Quando a San Pietro i cattosovranisti si ritrovano per sbeffeggiare il Papa e i gay
Riflessioni di Massimo Battaglio
Trovarsi sulla tomba di San Pietro per dare pubblicamente dell’eretico al Papa, sembra una barzelletta. Ma oggi succede anche questo. Precisamente, è successo il 29 novembre, al meeting organizzato dall’Istituto di cultura legale Ordo Iuris e dalla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino.
Titolo del convegno: “La casa sulla roccia – L’assiologia del diritto per l’Europa di domani“. Partecipanti: tutta l’aristocrazia dei reazionari sempre più organizzati che, ormai da qualche tempo, giocano a dare del filo da torcere a papa Francesco. Il card. Müller ha celebrato messa (per l’appunto nella cripta di San Pietro). Il prof. Paweł Lisicki ha parlato di “battaglia dei cristiani per la legge naturale“, vagheggiando carcere per chi si discosta dai “valori non negoziabili”. Vari personaggi già incontrati al famoso congresso di Verona sulle famiglie, hanno detto la loro. Mancava il card. Pell, momentaneamente impossibilitato a partecipare perché si trova appunto in carcere, condannato in primo grado per abusi sessuali.
Un rapporto dettagliato dell’incontro si trova su Linkiesta di lunedì 2 dicembre, stilato da Francesco Lepore, che si è preso l’onere di seguire personalmente i lavori in qualità di giornalista. Lepore ricostruisce bene l’ambiente e la rete di rapporti tra persone e associazioni rappresentate al “forum”. Spiega per esempio che cos’è l’Ordo Iuris, organizzazione nata a Varsavia per “formare giovani avvocati su temi come la libertà religiosa, matrimonio e famiglia, diritti civili“.
Svela i legami tra i partecipanti e la destra sovranista mondiale. Emergono i nomi di Steve Bannon e del russo Konstantin Malofeev, noto come l’Oligarca di Dio. E accanto, quelli più noti di Toni Brandi (Pro Vita), Gianluca Savoini (Lega), Roberto Fiore (Forza Nuova). Tutti personaggi di cui si è occupato più volte il programma Report per mostrare come le loro attività “politico-religiose” si svolgessero sul limite della legalità.
Hanno parlato di aborto, eutanasia, omosessualità (temi su cui torneremo), una scelta di argomenti vistosamente scontata. Viene da pensare che i contenuti non fossero la parte importante del convegno, il cui scopo era piuttosto quello di contarsi, farsi vedere. La destra cattolica ha voluto dare l’ennesima dimostrazione della propria capacità organizzativa planetaria. Più che una giornata di studi, una prova di forza.
Perché? Esiste davvero qualcuno convinto che il mondo vada riportato a uno schema teocratico di stampo medioevale? Forse. C’è davvero una corrente di pensiero che vuol mandare in galera le donne abortienti, i medici che assentono all’eutanasia e le persone omosessuali? Probabile. Ma ho il sospetto che l’obiettivo sia un altro: alcuni eredi di vecchi potentati, dopo la pausa di un papa “di periferia” che non concede privilegi a nessuno, vogliono riprendersi il comando. Vogliono soldi per le loro scuole e i loro ospedali, riconoscimenti per chi pratica terapie riparative, e molto altro. Vogliono il governo delle nazioni.
Su che basi? E’ un po’ ingenuo pensare che il mondo possa reggersi sulle tre citate magre colonnine: lotta all’aborto, all’eutanasia, alla “sodomia”. E’ difficile credere che il PIL aumenti o il riscaldamento globale diminuisca se si fanno fuori i gay. Ma sono argomenti buoni per creare quel consenso popolare di cui la destra curiale ha bisogno. Siamo di fronte a una specie di “gender 2.0”
Trovo abbastanza ridicolo combattere a suon di slogan vuoti ma credo che diventi ignobile quando, a farlo, sono personaggi potentissimi che dicono di agire in nome di Dio. Quando poi questi slogan mescolano argomenti diversissimi in un minestrone poco nutriente ma molto pepato, comincio a preoccuparmi.
Nel merito: cosa c’entra l’aborto con l’eutanasia e con l’omosessualità? Loro rispondono che si tratta di “crimini contro la vita“. Un po’ come finanziare le guerre in medioriente e depredare l’Amazzonia, no?
Facciamo finta di accettare la discussione: l’aborto è contro la vita. Ma allora sarebbe il caso di prevenirlo, magari anche attraverso una sana educazione sessuale che preveda anche serie campagne a favore della contraccezione. Tema non pervenuto, anzi. L’eutanasia è contro la vita. Ma allora dobbiamo essere chiaramente favorevoli al testamento biologico e contrari all’accanimento terapeutico. Altro tema non pervenuto, anzi.
L’omosessualità è contro la vita? Ma sanno cosa dicono? Lottare per i diritti delle persone LGBT vuol dire desiderare una vita piena, un’affettività feconda. Vuol dire anche darsi disponibili ad accogliere nuove vite, per esempio attraverso l’adozione. Piaccia o no, questo non è contro la vita ma a favore!
Potremmo ignorare questi slogan e i loro autori ma ci vuole prudenza. Innanzitutto perché abbiamo già visto quanto sono capaci di fare presa sull’opinione pubblica, generando sentimenti di odio poi difficilmente arginabile. E poi perché, seppur minoritari, sono in grado di imporsi e costringere a mediazioni al ribasso ormai inaccettabili.
Per dirla in tutta franchezza: i nostri gruppi di persone LGBT credenti vivono già molto ai margini della Chiesa. Non vorrei che, per accontentare qualcuno, debbano tornare alla clandestinità.
Che fare? Vigilare e dare testimonianza, farci conoscere, parlare. Non avremo a disposizione San Pietro ma possiamo mostrare i nostri amori, le nostre felicità. Sono molto più forti dei loro disegni di restaurazione.