Q Christian Fellowship e il cammino dei cristiani LGBT+ negli Stati Uniti
Dialogo di Katya Parente con Nathanial Green di Q Christian Fellowship
Mi piace pensare a quest’intervista come ad una sorta di gemellaggio informale, perché l’ospite di questa chiacchierata è Nathanial Green, direttore delle comunicazioni di una realtà per molti versi simile a quella di Gionata, Q Christian Fellowship, è una sorta di nostra controparte statunitense. Ma bando alle ciance e iniziamo subito con le domande.
Da quanto tempo esiste Q Christian Fellowship?
Q Christian Fellowship è nato nel 2003 come forum online con il nome di “Gay Christian Network”. Nel tempo la comunità è cresciuta e ha iniziato a incontrarsi annualmente, una tradizione che continua fino ad oggi. Nel 2016 la direttrice esecutiva Bukola Landis-Aina ha formato il primo Comitato Consultivo per la Diversità dell’associazione, con il risultato del cambio del nome nel 2018 per riflettere più compiutamente la differenze interne alla comunità LGBTQ+.
Com’è la situazione dei cristiani LGBTQ negli USA?
Anche se negli Stati Uniti le identità e le relazioni LGBTQ+ possono contare sull’approvazione della maggioranza nonpartisan, c’è una potente minoranza che cerca di codificare omofobia e transfobia. Molte delle maggiori e più potenti confessioni cristiane considerano le relazioni omosessuali e le identità trans o gender non-conforming immorali, così, in questi spazi istituzionali, i cristiani LGBTQ+ sono spesso soggetti a forme di abuso spirituale ed emotivo da parte delle Chiese e dei membri che rifiutano le loro esperienze di sessualità e/o di genere.
Anche se ci sono richieste crescenti di un completo sostegno ai cristiani LGBTQ+, anche da parte di certe confessioni storicamente conservatrici, le dichiarazioni teologiche pericolose e l’eterosessismo rimangono gli ostacoli maggiori al progresso e al senso di radicale appartenenza che cerchiamo di coltivare.
Il vostro non è un semplice portale: l’associazione tiene conferenze, crea gruppi virtuali, ed ha moltissimi collaboratori… Quant’è difficile coordinare una realtà del genere?
A partire dagli ultimi due anni, il nostro gruppo si è più che raddoppiato, consentendoci di aumentare le iniziative che possiamo offrire ai cristiani LGBTQ+ e ai loro sostenitori! Questo non sarebbe stato possibile senza membri appassionati, volontari impegnati e generosi collaboratori, che hanno permesso al lavoro della comunità, e alla comunità stessa, di crescere. Siamo una squadra virtuale sparsa in tutti gli Stati Uniti, che dà priorità alla collaborazione, permettendo alle capacità dei singoli membri di brillare.
Essendo di lingua inglese, il vostro operato è circoscritto agli USA, o raggiunge altri Paesi anglofoni?
Una delle cose meravigliose della nostra comunità è che è internazionale! Proprio questa settimana sono stati lanciati i nostri gruppi di comunità primaverili di dieci settimane, con iscritti in sei dei sette continenti. Anche se la maggior parte dei nostri programmi sono seguiti da Statunitensi, più o meno un quarto del nostro traffico web arriva dall’estero, praticamente da ogni continente.
Per incrementare l’accesso alle nostre risorse abbiamo creato gruppi di traduzione in spagnolo e francese, composti da volontari che stanno traducendo sistematicamente la maggior parte delle nostre risorse. Ad oggi siamo stati in grado di pubblicare quattro risorse in spagnolo e una in francese, e altre sono in arrivo!
Negli Stati Uniti ci sono molte tradizioni cristiane (protestante, cattolica, ortodossa…). Come si riflette questo sul vostro sito e sulla vostra azione pastorale?
Siamo una comunità interconfessionale, e abbiamo tra i membri rappresentanti di diverse confessioni. I protestanti costituiscono la maggioranza dei nostri partecipanti, ma sono ben accetti anche cattolici e ortodossi!
Nelle nostre due passate Conferenze annuali siamo stati molto felici di aver avuto come oratore principale il francescano padre Richard Rohr. Data la differenza di esperienze di fedi presente, siamo intenzionati a creare contenuti e programmi che interessino tutte le varie confessioni.
Dedicate molto spazio agli allies… Quanto è importante includerli nel vostro operato?
La nostra dichiarazione d’intenti tiene conto dell’estensione delle nostre speranze: Q Christian Fellowship modella profeticamente un mondo in cui tutte le persone LGBTQ+ sono pienamente amate dalla famiglia e dalla Chiesa, e la comunità e i cristiani di tutto il mondo devono essere all’altezza della loro chiamata ad essere strumenti di grazia e difensori degli emarginati.
Crediamo fermamente che la Chiesa e i simpatizzanti possano vivere con favore l’emancipazione e l’inclusione delle persone LGBTQ+! In particolare, abbiamo tanto da imparare sulla diversità e sull’amore radicale di Dio dall’emancipazione delle persone LGBTQ+.
Chi aspira ad essere simpatizzante può essere un importante attivista nelle Chiese e nelle istituzioni dove le persone LGBTQ+ sono maltrattate o rifiutate. L’essere simpatizzante non è qualcosa di neutrale: richiede un impegno costante nella lotta per la liberazione delle persone LGBTQ+, a costo di perdere amicizie, essere cacciati dalla propria comunità cristiana, e molto altro.
Ci sforziamo di fare spazio ai simpatizzanti per imparare e crescere in comunità insieme ai cristiani LGBTQ+, credendo che l’appartenenza radicale sia per tutti!
Nathan ci saluta “In peace and gratitude”, in pace e con gratitudine. Due valori che dovremmo sempre tenere ben presente, per noi e per chi ci sta accanto.