“Chi ha paura non è perfetto nell’amore”. Una preghiera universale anti omofobia
Non si può amare se la paura è troppa. Se induce al nascondimento e alla vergogna. Ma ci si può vergognare dell’amore? Una «carica di credenti» si prepara alla giornata mondiale contro l’omofobia che è diventata una settimana, dall’11 al 17 maggio.
Se lo scorso anno si è concluso con la proposta della «depenalizzazione universale» degli atti omosessuali presentata all’Onu su iniziativa francese che ha raccolto oltre un terzo delle adesioni compresa quella dell’America di Obama, il 2009 si rivela l’anno della preghiera universale contro la violenza ai danni di lesbiche, gay e trans.
STOP ALL’IPOCRISIA
Non a caso il banner dell’iniziativa raffigura una persona con una benda sul volto. Il riferimento è a coloro che non vogliono vedere l’amore e lo colpiscono condannando i sentimenti altrui, nonché ai tanti omosessuali che introiettano l’odio e aggrediscono se stessi. La frase «di battaglia» è di Giovanni: «Chi ha paura non è perfetto nell’amore».
Con queste parole si apre il video che campeggia nel sito https://www.gionata.org/in-veglia/2009.html da cui viene lanciata l’iniziativa e dove giungono adesioni dalle associazioni italiane.
Il respiro internazionale trova la sua sponda nell’evento previsto a Parigi che punta il dito anche contro la transfobia e invita a raccolta i credenti di tutte le religioni e i laici partecipi: Le persone trans sono vittime del silenzio delle famiglie, del vuoto giuridico e di una ingerenza medica pronta a classificare quelli che escono dalla “norma”». Appuntamento il 17 alla Maison Verte al 127 di Rue Marcadet.
L’ora della preghiera scatta anche a Palermo, «Paura, discriminazione, violenza, Omofobia….anche tu, insieme a noi, puoi dire basta!»: con questo messaggio i ragazzi e le ragazze del gruppo «Ali d’aquila», omosessuali cristiani di Palermo, partecipano, anche con un video suggestivo, alle veglie per il rispetto dell’amore.
Non c’è da stupirsi della presenza corale, del tam tam diffuso sui siti web e a colpi di immagini visibili in tutto il mondo. Le veglie vogliono essere un momento di preghiera ecumenica e di testimonianza cristiana – scrivono gli organizzatori – «perché non possiamo stare in silenzio quando milioni di uomini e donne soffrono nel mondo (minacciati, torturati e anche uccisi in alcuni Paesi) solo perché esistono, perché amano e vogliono vivere l’affettività che il Signore ha dato loro».
SMETTERE DI TACERE
La verità è semplice: quandosi smette di tacere non si può più tornare indietro. Se la politica in paesi come il nostro fa resistenza, se il giudizio sociale nega, c’è sempre qualcosa di più forte.
L’impatto della trasformazione sociale si fa sentire grazie alle emozioni e ai sentimenti, tramite l’arte, la poesia, le fedi. Rosa Salamone, vicepresidente nazionale della Refo (Rete Evangelica fede e omosessualità) dice: «Noi non possiamo essere liberi fino a quando i nostri fratelli e le nostre sorelle saranno schiavi di un razzismo senza fondamento nei confronti degli omosessuali, transessuali e bisessuali.
Non ci sarà libertà per noi fin quando non contribuiremo tutti insieme, valdesi, metodisti, battisti, cattolici, veterocattolici, laici, atei, credenti e non al cambiamento dei cuori e delle leggi». Parole «sante».