Prima del coming out una delle cose più difficili è vincere la propria omofobia
Testimonianza di Luana, 20 anni, tratta dal sito lambda-education (Svizzera), liberamente tradotta da Giovanna Vallone
Montaigne, nei suoi Saggi, riassume in modo ammirevole i propri sentimenti nei confronti del suo migliore amico con poche parole: «Perché era lui, perché ero io»; avevo 18 anni, era la mia migliore amica ed è sulla base di questa idea che abbiamo vissuto la nostra storia per poco più di un anno.
Avevamo la sensazione di essere due amiche che si scambiano affetto reciproco, ci sembrava fuori luogo, quindi, affrontare la questione dell’omosessualità; e poi, comunque, ci importava poco, stavamo bene…
Un giorno, tuttavia, qualcuno ci ha costrette, frettolosamente, ad aprire il dibattito sulla nostra identità: i suoi genitori hanno trovato una mia lettera. Costernati, si sono affrettati a contattare i miei genitori per confidar loro che, tra le loro figlie, sembrava esserci più che una semplice amicizia.
Attorno ad un tavolo, di fronte ad una madre ed un padre tanto indignati quanto terrorizzati, ho dovuto tirar le somme e mostrare che, in realtà, non mi «sentivo» omosessuale; ho visto – ed anche mia madre l’ha visto – mio padre piangere, per la prima volta ma, in fin dei conti, con tacito accordo, mi avrebbero sostenuto, qualsiasi strada avessi intrapreso.
I suoi genitori, invece, hanno reagito in mondo molto più violento e, desiderosi di discolpare una figlia piena di «moralità», hanno scaricato la colpa – poiché doveva esserci necessariamente colpa – su di me e sulla mia condizione di figlia unica e maleducata.
Mi hanno odiata e insultata, arrivando persino a chiudere la porta di casa davanti ai miei tentativi di negoziazione; mi sono ritrovata ad essere improvvisamente detestata da adulti che ammiravo e da un fratello che consideravo fosse il mio. Non mi sono mai accettata e sono, quindi, fuggita.
Mi è sembrato dunque di una logica inoppugnabile essermi solo temporaneamente allontanata dagli schemi. Dovevo solo raggiungere il mio cammino, quello che mi avrebbe spinta verso il genere maschile: esperienze, certo, interessanti, ma che non si rivelarono convincenti; i miei sentimenti non progredivano. Solo allora, ho cominciato a mettere seriamente in dubbio la mia identità; mi ero innamorata di una ragazza e non avevo mai davvero amato dei ragazzi.
Avevo le premesse, ma mi mancava la conclusione. Ne è conseguito un periodo caotico, incerto e di impazienza. Ricerca implacabile e quasi ossessiva durante la quale mi sono impegnata ad analizzare dettagliatamente, senza tregua, il mio comportamento per determinare verso cosa si rivolgevano le mie preferenze; in quel periodo, ho anche esaminato ampiamente quello che era il mio «problema» in compagnia dei miei amici(che), ma soprattutto, ho divorato opere che trattavano di omosessualità. Nonostante l’importante e straordinario sostegno dei mie amici(che), mi trovavo ancora in uno stato di solitudine che arrivava a colmare il viatico di queste letture, porte socchiuse su un settore che conoscevo poco.
Alla fine, è stato semplicemente il caso ad esser venuto a sottrarmi al mio ascetismo e dissipare i miei dubbi: mi sono innamorata di un’altra ragazza. Storia farsesca e complicata, che però ha avuto il merito di fornirmi finalmente la conclusione…
Si dice che una delle cose più difficili sia vincere la propria omofobia; credo sia esatto e, a dire il vero, credo di non esserci ancora totalmente riuscita: mi sento falsa, troppo spesso, nei confronti di persone che si confidano con me e a cui non riesco a rivelare questa parte per niente irrilevante della mia personalità; paura del rifiuto, senza dubbio, ma anche timore di sparire dietro questa sola ed unica etichetta dell’omosessualità. È un lavoro a lungo termine quello di riuscire ad accettare la propria «differenza», ma sono riuscita a superare una tappa importante il giorno in cui ho preso coscienza che questa differenza non mi avrebbe mai impedito di vivere felice.
All’età di 14 anni, mi dirigevo ciecamente verso la carriera di scrittrice, incurante di poter, un giorno, condurre una vita i cui tratti essenziali sarebbero stati degni di essere comparati alla biografia di autori celebri; oggi, nutro l’intima convinzione che il futuro mi fornirà tutto il necessario per la realizzazione di quel sogno che è la scrittura; se credo in ciò che ho vissuto fin qui, essendo omosessuale, sarò portata, volente o nolente, a conoscere esperienze diverse e, quindi, più ricche…
Testo originale: Coming out Luana, 20 ans