Quando il peso della Croce diventa insopportabile
Testimonianza di Daniele del gruppo Zaccheo, cristiani LGBT di Puglia, sulla V Stazione: Simone il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce, letta nella Via Crucis online organizzata dal Progetto Adulti Cristiani LGBT il 26 Marzo 2020
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender la croce su di lui (Matteo 27,32)
Nell’arduo cammino della vita arriva il momento in cui il peso della Croce diventa davvero insopportabile, reggerlo completamente soli è impensabile! Avverti il peso gravoso sulle spalle che ti condanna a camminare perennemente con la schiena curvata e l’unico orizzonte che i tuoi occhi riescono a contemplare è la polvere del suolo.
È quello che ho vissuto in prima persona, schiacciato dal peso del giudizio che mi portavo dentro per via del mio orientamento omosessuale. Mi sentivo “un errore di fabbrica, conseguenza della distrazione di Dio nella creazione, il risultato degli sbagli della mia famiglia”. Ho cercato disperatamente qualcuno che potesse aiutarmi a risollevare la mia esistenza ma invano…
Alcuni libri ricercati in internet, i profeti di sventura e gli esperti della psiche incontrati, mi hanno propinato ricette per una guarigione possibile, facendomi sprofondare maggiormente nel baratro. Poi però un uomo, che ha saputo mettersi accanto a me e in atteggiamento di ascolto del cuore, il mio parroco, mi ha aiutato ad innalzare lo sguardo, a tenere dritta la schiena.
Ricordo quel giorno in cui dopo tanti dubbi e timori su un possibile giudizio negativo, sono andato nel suo ufficio e tra le lacrime ho detto della mia difficoltà ad accogliere questa sfera della mia vita che è l’omosessualità. La prima cosa che mi ha detto è stata “tu sei un figlio amato da Dio, unico e irripetibile. Basta lottare contro te stesso. Se Dio ti accoglie così come sei devi farlo anche tu. È tempo che tu conosca pienamente te stesso nella realtà in cui vivi“.
Non ho trovato chiusura ma una tenerezza che mi ha sostenuto nel cammino, mi ha aperto gli occhi su un futuro che non riuscivo a vedere, mi ha fatto scoprire come avrei potuto mettere le mie doti e ciò che sono a servizio degli altri. Grazie a lui e ad bravo psicoterapeuta, ho cominciato a conoscermi nella verità e a guardare all’omosessualità come ad un dono e non come a una condanna.
Adesso spero di potermi fare a mia volta Cireneo della gioia per altri fratelli e sorelle che stanno attraversando la mia stessa “Via Crucis” e sono in attesa di quella voce, di quello sguardo, di quella mano amica che li sostenga e li incoraggi nel cammino.
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