Qual è il peccato di Sodoma? Analisi di un passo controverso della Bibbia
Riflessioni bibliche pubblicate sul sito Would Jesus Discriminate? (Stati Uniti), liberamente tradotte da Silvia Lanzi
Il racconto di Sodoma e Gomorra in Genesi 19 è la storia del tentato stupro di gruppo di due “estranei”. Non dice nulla di amorevoli relazioni gay e in realtà condanna il tipo di violenza fatto a volte a gay e lesbiche. Giuda 7 parla di una leggenda ebraica del primo secolo, secondo cui le donne di Sodoma avrebbero fatto sesso con angeli maschi. Siccome si parla di sesso eterosessuale tra angeli ed umani, chiaramente non ha nulla a che fare con le relazioni gay.
La storia di Sodoma e Gomorra è forse il più conosciuto tra i “passi oscuri” che qualcuno cerca di usare contro le persone gay. Questa storia è raccontata in uno dei più antichi libri della Bibbia e per secoli è stata la preferita di artisti e scrittori. Se anche non avete mai letto il racconto dell’Antico Testamento della distruzione di Sodoma e Gomorra, l’avete sicuramente letto in un libro o visto in un film. Dal momento che il racconto biblico è molto lungo, ve ne farò un riassunto. Potete trovare l’originale in Genesi 19 e nei capitoli precedenti.
Abramo aveva un nipote di nome Lot, che andò a Sodoma. A quel tempo Sodoma era considerata una città confortevole, sofisticata e moderna, e Lot pensò fosse un posto migliore in cui far crescere la propria famiglia che fuori nelle pianure, con Abramo, che era un nomade. Sfortunatamente, la città era anche piena di malvagità e così Dio disse ad Abramo che presto l’avrebbe distrutta. Vennero mandati due angeli a valutare la situazione di Sodoma e, quando Lot li vide nella piazza della città, li invitò a casa sua a cenare e ad alloggiare. Non capì che erano angeli. Sentiva, comunque, di avere la responsabilità di essere ospitale con gli stranieri perché ricordava di essere stato straniero lui stesso.
Quella sera, quando gli abitanti seppero che Lot aveva dato ospitalità a due stranieri, tutti si radunarono alla sua porta. Chiesero a Lot di lasciar andare i due uomini per poterli “conoscere” (Genesi 19:5) (il termine ebraico che traduce “conoscere” è usato a volte nelle Scritture per significare un rapporto sessuale, e dato il contesto del passaggio, questo probabilmente è il significato che ha qui). Lot supplicò i suoi vicini di non fare una cosa così malvagia. Con un atto spregevole, offrì loro le sue figlie vergini, ma gli uomini persistevano. Infine, gli angeli colpirono tutti loro con la cecità e avvisarono Lot e la sua famiglia di abbandonare la città perché Dio l’avrebbe distrutta presto a causa della sua malvagità. Subito il giorno seguente scese un fuoco dal cielo che distrusse la città e tutti i suoi abitanti.
Fin dal Medioevo molti teologi cristiani hanno visto in questa storia una totale condanna dell’omosessualità. Hanno tramandato l’idea che Sodoma fosse stata distrutta per la sua malvagità sessuale e che la prova di questa cattiveria fosse il desiderio dei suoi abitanti di fare sesso omosessuale. Analizziamo entrambi i fatti raccontati in Genesi 19 e l’interpretazione della storia fatta dagli altri autori biblici. Per prima cosa, esaminiamo i fatti.
Il testo ci racconta che “gli uomini di Sodoma, circondarono la casa: giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato” (v. 4) si radunarono alla porta di Lot e domandarono che i suoi ospiti fossero portati fuori. Il linguaggio è importante perché chiarisce che il gruppo alla porta di Lot era composto da tutte le persone della città (uomini e donne) o, almeno, da tutti i maschi della città, sia ragazzi che uomini. Questo è un fatto significativo.
Oggi, San Francisco ha la reputazione di essere la città “più gay” del mondo. Eppure, anche a San Francisco, gli omosessuali costituiscono di gran lunga meno della metà della popolazione totale di sesso maschile. Se il testo della Scrittura ci dicesse che “alcuni uomini di Sodoma” o anche “molti uomini di Sodoma” si raccolsero alla porta, potremmo allora supporre che gli uomini alla porta avrebbero potuto essere motivati dal desiderio omosessuale. Ma il testo dice che “sia giovani che vecchi, tutta la gente fino all’ultimo uomo” si raccolse alla porta. Il suggerimento che ogni uomo e ragazzo di Sodoma fosse omosessuale semplicemente non è credibile. Ogni ragionevole interpretazione della storia deve tenere conto del fatto che tutti i maschi di Sodoma (sia omosessuali e eterosessuali), e forse anche le donne, abbiano partecipato a questo attacco. Sembra che qui sia all’opera ben altro che il desiderio omosessuale.
Questo punto è rafforzato da un altro fatto raccontato nella storia. Ci viene detto che Lot, in un ultimo disperato tentativo di salvare i suoi ospiti, offrì le sue figlie vergini agli uomini alla porta. Sebbene l’offerta di Lot sia discutibile, dà un altro importante indizio interpretativo. Supponete di stare ospitando un’apericena, quando improvvisamente un gruppo di uomini che sapete essere omosessuali iniziano a bussare rabbiosamente alla porta, domandandovi di mandar fuori dalla vostra casa un ospite – maschio ovviamente. Avrebbe senso offrire loro una donna meravigliosa invece? Certo che no! Se gli uomini fossero motivati da un desiderio omosessuale, offrire loro del sesso eterosessuale non avrebbe senso. Lot conosceva gli uomini di Sodoma molto meglio dei predicatori fondamentalisti di oggi. Ed è ovvio che credesse che la folla fuori dalla sua porta fosse prevalentemente eterosessuale. Perché altrimenti avrebbe offerto le sue figlie? Anche se potrebbe essere più semplice dare la colpa di ciò che è avvenuto in Genesi 19 agli omosessuali, i fatti indicano che è successo qualcosa di molto più totalizzante e complesso. Ma cosa? Se il motivo dell’attacco non era il desiderio omosessuale, allora cos’era?
Considerate un esempio dei tempi moderni. Il 9 agosto del 1997, a New York, due poliziotti stavano compiendo una perquisizione alla ricerca di armi in casa di un immigrato nero haitiano di nome Abner Louima e si arrabbiarono con lui. Lo trascinarono in un bagno e, mentre uno lo teneva giù, l’altro gli infilzò una scopa rotta nel retto. Mentre lo facevano, si diceva che i poliziotti gli urlassero cose come “Ti insegneremo che i neg*i devono rispettare i poliziotti!”. In seguito a questo terribile incidente, nessuno ha suggerito che l’aggressione fosse motivata da desiderio omosessuale. Intuitivamente, sappiamo che i due poliziotti erano motivati dall’odio e dalla paura verso le persone come Abner Louima. Nelle loro menti, non c’era modo migliore di sminuire e umiliare un “nemico” che violarlo sessualmente.
C’è la stessa malvagia motivazione dietro la frase volgare “Fanc*lo!”. Ecco perché, quando Tyler sta guidando lungo l’autostrada la sua Honda Civic dell’87 e un uomo arrabbiato che gli sfreccia accanto con la sua Ford F150 gli mostra il dito, Tyler non pensa, “Oh, deve pensare che sono carino!”, ma sa che l’uomo è arrabbiato – forse abbastanza da brutalizzarlo.
Da prove archeologiche sappiamo che era una pratica comune per i soldati nel Vicino Oriente usare violenza omosessuale come modo di umiliare i nemici. Quando i soldati vittoriosi volevano spezzare lo spirito dei loro nemici sconfitti, li avrebbero “trattati come donne” stuprandoli. Questa pratica non era dettata dal desiderio sessuale, ma dalla brutalità e dall’odio contro i nemici.
Il motivo per abusare sessualmente di quelli che odiamo è tristemente parte dell’esperienza umana generale (anche se non fa parte della nostra esperienza personale). È questa motivazione, e non il desiderio sessuale, che sta dietro il peccato di Sodoma. Forse gli abitanti della città avevano paura che i due angelici stranieri fossero spie. Forse il fatto che Lot (un recente immigrato) li avesse fatti entrare è servito a fare aumentare il sospetto. Qualunque cosa avesse causato il loro panico, ha prevalso la mentalità di massa e presto gli abitanti di Sodoma sono andati a casa di Lot chiedendo a gran voce di brutalizzare gli stranieri. Questa è una storia di una tentata violenza di massa, non di desiderio omosessuale.
Per verificare quest’affermazione, facciamoci una semplice domanda. Supponete che i due angeli della storia fossero state donne, ma che la storia fosse esattamente la stessa: gli uomini di Sodoma hanno chiesto a gran voce di avere rapporti sessuali con i due angeli donna e Dio ha distrutto la città. Pensate che qualcuno possa concludere che questa storia è una totale condanna dell’eterosessualità? No di certo! Invece, tutti noi dovremmo concludere (correttamente) che la malvagità di Sodoma è stata dimostrata dal desiderio di violare sessualmente due sconosciuti in mezzo a loro.
Infatti, questo è il modo in cui gli altri autori della Bibbia hanno interpretato questa storia. Ci sono circa venti riferimenti a Sodoma, nessuno dei quali dice che l’omosessualità ne fosse il peccato. Uno dei più ampi riferimenti a Sodoma si trova in Ezechiele, che dice: “Ecco, questa fu l’iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figlie vivevano nell’orgoglio, nell’abbondanza del pane, e nell’ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell’afflitto e del povero. Erano altezzose, e commettevano abominazioni nel mio cospetto; perciò le feci sparire, quando vidi ciò” (Ezechiele 16:49-50). È chiaro da questo passaggio (e da altri simili) che l’abominio di Sodoma, secondo i profeti dell’Antico Testamento, era che essa si comportava con indifferenza insensibile verso i deboli e vulnerabili: i poveri, gli orfani, le vedove e gli stranieri in mezzo a loro.
Perché allora alcuni cristiani interpretano questa storia come condanna ad ogni comportamento omosessuale? Vorremmo pensare che la loro interpretazione è guidata dal pregiudizio antigay. Molti cristiani conoscono solo gli stereotipi che hanno imparato da piccoli. Prendono per buona l’idea che tutti gli uomini gay siano predatori e non esistano relazioni d’amore tra le persone intrinsecamente omosessuali. Così leggono la storia di Sodoma e vedono uno stereotipo di quello che pensano siano tutte le persone gay. Ritengono poi che la storia debba essere una condanna radicale dell’omosessualità perché credono che l’omosessualità assuma la forma mostrata in questa storia. In verità, questa storia è al massimo una condanna della violenza omosessuale e, come affermano altre parti della Scrittura, si tratta più in generale di una condanna dei maltrattamenti di coloro che sono più vulnerabili, compresi gli stranieri. È ironico che la storia di Sodoma ora sia usata dai cristiani per giustificare l’odio verso un altro gruppo vulnerabile – le persone gay.
Questa storia chiaramente non si applica alla domanda che poniamo alla Scrittura, vale a dire se due persone dello stesso sesso possano vivere una relazione d’amore impegnata con la benedizione di Dio. Quindi possiamo prendere questo passo così ostico e metterlo da parte.
Essendo andate dietro ad altra carne (Giuda 7)
Il secondo di questi passi ostici è un altro riferimento a Sodoma e Gomorra. Nella Versione di Re Giacomo si legge:
“Come Sodoma e Gomorra, e le città vicine, avendo fornicato nella medesima maniera di costoro, ed essendo andate dietro ad altra carne, sono state proposte per esempio, portando la pena del fuoco eterno”. (Giuda 7)
Quando leggiamo questi versi nell’America moderna, essendo cresciuti in una cultura che disprezza i gay e si riferisce a loro come “queer”, è facile presumere che il riferimento di Giuda ad “andare dietro ad altra carne” debba significare l’omosessualità. Per molte persone eterosessuali sembra strano o innaturale per una persona desiderare l’intimità con qualcuno del suo stesso sesso. Comunque, i teologi ben informati vi diranno che non è di questo che parla Giuda.
Al tempo in cui venne scritto il libro di Giuda alcuni credevano che le donne di Sodoma avessero avuto rapporti sessuali con gli angeli maschi. Questa opinione probabilmente viene da Genesi 6:1,2 e 4, dove ci viene detto che i “figli di Dio” (gli angeli) presero come mogli le figlie degli uomini. Questo è stato l’atto finale che ha portato il giudizio di Dio sulla terra sotto forma di una grande inondazione. E sembra che alcuni scrittori ebrei credessero che questo fosse anche il peccato che aveva determinato il destino di Sodoma.
Secondo una leggenda del primo secolo si pensa che alcune delle donne di Sodoma (e di altre malvagie città antiche) avessero fatto sesso con esseri che erano fatti di una carne differente – carne angelica. Questo è quello a cui si riferisce Giuda quando parla di “andare dietro ad altra carne”. Si stava riferendo al sesso eterosessuale tra angeli maschi e donne umane, non a sesso omosessuale tra esseri umani. Molti teologi, tra cui molti conservatori, interpretano il passo in questo modo.
Chiediamo di nuovo: questo passo si applica alla domanda che facciamo alla Scrittura? Dobbiamo rispondere che non ha nulla da dire sul fatto che sia possibile che due esseri umani dello stesso sesso abbiano un rapporto d’amore intimo con la benedizione di Dio.
Testo originale: What was the sin of Sodom? (Genesis 19 and Jude 7)