“Cercare ancora”. Breve bibliografia teologica su fede e omosessualità
Ma la teologia ha qualcosa dire nel dibattito in corso su “Omosessualità e fede”? Noi siamo sicuri di si. Certo non mancano le difficoltà perchè spesso le varie chiese non vogliono ascoltare o mettere in discussione posizioni ormai storicizzate nei secoli. Eppure il dibattito non manca e neanche libri e articoli che cercano di affrontare questa complessa questione umana su cui bisogna “cercare ancora”. Il progetto Riviste online, ideato dal prof. Francesco Testaferri docente nell’Istituto Teologico di Assisi, ha portato alla creazione di una banca dati ad accesso gratuito, consultabile in rete all’indirizzo rivisteonline.org, dedicata alla ricerca degli articoli pubblicati nelle riviste teologiche italiane.
Questo ci ha permesso di poter individuare alcuni articoli pubblicati da vari teologi che si sono accupati di riflettere sull’omosessualità e le persone omosessuali. Non mancano certo le contraddizioni e le difficoltà per chi si avventura su questi temi, ma la riflessione teologica è ormai matura per affrontare e definire una questione umana e teologica su cui bisogna “cercare ancora”.
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA SU “FEDE E OMOSESSUALITÀ” (compilata il giugno 2008)
Binasco Mario, Omosessualità ed esperienza psicoanalitica: considerazioni attuali, in Anthropotes, XX (2004) 2, p. 341-378
La nostra epoca è caratterizzata attualmente da due elementi: un nuovo tipo di miscredenza riguardo la capacità dell’ordine simbolico di afferrare il Reale e un universale mercato del godimento dove nulla di umano può essere scambiato. L’offerta omosessuale propone l’identificazione con un ipotetico godimento sostenuto da rivendicazioni di gruppo e sulla base di un implicito diritto all’innocenza.
A fronte di questi discorsi, l’esperienza psicoanalitica riconosce la responsabilità del soggetto dell’inconscio e tratta l’omosessualità come la presenza di determinati fantasmi del desiderio. Questa presenza è dovuta ad alcune difficoltà nella simbolizzazione concreta della paternità e della differenza sessuale. Queste fantasie sono costruite allo scopo di negare la realtà della castrazione materna e l’Alterità del sesso. La negazione della differenza e della dissimmetria caratterizza ogni rivendicazione sociale di questi gruppi così come il discorso scientifico.
Cavedo Romeo, Bibbia e omosessualità, in CredereOggi, XX (2000) 2 fasc.116, p. 37-45,
L’Antico Testamento non basta da solo a fondare tesi morali. Nel nostro caso, inoltre, condanna la violenza omosessuale, non l’omosessualità stessa.
Nel Nuovo Testamento il passo decisivo è Rm 1,26-27. Paolo considera certamente l’omosessualità un male contro natura al quale Dio ha abbandonato gli uomini per punire la loro idolatria. Ma questa visione, pur essendo storico-salvifica, non sembra sufficiente per dedurre che la tendenza omosessuale sia in se stessa più perversa di altre propensioni umane al male.
Solo le scienze umane possono definire la vera natura dell’omosessualità, a proposito della quale gli autori biblici condividono idee tipiche dell’ebraismo che non hanno in se stesse autorevolezza vincolante dal punto di vista dottrinale.
Chiavacci Enrico, Omosessualità e morale cristiana: cercare ancora in Vivens Homo, XI (2000) 2, p. 423-457
Il lavoro si propone di offrire una riflessione critica intorno al tema della omosessualità rifiutando di assumere quest’ultima come una categoria astratta; di considerare a priori ogni comportamento omosessuale oggettivamente disordinato e l’orientamento omosessuale come necessariamente perverso o frutto di malattia.
L’autore esamina per prima la tradizione greca rilevando come non sia possibile riscontrare l’omosessualità come condizione stabile di una persona quanto piuttosto singoli comportamenti omosessuali generalmente inseriti in un contesto più ampio di legami di amicizia o di discepolato.
Neppure nella riflessione biblica esiste l’idea di persona omosessuale, anche se vengono duramente sanzionati i comportamenti omosessuali; tuttavia essi appaiono condannati non per se stessi ma per lo spirito di dominio violento che esprimono. Riguardo al Nuovo Testamento appare centrale la riflessione paolina e in particolare Rm 1,26-27 una cui analisi sembra confermare quanto già emerso sulla condanna dei comportamenti omosessuali pur fondandosi su una diversa motivazione. Una particolare attenzione viene dedicata all’evoluzione del concetto di natura in quanto questo è determinante per la comprensione dei successivi sviluppi teologici della valutazione morale dell’omosessualità specialmente in S. Pier Damiani e S. Alfonso de’ Liguori.
Solo nella seconda metà del XX secolo, a partire da una comprensione più profonda della sessualità umana, si elaborano importanti riflessioni capaci di influire sulla ricerca teologica morale attuale.
Particolarmente rilevanti a tal proposito appaiono da un lato l’introduzione delle idee di indoles sexualis e di criteri oggettivi ex personae eiusdemque actuum natura desumptis propria del Concilio Vaticano II e dall’altro l’idea proveniente dalla ricerca scientifica interdisciplinare di gender identity in cui si distinguono quattro elementi: l’identificazione del singolo nel genere maschile o femminile; l’orientamento sessuale; il ruolo assegnato da una società al maschio e alla femmina; il comportamento sessuale. In questo contesto sembra oggi possibile ripensare in modo evangelico il tema della omosessualità.
Genre Ermanno, Accoglienza e accompagnamento delle persone omosessuali. Il dibattito nelle altre chiese cristiane in CredereOggi, XX (2000) 2 fasc.116, p. 57-72
Se il tema dell’accoglienza delle persone omosessuali in ambito cattolico presenta molte contraddizioni, in ambito protestante il dibattito non avviene a ciel sereno. Nonostante che la questione del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali non faccia più problema, altrettanto non si può dire in ambito ecclesiale, dove la riflessione sul tema è ancora gravata da molti pregiudizi e valutazioni unilaterali.
L’articolo illustra l’esperienza di quelle chiese riformate che hanno affrontato l’argomento e presentato alcune ipotesi di ’accoglienza’ delle persone omosessuali. Un’accoglienza da ’benedire’? e in quale forma? La parte decisiva dell’intera questione sembra in ogni caso situarsi nell’ambito dell’accompagnamento pastorale delle coppie omosessuali. La via imboccata dalla riflessione teologica nell’elaborazione di un nuovo modello etico ’relazionale’ apre a interessanti prospettive.
Ghirlanda Gianfranco, Gli omosessuali e l’ammissione al sacerdozio. Gli aspetti canonici in La civiltà cattolica, CLVIII (2007) 3761, p. 436-449
L’articolo illustra una recente Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica sull’ammissione al seminario, al noviziato e al sacerdozio di candidati con tendenze omosessuali. Ponendosi in continuità con precedenti documenti, l’Istruzione distingue tendenze profondamente radicate, che escludono l’ammissione, e tendenze transitorie, che la consentono se sono state superate. Soltanto il raggiungimento di una completa maturità affettiva permette infatti di svolgere adeguatamente il ministero sacerdotale in persona Christi.
Il documento richiama i doveri dei formatori, la necessaria apertura e collaborazione dell’interessato, l’eventuale ricorso a terapie psicologiche e la retta decisione finale dei responsabili. L’Autore, professore di Diritto canonico, è rettore della Pontificia Università Gregoriana (Roma).
Lopez-Illana Francisco, La legge spagnola sul matrimonio degli omosessuali in Familia et Vita, X (2005) 2, pp.74-82
Nel caso specifico della legge civile spagnola che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso e permette l’adozione di un bambino anche da parte di una coppia gay, vi è un riconoscimento giuridico di un modello di famiglia che si contrappone alla legge naturale e per di più con forti conseguenze negative sul tessuto sociale. Si tratta, pertanto, di corruzione della legge, la quale perde la sua identità di legge. Queste ragioni inducono a giudicare tale legge ingiusta e disonesta e quindi l’autorità governativa non ha nessun potere per imporla e i fedeli cristiani hanno il dovere di opporsi in coscienza ad essa.
Marchesi Giovanni, Omosessualità e sacerdozio in La civiltà cattolica, CLVII (2006) 3734, p. 167-176
«La Chiesa non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay».
Questa è l’affermazione centrale di un breve documento pubblicato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, destinato ai vescovi, ai rettori dei seminati e ai formatori dei candidati al sacerdozio, con la formula canonica di approvazione di Benedetto XVI. Presentando i contenuti dell’Istruzione vaticana ci si sofferma sulle ragioni della non ammissibilità degli omosessuali al sacerdozio.
Pezzini Domenico, Per un cammino di vita interiore della persona omosessuale in CredereOggi, XX (2000) 2 fasc.116, p. 73-97
E’ possibile porre un cammino di vita interiore per le persone omosessuali? Partendo da questo interrogativo e tenendo sullo sfondo il vissuto quotidiano di tante persone, l’Autore cerca di indicare alcuni elementi utili che risultano imprescindibili nell’elaborazione di un cammino interiore e spirituale di crescita: dal rifiuto dell’ambiente circostante all’esperienza di accettazione di sé, la ricerca di equilibrio tra opposte tensioni, la bellezza come possibilità di incontro con Dio. La coniugazione di tali elementi vien poi illustrata a partire dal punto di vista relazionale.
Piana Giannino, Ipotesi per una reinterpretazione antropologico-etica dell’omosessualità in CredereOggi, XX (2000) 2 fasc.116, p. 47-56
Le riflessioni antropologiche ed etiche sul tema dell’omosessualità, che vengono qui proposte sotto forma ipotetica, hanno l’obiettivo di aprire prospettive di interpretazione del fenomeno, volte a superare le tradizionali letture ’naturalistiche’, dalle quali discendono atteggiamenti di condanna radicale e di altrettanto radicale giustificazione. Il significato della condizione omosessuale viene rintracciato a partire da una collocazione della differenza di genere dentro l’unità della specie umana e soprattutto nel contesto del riconoscimento della relazionalità come dimensione costitutiva dell’umano.
Le conclusioni cui si perviene – grazie anche al contributo determinante delle scienze umane – sono, da un lato, l’affermazione che l’unità è più grande delle differenze e, dall’altro, l’ammisione che la relazione viene prima delle forme in cui si esprime. L’importanza di queste acquisizioni sul terreno etico è evidente. Pur senza disconoscere il valore dello statuto bisessuato dell’umano, risulta infatti evidente la centralità della relazione nella valutazione e nell’orientamento del comportamento morale. Il che significa attenzione, di volta in volta, all’autenticità delle sue concrete espressioni, che hanno senza dubbio nel rapporto uomo-donna l’archetipo e il paradigma fondamentale, ma che possono, nello stesso tempo, realizzarsi anche in altre forme di rapporto, non escluse quelle omosessuali.
Le tesi qui esposte hanno carattere del tutto provvisorio e problematico; intendono soltanto avviare una discussione, tesa ad aprire nuovi spiragli per la ’comprensione’ di un fenomeno complesso che coinvolge un numero sempre più consistente di persone.
Pietrantoni Luca, Gli atteggiamenti psicosociali verso l’omosessualità in CredereOggi, XX (2000) 2 fasc.116, p. 7-20
Partendo dall’uso linguistico nel definire il fenomeno dell’omosessualità, si cerca di valutare quale sia l’attuale rappresentazione che la società dà dell’omosessualità stessa. Infatti, le scelte terminologiche hanno un impatto notevole sulla percezione di un gruppo determinato: spesso termini denigratorio svalorizzanti influenzano l’interazione sociale. Non solo, ma gli usi specifici di alcuni termini sono rivelativi di stereotipi, di pregiudizi, di tutte quelle «scorciatoie del pensiero» che conducono spesso a generalizzazioni rigide e indebite. Ben sapendo che stereotipi e pregiudizi sono parte del processo conoscitivo di tutti (strutturano e organizzano i dati che provengono dal vissuto), l’Autore invita a un confronto, a un dialogo aperto e rispettoso nell’ascolto, che riscopri appartenenze e valori comuni delle diversità umane.