Catechismo, gli atti omosessuali rimangono “intrinsecamente disordinati”, ma il messaggio di accoglienza e inclusione del Pontefice, rivolto agli emarginati, è come un’onda che si ripercuote su tutta la Chiesa, soprattutto durante questo mese del Pride.
DeBernardo porta l’esempio “di quante parrocchie cattoliche oggi partecipano ai vari Pride”. New Ways Ministry, fondata nel 1977, era abituata a vederne solamente una anno dopo anno, “ora invece la partecipazione delle parrocchie agli eventi legati al Pride è diventata la norma, ed è la norma anche nella vita di molte parrocchie”.
Il giorno della Festa del Papà [che negli Stati Uniti si celebra il 19 giugno, n.d.t.] Alex Shingleton e Landon Duyka, una coppia gay sposata civilmente con due figlie, hanno letto davanti ai fedeli della chiesa di san Patrizio a Chicago una riflessione sull’omelia: “In tutta sincerità, se ci aveste detto, quando eravamo dei ragazzini che passavano infinite ore in chiesa a pregare Dio perché ci facesse diventare etero, che un giorno ci saremmo alzati di fronte a una parrocchia cattolica per parlare della nostra famiglia il giorno della Festa del Papà, mai vi avremmo creduto”. L’arcivescovo di Chicago cardinale Blase Cupich è una personalità cattolica molto attiva nello sforzo di promuovere l’accoglienza e l’inclusività per le persone LGBTQ.
L’ateneo gesuita newyorkese di Fordham ha ospitato pochi giorni fa [24-25 giugno scorsi per chi legge] un convegno sul ministero cattolico per le persone LGBTQ, su come si articola nelle parrocchie, nelle scuole e sul lavoro. L’oratore principale è stato monsignor John Eric Stowe, vescovo di Lexington, nel Kentucky; al convegno si è parlato anche di salute mentale, questioni razziali e teologia cattolica LGBTQ.
Attraversando l’Oceano Atlantico, in Germania, la Chiesa Cattolica è alle prese con il cosiddetto “Cammino sinodale”, una consultazione di massa che coinvolge il clero e i laici e cerca di risolvere questioni che vanno dall’ordinazione femminile alla sessualità.
Ma nonostante questi segnali di apertura, la Congregazione per la Dottrina della Fede nel marzo 2021 ha emanato un responsum che proibisce la benedizione delle coppie omosessuali, in quanto i fedeli potrebbero tracciare un’equivalenza tra tali unioni e il matrimonio tra un uomo e una donna; Dio inoltre, secondo la Congregazione, “non può benedire il peccato”.
Il responsum ha scioccato e indignato molte persone LGBTQ cattoliche, le quali speravano che papa Francesco avesse dato avvio a una nuova era. Poche settimane dopo molti sacerdoti tedeschi, sfidando apertamente [il Vaticano], hanno benedetto centinaia di coppie omosessuali.
Pietro Morotti e Giacomo Spagnoli, una coppia gay bolognese, hanno espresso pubblicamente la loro delusione sui social, e l’11 giugno scorso, dopo la loro unione civile, si sono recati alla parrocchia di san Lorenzo di Budrio per un’intima “Messa di ringraziamento” con amici e sacerdoti. La notizia della cerimonia ha indignato alcuni cattolici, in quanto sarebbe una violazione della decisione vaticana.
Don Maurizio Mattarelli, referente del gruppo LGBTQ In Cammino, ha detto che la coppia partecipa alle attività del gruppo e fa parte della sua parrocchia da trent’anni: “Ho un solo consiglio, quello di non fare delle valutazioni teoriche, ma di conoscere di persona questi due ragazzi, o le coppie omosessuali che frequentano il nostro gruppo, e di formulare un giudizio solo dopo aver fatto questa esperienza: la Chiesa è chiamata ad unire, non a dividere”.
Il 19 giugno l’arcidiocesi di Bologna ha chiarito che la Messa di ringraziamento non era una benedizione della coppia, e ha espresso la sua opposizione “a ogni discriminazione e violenza basate sulla sessualità”.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, è stato di recente nominato da papa Francesco a capo della CEI: una promozione che alcuni vedono come un segnale, da parte del Papa, di un cambio di direzione dell’episcopato italiano, tradizionalmente conservatore.
Nel 2018 monsignor Zuppi ha scritto la prefazione del libro di padre James Martin Un ponte da costruire; nel 2020 ha scritto la prefazione al libro di Luciano Moia Chiesa e omosessualità, che offre delle linee guida per la pastorale dedicata alle persone omosessuali cattoliche: “Quando nelle nostre comunità cominceremo davvero a guardare le persone come le guarda Dio, allora anche le persone omosessuali – e tutti gli altri – cominceranno a sentirsi, naturalmente, parte della comunità ecclesiale, in cammino” scrive l’arcivescovo nella prefazione.
Assieme alla promozione di Zuppi (da alcuni considerato papabile), Francesco quest’anno ha anche compiuto dei passi nella direzione di diminuire il potere della Congregazione per la Dottrina della Fede. La sua costituzione apostolica Praedicate Evangelium, pubblicata lo scorso marzo, ha di molto smussato gli artigli della Congregazione, in quanto si schiera a favore del dialogo con chi dissente invece che con l’imposizione di sentenze. Lo scorso gennaio il Pontefice ha rimosso l’arcivescovo Giacomo Morandi, il numero due della Congregazione, considerato il responsabile del documento che proibisce la benedizione delle coppie omosessuali.
L’opera di accoglienza a favore delle persone LGBTQ “era qualcosa che veniva fatto in segreto, nessuno voleva essere colto sul fatto” afferma Francis DeBernardo, ma grazie agli sforzi del Papa e di altri, ora quest’opera può essere portata avanti senza troppa paura di polemiche o reprimende: “In un sempre maggiore numero di parrocchie le persone LGBTQ non solo sono accolte, ma divengono anche responsabili di ogni tipo di attività e di programmi, non solamente nel campo LGBTQ”.
Testo originale: This Pride Month, Catholic Church shows clear, if subtle, shifts toward LGBTQ welcome