Proposte al Sinodo per superare l’ipocrisia cattolica sui temi LGBT+
Resoconto del Gruppo Sinodale LGBT+ della diocesi di Elphin (Irlanda), a cura di David Carroll e Ursula Halligan, liberamente tradotto da Antonio De Caro, parte terza e ultima
Tema 3 – Ipocrisia della Chiesa Cattolica su temi LGBT+
Citazioni dalle testimonianze dei partecipanti al gruppo di lavoro
• Sono entrato in seminario perché avevo fede e perché non potevo avere una vita sessuale. Era un comodo nascondiglio, l’ho capito dopo molto tempo. Ma dopo un po’ ho compreso che lì c’erano molti altri uomini gay, e molti di loro erano persone assai inasprite.
• La mia opinione è questa: le persone più omofobiche sono quelle che sono loro stessi gay, ma in forte conflitto con la propria sessualità, per cui diventano aggressivi e demonizzano l’omosessualità in generale. Non penso sia una coincidenza che ogni prete che conosco è gay, che ci sono tante persone gay nella Chiesa ma sono così duramente omofobici. Se fossero eterosessuali non sarebbero così ossessionati dalla sessualità e dall’omosessualità. Proprio loro chiamano le persone gay “intrinsecamente disordinate”? È un’istituzione corrotta da dentro.
• Immaginate: quanto può essere nocivo essere bloccato in un’organizzazione ben sapendo che quell’organizzazione sostiene che la tua sessualità è oggettivamente disordinata e se ti innamori di una persona del tuo stesso sesso loro lo giudicano intrinsecamente cattivo e il tuo lavoro è rappresentare questa visione? Ma quanto è contorto?
Sintesi del Tema 3
L’ipocrisia della posizione cattolica sull’omosessualità, posto che la Chiesa Cattolica annovera un rilevante numero di preti gay nei suoi ranghi, è stata descritta da un partecipante come sconvolgente. (4) Sotto gli occhi di tutti, è una menzogna nel cuore della chiesa clericale, che però alimenta la struttura dell’omofobia nella società. Il senso di colpa e l’offesa imposti alle persone gay sono tanto più profondi e dolorosi, quanto più è risaputo nella società laica che la Chiesa stessa per secoli è stata riconosciuta dai suoi stessi membri come una riserva di uomini omosessuali. Questo segreto ipocrita è l’aspetto più nocivo della dottrina della Chiesa istituzionale sulla sessualità, soprattutto per i suoi effetti sulle menti e i cuori degli adolescenti. Esso rafforza il disprezzo per l’omosessualità, incoraggia una vita inautentica e in seguito condanna le vite LGBT+.
Questa contraddizione nel cuore della Chiesa, un’istituzione che pretende di insegnare la verità, deve essere portata alla luce se la Chiesa vuole mantenere una qualche integrità. E, secondo il gruppo di lavoro, può essere portata alla luce solo attraverso un onesto riesame della concezione della Chiesa sulla sessualità umana. Il vissuto reale delle persone vive ha rivelato che la sessualità umana è più complessa e diversificata del modello procreativo eterosessuale favorito dalla Chiesa gerarchica. Le relazioni d’amore non possono essere ridotte al mero atto sessuale procreativo. Secondo il gruppo di lavoro è urgente una revisione della dottrina della Chiesa sulla sessualità umana, per riflettere la moderna ricerca scientifica, psicologica e sociologica e l’esperienza vissuta delle relazioni fra le persone.
Nell’incontro è stata espressa anche preoccupazione per il benessere e la salute mentale dei sacerdoti gay e tutte le persone gay nella vita religiosa (che abbiano fatto o no coming out).
Proposte per il cambiamento della Chiesa
La sezione finale della discussione nel gruppo di lavoro riguarda la Domanda 3:
Quali cambiamenti ritenete necessari per rendere la Chiesa un luogo dove i cattolici LGBT+ possono sentirsi al sicuro, rispettati e in grado di fiorire come esseri umani nel mondo?
Il gruppo ha proposto 10 azioni.
1. Chiedere scusa: che la gerarchia della Chiesa Cattolica (dal vertice in giù: Papa, cardinali, vescovi e sacerdoti) chieda scusa con le persone LGBT+ e le loro famiglie per il male, il danno e il dolore che hanno provocato loro. Questo aiuterebbe in qualche misura le persone LGBT+ a sentirsi rispettate.
2. Ammettere a TUTTI i sacramenti le persone LGBT+ e le donne: che le persone LGBT+ abbiano accesso a TUTTI i sette sacramenti, compreso il matrimonio (e l’ordine sacro per tutti, eterosessuali, donne e persone LGBT+).
3. Cambiare la dottrina della Chiesa sull’omosessualità: che la Chiesa riveda la sua dottrina sull’omosessualità per riflettere la moderna ricerca scientifica, psicologica e sociologica e le esperienze vissute di relazione fra le persone. (5)
4. Eliminare il linguaggio offensivo: che la Chiesa abbandoni espressioni come “intrinsecamente cattivo” e “oggettivamente disordinato” quando si riferisce alle persone LGNT+ e cancelli queste parole di insulto dal Catechismo e tutti i documenti ufficiali. Non ci sono ragioni teologicamente valide per giustificare l’uso di questo o qualsiasi altro linguaggio che umili l’umanità di una persona, specialmente quando esso è così dannoso per la salute mentale dei giovani LGBT+.
5. Affrontare l’ipocrisia del clero cattolico sui temi LGBT+: che la Chiesa affronti l’ipocrisia del clero cattolico sui temi LGBT+, come spiegato nel Tema 3.
6. Ordinare le donne come sacerdoti ed assicurare la loro piena eguaglianza nella Chesa: che la Chiesa smetta di considerare le donne cattoliche come fedeli di rango inferiore e si impegni ad affermare la loro piena eguaglianza nella Chiesa. La misoginia è riconosciuta come radice e motore di omofobia. Fino a quando alle donne non sarà accordata una condizione piena ed egualitaria rispetto agli uomini nella Chiesa, l’omofobia rimarrà una forza tossica in essa.
7. Condurre ispezioni sulla (dis)parità di genere in tutta la Chiesa istituzionale: che la Chiesa effettui ispezioni sulla (dis)parità di genere nel mondo e nelle diocesi locali, come Elphin, per vedere come le comunità ecclesiali recepiscono le buone pratiche e gli standard internazionali.
8. Stabilire in Vaticano un Dicastero per la Diversità e l’Inclusione: che la Chiesa Cattolica divenga sempre più una presenza di guarigione nel mondo, in forza della sua “cattolicità” (cioè universalità, inclusione e completezza) ed evolva come leader globale per la diversità, con strutture, sistemi e processi aperti e capaci di rispettare l’intero spettro dell’umanità, la sua preziosa molteplicità.
9. Sostenere e promuovere i “Principi di Salvaguardia” sulle vite LGBT+, ratificati dalla Commissione Inter-religiosa Globale nel marzo 2022: che la Chiesa Cattolica agisca immediatamente per diventare un luogo sicuro per persone LGBT+ promuovendo i “Principi di Salvaguardia” sulle vite LGBT+, a cura della Commissione Inter-religiosa Globale (cfr. Appendice). (6)
10. Predisporre un insieme di “Principi di Salvaguardia” per proteggere i figli di genitori LGBT+ che frequentano le scuole cattoliche: che la Chiesa Cattolica, in quanto principale agenzia formativa in Irlanda, incaricata di prendersi cura dei giovani che provengono da diversi contesti, predisponga un insieme di linee-guida sull’educazione sessuale, per rispettare e proteggere figli che provengono da unioni omosessuali e anche tutte le ragazze e i ragazzi, qualunque sia la loro sessualità in crescita.
APPENDICE
Commissione Inter-religiosa Globale sulle vite LGBT+
Valorizzare la santità e la dignità di tutte le vite
PRINCIPI DI SALVAGUARDIA (Marzo 2022)
1. RICONOSCIMENTO – Noi crediamo che tutti gli individui siano creati ad immagine di Dio (che molti chiamano il Divino) e dovrebbero essere liberi di esprimere la loro sessualità e/o identità di genere nelle loro comunità di fede senza paura e senza giudizio.
2. PREVENZIONE – Noi crediamo che abbiamo il dovere di prenderci cura dei nostri fedeli LGBT+ e per questo ci impegniamo ad ascoltare l’esperienza delle persone LGBT+ e di identificare e sradicare tutti i comportamenti dannosi che impediscono a queste persone di fiorire.
3. PROPORZIONALITÀ – Noi riconosciamo che per troppo tempo i diritti dei fedeli LGBT+ sono stati spesso ignorati ed emarginati, mentre ad altre visioni è stata concessa una posizione dominante, e per questo ci impegniamo per assicurare che le persone LGBT+ abbiano ora adeguato spazio per esprimersi.
4. PROTEZIONE – Noi riconosciamo che molte persone LGBT+ affrontano in misura rilevante discriminazione e odio, e per questo ci impegniamo a proteggere tutte le persone LGBT+ dal male, in contesti religiosi o secolari.
5. ALLEANZA – Noi riconosciamo che per troppo tempo le persone LGBT+ sono state escluse dalle decisioni che influenzano le loro vite, e per questo ci impegniamo a lavorare sempre in alleanza, specialmente per prevenire, scoprire e denunciare ogni forma di abuso spirituale.
6. RESPONSABILITÀ – Noi crediamo che nessuno sia al di sopra della legge, e che debba esserci trasparenza in tutte le aree di salvaguardia, e per questo ci impegniamo per monitorare e rivedere regolarmente i progressi con i nostri fedeli LGBT+.
(4) Su questo il gruppo ha riportato testimonianze personali e ha fatto riferimento al libro di Frédéric Martel Sodoma e alla sua stima che l’80% del clero maschile in Vaticano è omosessuale.
(5) Cfr. “Obiezioni cristiane alle relazioni omosessuali: una valutazione accademica” Wijngaards Institute, maggio 2021. https://www.wijngaardsinstitute.com/wp-content/uploads/2020/08/christian_same_sex_relationships__interim_report.pdf
(6) https://globalinterfaith.lgbt/ (Nota del Traduttore: della Commissione fa parte anche il rev. James Martin SJ).
Testo originale (PDF): Synod LGBT+ Focus Group Feedback