Quando la religione falsifica l’immagine di Dio
Riflessioni di Sefora Motta, Cristiana Evangelica fondatrice dell’associazione missionaria “HPS Charity”, pubblicate sulla sua Pagina Facebook
Scrivo queste parole come portavoce di molti altri che forse temono ancora di dire pubblicamente un pensiero diverso dal mainstream cristiano.
Forse infatti deluderò qualcuno, ma personalmente penso che la chiesa stia raccogliendo il frutto marcio di anni e anni di oppressione nel mondo degli ultimi in generale, nella fattispecie nel mondo scottante degli LGBT.
È vero, ne vediamo di tutti i gusti su questo argomento. Ci sono uomini e donne estremisti che hanno perso ogni forma di pudore umano, facendo scelte su minori che lasciano perplessi anche molti omosessuali sobri e sani di mente.
Ma oggi permettetemi di esaminare la questione da un punto di vista diverso.
Mi chiedo: quanta responsabilità abbiamo in tutto questo macabro scenario?
Diciamoci la verità: quando è stata l’ultima volta in cui un omosessuale abbia trovato nella chiesa un porto sicuro in cui rifugiarsi da un mondo in cui si sente diverso?
O è forse proprio la Chiesa il solo “mondo” in cui si sente diverso?
Quand’è che la chiesa ha smesso di essere un ospedale per i bisognosi e ha iniziato ad essere un museo di vetrine per i santi?
Uno sguardo onesto sulla storia ci ricorda che è proprio dalla chiesa che queste persone sono sempre scappate, da questa puzza di morto del perfezionismo. Sono fuggite perché oppresse, giudicate, condannate all’inferno a suon di bibbia, considerate malate, indemoniate, figli di un dio minore, scartati, messi da parte, rigettati insomma.
Se in alcuni paesi vi è ancora in vigore la pena di morte fisica per coloro che hanno un altro orientamento sessuale, anche nelle nostre chiese (o buona parte di esse) vi è la stessa pena, non fisica certo, ma una macabra pena di morte verbale e psicologica. Pensiamo sia meno grave?
Quante vittime abbiamo fatto! Quanti psicologi e psichiatri ascolto dietro le quinte della chiesa che stanno raccogliendo il frutto marcio di tanti facili giudizi!
Permettetemi di dire che la verità è che una buona parte della Chiesa Italiana non è ancora capace di affrontare certi temi, non ha gli strumenti, non è sensibile a ciò che non conosce, non sente come Dio sente, pecca di indelicatezza, guarda le persone come “casi da sistemare” e non a delle anime con le loro personalissime storie in crescita e i loro rispettabili cammini di dolore.
Vedo cristiani atteggiarsi come militanti, scendere in piazza a pugno chiuso a reclamare diritti dal governo perché sentono che la loro fede sia minacciata. Eppure predichiamo dai pulpiti a gran voce con fare spirituale che “non è contro sangue e carne che combattiamo ma contro principati”. E’ davvero con petizioni, proteste politiche e con le nenie vittimistiche che si combattono questi cosiddetti “principati?”
A prescindere dalle motivazioni, se queste leggi possano effettivamente minare concretamente le nostre famiglie o meno, siamo davvero convinti che Gesù avrebbe fatto lo stesso? Mi chiedo con tutta onestà, e a discapito dei miei interessi personali: da che parte sarebbe stato Gesù di Nazareth?
Faccio davvero fatica ad immaginare il Gesù che ho conosciuto in questi anni, schierarsi radicalmente verso una categoria di persone per partito preso, incurante dei loro volti e delle loro storie.
No. La verità è che probabilmente non sarebbe stato dalla parte di nessuna fazione; né cristiana, né LGBT, né tanto meno politica.
Sarebbe semplicemente stato dalla parte delle persone, le ultime preferibilmente. (E sì, è evidente che aveva sempre un debole per loro).
Per quanto ne abbia capito della Sua vita e del Suo messaggio su questa Terra, Gesú sceglieva sempre di ascoltare ogni singola storia, nella sua unicità e nella sua complessità.
Nel messaggio della Buona Notizia, quello puro e scevro anche da quello che sarebbe stata la futura storia del Cristianesimo stesso, vedo un uomo apolide, profondamente contaminato dal dolore dell’altro, che sceglie di aprire una relazione d’aiuto. Più interessato a raccogliere gli scarti che la religione ha generato, che alla religione stessa.
Sì, un uomo che non agisce per partito preso, se non per il partito dell’Amore. Un amore profondo, viscerale e profondamente attraente.
Mi chiedo, come possiamo pretendere che la gente aderisca a quello che crediamo Dio pensi su certe questioni, senza averglielo fatto conoscere prima?
Come può una ragazza scegliere di seguire quelli che altri dicono che siano i consigli di un uomo, senza che lei sappia che si tratti proprio di suo padre?
Come posso aderire alla legge di Dio senza conoscerlo nemmeno?
Perché dovrei seguire le sue parole se non ho fiducia in lui?
Ma più in generale, a che serve fare moralismo se abbiamo compreso che certi #alori sono solo conseguenza naturale di una profonda relazione di fiducia con Il Creatore delle Stelle e i Pianeti?
In tutta la sua storia sulla terra, mai leggo di un uomo che violentemente impone se stesso sulla vita delle persone, semplicemente le attraeva. Spargeva del sale nei cuori delle persone e le persone avevano naturalmente sete.
Io credo che troppi cristiani stiano dando una falsa immagine di ciò che Dio sia realmente. L’ho fatto anche io per tanti anni. E forse continuo a farlo.
Chissà, forse se le persone continuano a fuggire da questo Dio, e da noi soprattutto, piuttosto che ricondurre la causa alla smania della persecuzione o a teorie apocalittiche, semplicemente forse è perché lo abbiamo presentato male, molto male.
Perché nessuno, nemmeno il peggior uomo sulla faccia della terra potrebbe resistere a tanta bellezza, tanto mistero, tanta profondità e a tanta libertà. Anzi sì, qualcuno potrebbe: colui che è convinto di sapere tutta la verità su Dio. Gli unici nemici di Gesù, appunto.
“Io vi dico in tutta sincerità che i peccatori manifesti e le prostitute vi passeranno avanti nel regno di Dio!” (Gesú)