Quale infallibilità per la Chiesa cattolica sull’Omosessualità?
Articolo di Piergiovanni Palminota tratto da Il Guado, bollettino 67 del 1999
Lasciando per il momento da parte ogni considerazione su quello che potrà dire e fare il papa (e la Chiesa in genere) in un futuro più o meno prossimo, in ordine all’omosessualità, è bene vedere subito se gli argomenti, che alcuni scrittori cattolici hanno opposto alla dottrina tradizionale che condanna i rapporti sessuali tra gay, siano validi o meno: in altre parole, se la dottrina tradizionale sul punto sia, o meno, vera.
La Chiesa stessa (si argomenta), nel suo complesso, sarebbe infallibile, quando, in materia di fede e di morale, insegna e crede qualcosa, col pieno consenso di tutti i suoi membri, per secoli. Coloro che oppongono agli autori dissenzienti, in materia di omosessualità, questa obiezione preliminare, fondata sul consenso universale della Chiesa, ritengono senz’altro in errore chi nega o mette in dubbio la peccaminosità di ogni rapporto sessuale tra gay.
Per costoro è inutile prendere in esame gli argomenti addotti dagli autori dissenzienti. Questi argomenti, secondo loro, sono infondati per la “contraddizion che nol consente”: se la dottrina tradizionale è incontrovertibilmente vera, perché la Chiesa universale non può sbagliare (prima ancora che per le ragioni addotte a sostegno), l’opinione contraria non può essere che falsa, quali che siano gli argomenti presentati in suo favore.
Questa obiezione preliminare meriterebbe più lungo discorso, che non è qui possibile fare. Basti dire comunque che oggi alcuni scrittori cattolici (diversi da quelli che hanno trattato il tema dell’omosessualità, e quindi esprimendosi in termini generali)6 sostengono che, per un certo tempo della sua storia, la Chiesa intera possa ben trovarsi ad insegnare e credere qualcosa di sbagliato in materia morale; e che, nella stessa materia, neppure la dottrina degli apostoli e della primitiva comunità cristiana, quale ci viene tramandata negli scritti del Nuovo Testamento, possa ritenersi, sempre e in ogni caso, assolutamente immune da errore.
In altre parole, lo Spirito Santo assicurerebbe alla Chiesa una indefettibilità di fondo (attenzione al termine: non “infallibilità”, bensì “indefettibilità”) da valutarsi in rapporto a tutta la durata della sua storia (dalla Pentecoste sino alla Parusia, ossia alla fine del mondo); ma non la esimerebbe da singole défaillances (o errori) nel corso della sua storia medesima.
Ora qui bisogna intendersi sul concetto di “storia della Chiesa” e sulla sua durata. Sappiamo per certo che la Chiesa ha oggi percorso quasi duemila anni della sua storia, ma non sappiamo quanti altri anni (migliaia? milioni?) dovranno ancora trascorrere prima che la storia della Chiesa abbia termine con la fine dì questo mondo (Parusia).
Potrebbe darsi che duemila anni si rivelino, alla fine, una frazione minuscola, quasi infinitesimale, della storia della Chiesa, e che quindi un errore in cui la Chiesa stessa abbia, in ipotesi, perseverato per duemila o tremila anni appaia, alla fine, di assai breve durata,
A parte ciò, la storia della Chiesa sin qui sviluppatasi, ci fornisce alcuni esempi dì radicale modifica di alcuni punti della dottrina morale della Chiesa stessa, insegnati e creduti universalmente per secoli. L’assoluta illiceità, ad esempio, del prestito a interessi fu insegnata e creduta da tutta la Chiesa per più dì mille anni; poi a un certo punto, l’insegnamento cambiò (nonostante l’autorità di San Tommaso in senso contrario).
Altrettanto dicasi per Il divieto della dissezione dei cadaveri; nonché per la condanna di chi faceva teatro (commedianti e simili). Non sembra quindi che ci si possa rifiutare a priori dal prendere in esame, con la dovuta attenzione, gli argomenti addotti (in maniera ragionata e approfondita) da quegli autori cattolici, pur minoritari, che ammettono la liceità dei rapporti omosessuali (il che non significa necessariamente accettare questi argomenti e la tesi che ne consegue).
A questo punto dobbiamo, per forza di cose, rinviare il lettore alla lettura di almeno uno dei libri di questi autori cattolici non conformisti7.
E’ infatti impossibile, se si vuole essere seri, riassumere in poche righe, o comunque in un breve saggio, tutti i complessi e molteplici ragionamenti, sia di carattere biblico, sia di carattere razionale (teologico-scientifico), che portano questi autori a concludere, alla fine, in senso difforme dalla dottrina ufficiale.
A chi scrive questi argomenti sono apparsi del tutto convincenti e lo hanno indotto, da tempo e dopo matura riflessione, a mutare radicalmente la propria opinione sull’argomento che ora stiamo trattando.
Ma, naturalmente, non si può pretendere di essere creduti sulla parola.
Non resta quindi che invitare ad acquistare e a leggere i libri (o uno dei libri) in questione. Ognuno poi ne trarrà le conclusioni secondo la propria scienza e coscienza.
Chi non si pone alcun problema morale nell’avere rapporti sessuali con persone del suo stesso sesso (o perché non se lo é mai posto, magari perché non è credente, o perché lo ha già risolto per proprio conto, magari allontanandosi dalla religione), e sono molti a trovarsi in questa situazione, non avrà probabilmente interesse a leggere quei libri e forse nemmeno a leggere questo saggio, ma chi, e sono anche questi molti, è travagliato da sensi di colpa per quello che fa come gay (e che non gli pare di poter evitare di fare), in quanto ritiene di offendere Dio con la propria condotta, così come la Chiesa (cattolica) a cui appartiene gli insegna, ebbene costui, per piacere, acquisti e legga attentamente almeno uno di quei libri a cui abbiamo fatto cenno; e non si limiti soltanto a consultare questo o quel confessore.
Non è detto che la lettura di uno di tali libri lo convinca della fondatezza delle tesi ivi esposte; ma, in ogni caso, questa lettura contribuirà a illuminarlo.
Le strade del Signore sono infinite. Nella vita, a qualunque età, vi é sempre qualcosa da imparare. Convinzioni incrollabili hanno talvolta ceduto il passo a soluzioni impensabili. Se ogni uomo è certo di quello che lui è stato sino ad oggi, nessuno é certo di quello che lui stesso sarà domani (anche spiritualmente parlando).
Solo la morte chiude definitivamente l’esperienza umana. Quale che sia l’età di ciascuno, lo Spirito di Dio, che soffia dove, quando e come vuole, chiama ogni uomo, cattolici e sacerdoti compresi, a una continua riforma. Nessuna certezza può mai darsi irrevocabilmente acquisita, se non quella (della fede) di credere che Cristo, risorgendo, ha vinto la morte e che la nostra salvezza é in Lui e, per Lui, in Dio.
Posti questi principi, il problema morale dell’omosessualità può e deve essere affrontato da chi è credente in maniera del tutto serena e scevra da preconcetti.
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6 Vedasi, tra gli altri, Hans Küng, Unfehlbar? Eine Anfrage, Bezinger Verlag, Einsiedeln (Svizzera), 1970; trad. it. Infallibile? Una domanda, Anteo, Bologna, 1970.
7 Ad esempio: Autori Vari, Homosexualidad: ciencia y conciencia, Editorial Sal Terrae, Santander (Spagna), 1981; trad. it. Omosessualità: scienza e coscienza, Cittadella, Assisi, 1983; John Mc Neill, The Church and the Homosexual, IV edizione, Bacon Press, Boston (U.S.A.), 1993; della prima edizione fu fatta una traduzione italiana: Omosessualità e fede cristiana, Mondadori, Milano, 1979, ormai da tempo esaurita; John Mc Neill, Taking a Chance on God, Bacon Press, Boston, (U.S.A.), 1988; traduzione italiana: Scommettere su Dio, Sonda, Torino, 1994.