Quando il coming out di un figlio gay irrompe in una famiglia musulmana
Articolo di Teresa Kane* pubblicato sul sito My Kid is Gay (Stati Uniti), liberamente tradotto da Grazia Pierangeli
“Buongiorno. La nostra famiglia è musulmana, e nostro figlio ci ha appena detto di essere gay e di avere una relazione con un altro uomo. Non conosciamo nessun omosessuale, e non sappiamo come reagirà la nostra comunità. Cosa dovremmo fare ora?”
Teresa risponde:
Oh caspita. Amo già la vostra famiglia. Vostro figlio si è sentito abbastanza a suo agio da fare coming out con voi, e voi vi siete presi la briga di chiedere aiuto per gestire questa nuova notizia. Questo è davvero qualcosa d’importante. Ho moltissimi amici queer musulmani che vorrebbero poter fare coming out con le loro famiglie. Siete dei genitori fantastici, si capisce.
Vostro figlio fa parte di una tradizione islamica di diversità sessuale e di genere, antica e meravigliosa, ed è amato da al-Rahman, al-Rahim, il Dio misericordiosissimo e compassionevole. Immagino che vi sentiate molto soli ma, per favore, sappiate che esiste una fiorente comunità LGBT musulmana, e sarete sempre i benvenuti nella nostra famiglia.
Ormai ci sono moltissime risorse disponibili online, perciò prendetevi il tempo per fare qualche ricerca sui punti d’incontro tra sessualità e islam. Per cominciare, potreste guardare questo meraviglioso spettacolo teatrale creato da due mie amiche; riguarda le loro esperienze come donne queer musulmane. In alternativa potete fare una ricerca per saperne di più sulla variegata e dinamica comunità LGBT musulmana.
Sembra che la vostra domanda sia duplice, quindi affrontiamo una cosa alla volta. Mi chiedete di trovare una comunità che possa aiutarvi a capire la sessualità di vostro figlio e cosa questo significhi per la vostra famiglia. So in prima persona come ci si possa sentire totalmente disorientati quando un membro della famiglia fa inaspettatamente coming out con te. Avevo sedici anni quando mia sorella maggiore mi disse che stava frequentando una donna. A quel tempo non avevo mai incontrato una persona omosessuale, e non avevo idea che, un giorno, mi sarei riconosciuta come bisessuale. Sapevo solamente di non riconoscere più mia sorella, che tutto era sottosopra e che lei era una persona totalmente differente.
Ovviamente, questo si è dimostrato non essere vero. Con il tempo, ho visto che era effettivamente la sorella meravigliosa che già conoscevo, solo che adesso aveva una fidanzata. Probabilmente siete del tutto sopraffatti, e forse addolorati, per aver dovuto abbandonare l’idea che avevate sull’identità di vostro figlio. Va tutto bene. Diventerà tutto più facile con il tempo, lo prometto. Vostro figlio è ancora la stessa persona di sempre, e ora lo conoscete ancora meglio.
Anche trovare la vostra sede locale AGedO potrebbe essere un buon primo passo. AGedO (Associazione dei Genitori di Omosessuali) è un’organizzazione che offre supporto alle famiglie di persone LGBT. Con sedi in tutto il paese, probabilmente, ce n’è una raggiungibile in auto dalla vostra città. Anche se i membri del gruppo potrebbero non comprendere le sfumature religiose e culturali della vostra situazione, riusciranno a entrare in empatia con qualsiasi sentimento di confusione, tristezza e rabbia che possiate sperimentare.
Entrando in contatto con la comunità LGBT vedrete come la sessualità di vostro figlio sia non solo normale, ma anche qualcosa di meraviglioso. Vedere che altre persone omosessuali sono affermate e felici può aiutarvi a immaginare un futuro radioso per vostro figlio. Se in questo momento non vi sentite a vostro agio nel parlare ai vostri amici musulmani, gli altri genitori di AGedO possono ascoltarvi e darvi il sostegno di cui avete bisogno.
Anche mettersi in contatto con altre famiglie di musulmani queer tramite internet è un’ottima opportunità. Parlate con persone che possano capire da dove venite, come nella pagina Musulmani Omosessuali in Italia. Per quello che so, io sono l’unica musulmana queer in tutto l’Oregon, ma resto in contatto con tutti gli amici queer musulmani del paese tramite WhatsApp, Instagram e Facebook. Connettermi virtualmente con loro mi aiuta quando mi sento sola e isolata.
La seconda questione è come reagirà la vostra comunità islamica. Vorrei potervi dire che sarà facile, ma potrebbe non esserlo. Sono diventata musulmana all’incirca dieci anni fa, e mi sono impegnata molto per la religione. Sono stata attratta dagli ideali di amore, dedizione, bontà e ritualità. L’attenzione per la giustizia sociale e il prendersi cura dei più deboli nella società mi mantiene forte e costante.
Non ho mai messo in dubbio la mia fede. Tuttavia, occasionalmente, ho avuto difficoltà con la comunità islamica in generale. Gli individui della nostra comunità possono giudicare molto chiunque pratichi in un modo che (a detta loro) non sia “giusto”. Sia che si tratti di persone non astemie, che scelgano di non mettere il velo, che preghino in maniera “sbagliata” o che mangino cibo inappropriato, noi amiamo criticare gli altri.
Molti nell’ummah ritengono che l’omosessualità sia un peccato grave, e ve lo diranno a gran voce. Per essere chiari, questa non è l’opinione di tutti i musulmani. I musulmani americani stanno lentamente diventando più tolleranti verso l’omosessualità, e molti di noi considerano un sacrosanto dovere la lotta all’intolleranza e al fanatismo, ovunque si annidino.
La mia convinzione che l’islam mi accetti non è una speranza; si basa, invece, sulla ricerca nel Corano e negli hadith. In particolare, l’opera del dottor Scott Siraj al-Haqq Kugle mi ha aiutato a riconciliare fede e sessualità. Consiglio di leggerla e condividerla con chiunque sia interessato a saperne di più.
Queste risorse mi hanno aiutato immensamente, tuttavia non contate su di loro per cambiare l’opinione di qualcuno. Ho scoperto che chi è determinato a essere carico d’odio non può essere influenzato con la ragione. Ho smesso di provarci. Questo tipo d’interazione può andare dall’irritante all’offensivo, ma aiuta a ricordare che Allah mi ha creata così come sono, non importa quello che pensano gli altri.
Avere un figlio omosessuale può, di tanto in tanto, rappresentare delle sfide ulteriori per la vostra famiglia, ma potrebbe anche essere una fantastica opportunità per tutti voi. La ricerca ha dimostrato che chi conosce personalmente un individuo queer sosterrà più facilmente i diritti LGBT.
Tutta la vostra comunità potrebbe iniziare un percorso per una mentalità più aperta, ma cosa dire di chi sceglie di giudicare e condannare? Forse, dopo tutto, non sono i vostri veri amici. Continuate ad amare vostro figlio, e fate vedere agli altri quanto meraviglioso possa essere questo amore. Forse cambieranno opinione. Forse continueranno a parlarvi dietro le spalle in moschea. Non c’è modo di controllare le loro reazioni, ma voi potete rimanere forti nella vostra fede e nell’amore per vostro figlio.
Mi piace tenere presente questo versetto del Corano quando mi trovo di fronte a una sfida “Voi che credete, aiutatevi con la pazienza e la preghiera, Dio è con i pazienti” (Sūra 2, versetto 153). Potrebbe sembrare un momento duro per la vostra famiglia, ma con sabr e con la preghiera diventerà tutto più facile.
Il mio ultimo consiglio è di rimanere in contatto con vostro figlio. Chiedetegli come sta andando la sua relazione, o invitate a cena lui e il suo fidanzato. Potrebbe essere una tentazione quella d’ignorare la sessualità di vostro figlio e di far finta che non ve lo abbia mai detto ma, per favore, non fatelo.
Ci si sente già abbastanza emarginati a essere musulmani queer, ma il fatto che la famiglia eviti una parte così importante di noi può fare davvero male. Vostro figlio ora ha bisogno di voi più che mai. Avete l’opportunità di indurre la vostra famiglia e la vostra comunità ad essere più amorevole, accogliente e inclusiva. Siete incredibilmente fortunati. Vostro figlio è incredibilmente fortunato ad avere voi come suoi genitori.
Un glossario di alcuni termini del mondo musulmano utilizzati qui:
al-Rahman, al-Rahim: ossia “il Dio compassionevolissimo e misericordioso”.
Ummah: la parola che designa la comunità musulmana mondiale.
Hadith: varie testimonianze di detti, azioni e delle abitudini del Profeta Muhammad. Noi musulmani ci impegniamo a seguire l’esempio di vita del Profeta e delle sue azioni.
Sabr: termine coranico significa paziente e saldo spiritualmente.
Allah: parola per “Dio” in arabo. Si tratta della stessa parola usata dai cristiani che parlano arabo per riferirsi al Divino.
* Teresa Kane vive a Portland, nell’Oregon, ed è insegnante e scrittrice. La sua opera spesso verte sull’intersezione delle sue identità queer e musulmana. Si è laureata alla Virginia Commonwealth University e alla George Mason University, e ha studiato il linguaggio dei segni americano alla Gallaudet University. È appassionata di arte, femminismo, dialogo interreligioso e del corretto utilizzo della grammatica.
Testo originale: Coming Out Advice for Muslim Families