Quale ascolto nella chiesa delle storie di religiose LGBT+ di “Nella giustizia e nella tenerezza”?
Articolo di Laura Scarmoncin* e Cristina Simonelli** pubblicate sul quindicinale Adista Segni Nuovi n° 1 del 14 gennaio 2023, pp.6-7
“Nella giustizia e nella tenerezza” (vedasi Adista Notizie n. 17/22; Adista Documenti n. 18/22) non è un libro “altisonante”, e questo in due sensi. Anzitutto, le storie che raccoglie, con il loro pudore e la loro delicatezza, ci sottraggono al rumore spesso assordante degli odierni dibattiti sul rapporto tra Chiesa e omo/sessualità, invitandoci a una postura diversa, dedita al silenzio, generosa nell’ascolto, aperta all’impensato.
Ma, purtroppo, è anche un libro che sinora non ha “risuonato” molto nel contesto italiano, perché la sua voce è stata volentieri ignorata. Non è stato infrequente per noi curatrici, quando abbiamo proposto a testate cattoliche, parrocchie, centri o gruppi religiosi non LGBTQ+ di discutere il volume, sentirci rispondere che questo non è un tema attuale, un argomento d’interesse o cosa di cui sia necessario o addirittura possibile parlare.
Nella loro chiusura questi dinieghi rivelano molto: attorno all’omo/sessualità nella vita consacrata continua a esistere, diffusa e tenace, una “Chiesa del silenzio” che si rifiuta di fare i conti con quello che a ragione Iacopo Scaramuzzi definisce motivo di una drammatica crisi di sistema ecclesiale.
È un circolo vizioso: molte volte nelle congregazioni e nei seminari le questioni della sessualità e dell’affettività restano oggetto di rimozione, una rimozione che insieme sostiene ed è sostenuta da una morale sessuale magisteriale regressiva, autoreferenziale e digiuna d’umano che coltiva forme consapevoli di ignoranza e pregiudizio dagli effetti devastanti.
Ormai lo sappiamo, tutto ciò genera mostri: dagli abusi sessuali su donne e minori da parte del clero al “ministero distonico” di consacrate e consacrati omosessuali costretti al nascondimento, alla paura, al disprezzo di sé e ad altri gravi soprusi psichici e spirituali. Come spezzare questa spirale?
Nell’introduzione al libro suor Jeannine Gramick scrive che è tempo che «le comunità religiose e tutta la Chiesa» riflettano «sul significato della sessualità e della sensualità umane e sul ruolo che le nostre relazioni sessuali rivestono nella vita sacramentale e religiosa» (16). Porre al centro dell’attuale cammino trasformativo della Chiesa anche questi nodi irrisolti è urgente, ma per farlo serve uno sguardo nuovo, un’intelligenza adeguata, più esperta di umanità e meno di norme, dottrine e morali che sulla sessualità, come denunciano in tanti, si vogliono ancora immuni dall’esperienza incarnata e da ogni mutamento di senso.
In merito a ciò nelle loro riflessioni per il Sinodo i e le volontarie de La Tenda di Gionata ci indicano una strada da percorrere: la Chiesa deve conoscere e riconoscere la «ricchezza profetica» delle storie di vita e di fede delle persone LGBTQ+ credenti, tanto laiche quanto consacrate, estinguendo il suo «debito di ascolto» verso di loro (Dalle frontiere al Sinodo, 2022). Le storie, dunque. Come quelle che le ventitré sorelle lesbiche e queer ci consegnano con coraggio e speranza in questo libro. Ascoltarle, e farle risuonare in tutta la Chiesa perché ne purifichino lo sguardo, è il nostro compito. (Laura Scarmoncin)
Una serie di coincidenze ci ha condotte a proporre un incontro sul libro “Nella giustizia e nella tenerezza” il 17 dicembre (2022) a Firenze. Le amiche e gli amici del gruppo cristiano LGBTQ+ Kairos e la comunità della parrocchia della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie all’Isolotto ci hanno accolte calorosamente, dandoci un tempo e uno spazio quasi impensabile in uno dei sabati più concitati dell’anno, quando il Natale ormai imminente spinge per lo più verso i negozi illuminati del centro.
Ora, passati alcuni giorni, rispondiamo a nostra volta all’invito di Adista e, benché sia impossibile rendere con lo scritto la tenerezza di quella serata, proviamo almeno a farle giustizia, descrivendo il libro e il suo accadere.
Il compito di far “risuonare” questo testo, come dice una delle sorelle del libro interpretando un più vasto sentire, è, come ogni coming out, una forma di ministero: ogni parola autentica, ogni pratica di riconoscimento apre spazi di libertà non solo per chi le attua ma, in una spirale virtuosa, per tutte le persone. Di simili spazi abbiamo bisogno come dell’aria e del pane. Una cattiva postura piuttosto – oberata di quelle buone intenzioni di cui sarebbero lastricati i recessi inferi, secondo Manzoni – sarebbe quella di ritenere che questa sia una buona azione, un gesto compassionevole, magari adatto al Natale.
Certo il Natale c’entra, ma rovesciato: le parole del libro risuona no come il Gloria, a dire ogni vivente è amato da Dio, nella terra come nei cieli, per usare un linguaggio tradizionale. Nell’introduzione al libro Jeannine Gramick paragona questa azione a quella della piccola Scout de Il buio oltre la siepe: la sua parola leggera e coraggiosa fa da specchio anche alle passioni tristi e le svuota dall’interno, e può raggiungere persino i recinti presunti sacri, trasformandoli in spazi autenticamente santi, le dottrine presunte immutabili trasformandole in pensieri protesi verso l’infinito. Ognuno e ognuna di noi ha necessità di questa sim/patia, di questi spazi di riconoscimento, di questa benedizione.
Abbiamo perciò fiducia che l’opera iniziata proseguirà, «sostenuta dalla rete delle alleanze, delle amiche teologhe, di tanti teologi, delle associazioni LGBTQ+ e di tanti e tante che, come ben dice Evie Ravie in uno dei racconti, si sentono comunque queer, perché sempre un po’ imprevisti/e, spesso abbastanza originali, comunque molto amati e amate da un’Altra/Altro “che per brevità chiamiamo Dio”» (dalla Prefazione). Nella guerra che non cessa, nel degrado dell’ecosistema anche un libro così, letto in una comunità ospitale una sera di dicembre, è Betlemme, casa del pane. (Cristina Simonelli)**
* Laura Scarmoncin traduttrice e esperta di studi sul genere.
** Cristina Simonelli è teologa e docente di Antichità cristiane, cofondatrice ed ex presidente del Co