Qual è il peccato imperdonabile?
Salve mi chiamo vincenzo, un ragazzo di 19 anni, volevo informazioni su peccato imperdonabile, che cos’è in realtà?
Se potete aiutarmi voi, purtroppo ho ricevuto forse inforzioni sbagliate, mi hanno detto che è rifiutare fino alla morte l’opera dello spirito santo cioe’ il perdono dei peccati.
Grazie, con affetto. Vincenzo.
La risposta…
Caro Vincenzo,
c’è un brano del Vangelo di Marco che viene ripreso anche da Matteo in cui Gesù risponde agli scribi (Matteo parla invece di farisei) che lo accusano di scacciare i demoni «con l’aiuto del principe dei demoni» (Mt 12,24; Mc 3,22).
Ti trascrivo il brano così come compare nel Vangelo di Marco che, quasi sicuramente, é la fonte da cui l’autore di Matteo ha tratto la sua versione.
“Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Egli ha Belzebù, e scaccia i demòni con l’aiuto del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili a sé, diceva loro in parabole: «Come può Satana scacciare Satana?
Se un regno è diviso in parti contrarie, quel regno non può durare. Se una casa è divisa in parti contrarie, quella casa non potrà reggere. Se dunque Satana insorge contro se stesso ed è diviso, non può reggere, ma deve finire. D’altronde nessuno può entrare nella casa dell’uomo forte e rubargli le sue masserizie, se prima non avrà legato l’uomo forte; soltanto allora gli saccheggerà la casa.
In verità vi dico: ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno». Egli parlava così perché dicevano: «Ha uno spirito immondo»”.
Gesù dice chiaramente: «Chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non ha perdono in eterno» operando una distinzione tra qualunque altro tipo di bestemmia e la bestemmia contro lo Spirito Santo. Ma cosa sarà mai questa bestemmia contro lo Spirito Santo?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica cerca di spiegarlo al punto 1864 in cui commenta il versetto di Matteo che riporta questo detto di Gesù.
“La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna.
Credo però che la spiegazione migliore sia presente nel Vangelo stesso, quando mette in relazione questa frase di Gesù con il fatto che taluni, dopo aver visto che scacciava i demoni, dicevano: «Ha uno spirito immondo» mettendo in dubbio la possibilità, per l’uomo, di essere guarito dall’azione di Dio”.
Se allora vogliamo dare un nome che ci è familiare a questo peccato contro lo Spirito che non potrà mai essere perdonato, direi che possiamo tranquillamente chiamarlo «disperazione».
L’uomo disperato è strutturalmente incapace di aprirsi alla misericordia di Dio non tanto perché Dio si rifiuta di perdonarlo, ma perché lui, trascinato dalla sua disperazione orgogliosa, non è in grado di accettare il perdono divino.
Ma il perdono di Dio, come dice chiaramente Gesù in questo brando del Vangelo, è molto più grande della nostra capacità di offenderlo con il peccato.
Non è un caso che Gesù, prima di pronunciare la frase che il tuo conoscente ti ha ricordato (in maniera inopportuna, perché l’ha citata senza considerare il contesto in cui il Vengelo la propone), dice chiaramente che: «Ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita» (Mc 3,28).
Tutti i peccati quindi mio caro Vincenzo! Qualunque bestemmia! Direi che ce n’è da essere davvero contenti e da fare i salti di gioia, perché Gesù stesso ci dice che niente ci potrà mai separare in maniera definitiva dall’amore di Dio.
Seminare nel cuore delle persone il dubbio che questo non sia vero è un’operazione diabolica, simile in tutto e per tutto a quella che fanno gli scribi (o i farisei) di fronte ai miracoli di Gesù.
Ed é per condannare questi operatori di disperazione che Gesù, dopo averli accusati di bestemmiare lo Spirito, ricorda loro che questo tipo di bestemmia non sarà perdonato.
E davvero si tratta della peggiore bestemmia che si può pronunciare, perché non è un insulto a un Dio teorico, che non si vede, ma è un attacco diretto alla presenza di Dio nel cuore dell’uomo, una presenza che si alimenta solo ed esclusivamente alla fiducia che l’uomo può avere nell’amicizia che Dio ha per lui.
E davvero Dio ci é amico, caro Vincenzo!
Davvero Dio ci accompagna con il suo sguardo in tutti i momento della tua vita! E non pensare che il suo sguardo sia mai duro quando ci vede sbagliare. Semmai qualche volta, io credo che si metta a ridere, vedendo le sciocchezze che facciamo.
Aprendo il Concilio Vaticano II, il papa di allora, che si chiamava Giovanni XXIII e che adesso é stato proclamato Beato dalla Chiesa ha detto: «Noi non concordiamo con questi profeti di sventure!». L’ha fatto perché vedeva presenti, nella chiesa e al di fuori della chiesa, tanti rischi di disperazione.
Purtroppo non sempre i nostri preti, i nostri vescovi e i responsabili della nostra chiesa sono così santi da ricordare sempre e comunque che l’amore di Dio, che è infinito, è molto più grande di qualunque nostra infedeltà o di qualunque nostro tradimento che sono, per forza di cose, deller realtà finite.
Per fortuna ci sono i santi e c’è la Parola di Dio che ci ricorda questa verità fondamentale della Fede Cristiana. Una verità che dovremmo servire e che invece, molte volte, complice principalmente il nostro carattere cupo, rischiamo di non riconoscere.
Fai anche tu come san Filippo Neri, caro Vinscenzo, sii sempre contento ricordando a te e agli altri che «Il Signore ci ha preparato già un posto in Paradiso che nessuno potrà mai toglierci!».
E se hai ancora dei dubbi su questo prova a riflettere su quello che scrive Paolo nella lettera ai Romani (8,35-39). Se mai ci fosse bisogno di una sferzata capace di aiutarci a sperare sempre e comunque, questo brano ce la da con un’efficacia impressionante.
“Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati.
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”.
Alla luce di queste parole di Paolo dovremmo fare sempre festa e ballare di gioia. Alla luce di queste parole dovremmo andare incontro a quanti vogliono mettere in dubbio la nostra salvezza e abbracciarli forte dicendo loro: «Ricordati! Niente ci potrà separare dall’amore di Dio!»
Un abbraccio forte e, se vuoi, scrivimi pure.